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1° maggio nell’Azzanese: parola alle aziende del territorio

 “Graduale sì, ma che ripartenza sia”

Da un contatto quasi "a campione" con alcune aziende del comparto industriale di questo operoso territorio, emerge la decisa volontà di riprendere a lavorare, di far ripartire la vita in ambienti sprofondati nel totale silenzio per oltre un mese. E’ tanto necessario restituire al loro ruolo questi grandi edifici costruiti per essere testimoni e custodi di un notevole fervore operativo. La riapertura è stata autorizzata dal silenzio-assenso della Prefettura alla quale era stata inoltrata la domanda di ripartire. Ovviamente in tutte queste realtà sono rispettate al massimo le norme di sicurezza imposte dal virus.

Nell’azienda di Mario Paludet snc, si è ripartiti il 22 aprile in seguito alla necessità imposta da una filiera in cui tutto deve essere inserito nei tempi dovuti, come i tasselli di un mosaico. Si tratta di evadere ordini pervenuti da aziende straniere, che continuano a lavorare, prima dell’esplosione del Covid e rimasti congelati per il periodo della chiusura. Qui si producono pannelli multicolori o ante per mobili da arredo. Non si ricorre più all’impiallacciatura, ma il materiale plastico è nobilitato con uno strato acrilico sottilissimo. Questi nuovi materiali hanno sostituito completamente il legno. Si tratta di elementi ridotti a linee essenziali, semplificati al massimo per ridurre i tempi della manodopera. Si è lavorato soltanto per quattro giorni, per l’urgenza della consegna. Ora si è in attesa di nuovi ordini, fondamentali per la vita dell’azienda.

La ditta di Massimo Zamuner, specializzata in carpenteria meccanica, produce componenti per clienti della filiera agricola e alimentare. Nel periodo di chiusura si è lavorato al 50% appunto nella produzione degli elementi citati. Ora, in vista del distanziamento sociale negli uffici, si sta studiando uno speciale modello di produzione di piccole barriere di protezione da costruire su misura in base alle esigenze dei clienti. Si tratta di un settore per il quale si offrono sul mercato varie soluzioni, pertanto è necessario affermarsi con il nuovo modello realizzato in policarbonato trasparente. Il momento è carico di incertezza: ci sono tutte le pesanti incognite di un mercato che deve ripartire. La mancanza di fatturato tra marzo e aprile ha comportato una perdita di circa 200mila euro.

Presso la ditta MEC srl, gestita dai soci Michele Zamuner e Fabio, si producono componenti di alta precisione e di piccole dimensioni per macchine medicali, tessili… con l’impiego di ottone, acciai speciali e plastica. L’attività è ripresa dopo Pasqua perché i clienti del comparto medicale estero hanno chiesto di proseguire con la produzione. Si è ripartiti a ritmo ridotto, con turni di sei ore. Per il momento la prospettiva di lavoro consente di lavorare con doppi turni di sei ore e quindi di garantire un adeguato distanziamento secondo i protocolli di sicurezza. La chiusura di tre settimane ha comportato ovviamente delle perdite.

L’azienda di Gianfranco Ros è specializzata nella produzione di elementi in lamiera per una vastissima tipologia di impiego: arredamento, settore navale, agricoltura… come pure nella realizzazione di prodotti finiti. La ripartenza è avvenuta con tutti i crismi di sanificazione e preparazione dell’ambiente in vista delle norme imposte dall’emergenza attuale, mentre gli operai sono dotati al massimo di adeguata protezione. La partenza del 23 scorso, determinata dal collegamento con filiere della sanità e dell’agricoltura, è avvenuta per scaglioni. Attualmente, con gli ordini previrus da evadere, è assicurato il lavoro per un mese. Ma non si riparte con il ritmo di prima. Inoltre è in campo l’incognita relativa ai nuovi ordini. Si attende la ripartenza generale, tuttavia si potrà avere il quadro reale della situazione soltanto a settembre. C’è chi ha trasformato la tipologia di produzione, ma per ora c’è grande incertezza. In quanto alle perdite registrate nel mese di chiusura, si fa presto a fare i calcoli nel contesto di un fatturato di dieci, undici milioni l’anno…

Alla Friultex di Franco Boz, produttrice di tessuti in fibre pregiate per intimo, il titolare ammette di avere la fortuna di lavorare per un’azienda forte, quale la Calzedonia, che garantisce le commesse. Tuttavia è stata pesante la chiusura in un periodo in cui il fattore stagionalità ha avuto una notevole incidenza negativa. Purtroppo il lavoro dell’azienda dipende dalla fornitura dei filati che non sempre è stata assicurata. La maggiore sofferenza arriverà nella primavera dell’anno prossimo, quando i negozi dovranno ancora smaltire le giacenze invendute di quest’anno. Nel 2021 mancheranno gli ordini… Certo, anche il mese abbondante di chiusura rappresenta una perdita consistente.

In quanto alla sicurezza, si lavora in tre turni, anche di notte, per garantire le distanze, quanto mai dilatate in tre reparti da 400 mq, con tutti i dispositivi personali di protezione.

Fonte: Redazione Online
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