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Calcio, quando il Pordenone andò in serie A

Merito delle donne. Un gol di Bice Toneguzzo permise alle Pantere di battere il Lecce ragalando la promozione nel 1972

Calcio, quando il Pordenone andò in serie A

Le "pantere" ce la fecero, riuscirono laddove i colleghi uomini nemmeno in un secolo sono riusciti. Sono le donne che hanno posto le basi del calcio femminile pordenonese, approdate nel 1972 in Serie A, dopo una appassionante partita contro l’Alaska Lecce e grazie a un gol di Bice Toneguzzo.
"Il trofeo fu consegnato nelle mani della nostra capitana Lia Micheluz da Artemio Franchi" racconta Virginia (detta Gina Sist) a nome di tutte le compagne di allora. Alla squadra femminile di calcio di Pordenone, nonostante oggi non esista più, verrà conferito giovedì 7 dicembre alle 11.30 in Sala Consiliare a Pordenone, un riconoscimento da parte dell’Assessorato alle Pari Opportunità, a 53 anni dalla nascita. Nella primavera del ’70 nasce l’Associazione Calcio Femminile Pordenone e ottiene la vittoria nel campionato U.I.S.P. 1970, il titolo di campione italiano di Serie B 1971 e l’ammissione di diritto al campionato di qualificazione 1972. Il nome dello sponsor era la M.G. (MobilGradisca). Allenate da Vittorio Re, erano trainate dalla mezzala sinistra Claudia Avon che già nel 1973 contava 20 presenze in Nazionale. Dal 1983 cambiano sponsor e diventano Associazione Sportiva Pordenone Friulvini, per poi passare dal 1991-1992 sotto le insegne dell’Albatros. L’esperienza della società termina con lo scioglimento nel 1995.
Qualche mese fa, al funerale di Enea Costalonga, le primissime giocatrici pioniere del calcio femminile pordenonese si sono ritrovate. "Tutto iniziò da una scommessa al bar Da Gigi, tra una partita a carte e l’altra, fatta da quattro visionari che si erano messi in testa di creare una squadra di calcio femminile" raccontano. I quattro erano Enea Costalunga, Vittorio Re, Sante Targa e Dino Perin. "A quel tempo la sfida era quindi iniziata e i nostri eroi partirono alla ricerca frenetica di ragazze sportive appassionate del gioco calcio e senza preconcetti; siamo alla fine degli anni ’60, la mentalità è ancora piuttosto retrograda e le nostre ambizioni erano soggette a molte critiche: le donne a quel tempo dovevano stare ai fornelli e non giocare al pallone! Il calcio era uno sport da maschi che grande scandalo! Noi abbiamo infranto quei tabù! - raccontano - Ma quanto sudore e fatica! La prima convocazione avvenne all’Oratorio S, Lorenzo una domenica mattina alle ore 9.30, ora in cui iniziava la S. Messa, e alcune di noi disertarono quell’appuntamento e si trovarono in campo sportivo a giocare con un abbigliamento " da festa domenicale " senza scarpe da ginnastica; alcune di noi esempio giocarono scalze per non rovinare le scarpe della festa. La prima partita amichevole fu giocata a Crocetta del Montello il 25 gennaio 1970; la vincemmo con un gol di Vanda Sacilotto. Giocavamo con passione e cuore, il nostro motto era ’tutte per una, una per tutte’. La nostra tifoseria, prima erano semplici curiosi, "venivano a vederci le gambe", poi hanno visto che facevamo le cose con molta serietà e macinavamo vittorie su vittorie, son passati a tifare calcio femminile. In quel periodo il Pordenone calcio maschile andava male. Fu una grande soddisfazione avere la tifoseria maschile dalla nostra parte. Noi giocatrici, e lavoratrici, tornavamo a casa stanche da trasferte molto lunghe, ore e ore di strada; dormivamo in corriera. Quando scendevamo mezze addormentate, la mamma di Marzocchi si faceva trovare alla fermata della corriera con il caffè caldo e poi via a lavorare, senza poter riposare perché prima veniva il lavoro poi lo sport. Lia Micheluz, la nostra capitana, fu un’altra grande artefice di questa nostra follia, un po’ più grande di noi; ci ha guidato alla conquista di tutto quello che abbiamo ottenuto. Il suo detto era questo ’su su tose via dall’area, tiré lontan quela bala e alta, che la se suga’. Anche la trasferta in Germania rimane indimenticabile: vincemmo una partita difficile, sostenute da una tifoseria italiana memorabile. I tifosi che abitavano in Germania ed erano emigrati per lavorare alla Mercedes venivano a trovarci tutti i giorni, ci pregavano di vincere per poter essere riscattati da derisioni continue. Abbiamo giocato per loro con cuore e passione, la vittoria è stata esaltante! Ci hanno portato in spalla facendo il giro del campo davanti a 4mila spettatori. Dopo queste vittorie anche il nostro Comune di Pordenone, si accorse di noi; venimmo convocate dal sindaco dott. Giacomo Ros in Sala Consigliare per essere insignite di una medaglia d’oro per aver portato e onorato il nome di Pordenone in Europa. Fummo premiate anche dal sindaco Alvaro Cardin con la Medaglia d’argento, commemorativa del pittore pordenonese Michelangelo Grigoletti". "Abbiamo cambiato il corso della storia sportiva locale e spianato la strada alle future generazioni. Noi ex ragazze del calcio femminile Pordenone auguriamo un futuro splendido, pieno di soddisfazioni come lo era stato per noi".

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