Commento al Vangelo
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Domenica 18 febbraio, commento di don Renato De Zan

Gesù l’uomo nuovo, nostro modello

Domenica 18 febbraio, commento di don Renato De Zan

 

Mc 1,12-15

Il quel tempo, 12 lo Spirito Gesù sospinse nel deserto 13 e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. 14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15 e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

 

 

Il Testo

 

1. La formula liturgica del vangelo è uguale alla pericope di Mc 1,12-15. La Liturgia ha soppresso l’espressione originale dell’incipit, “E subito….lo”, sostituendola con il classico “In quel tempo…..Gesù”. L’incipit originale manifestava la chiara intenzione pastorale dell’evangelista: il battezzato è chiamato a testimoniare la sua scelta per Dio nelle tentazioni. Il ritocco della Liturgia costringe il lettore ad accostarsi al brano delle tentazioni non contestualizzandolo nell’esperienza del Battesimo, ma legandolo alla predicazione del Maestro. Come dire: chi ha fatto la vera scelta di Dio è in grado di dare il giusto valore al messaggio di Gesù.

 

2. La Liturgia associa due pericopi ben distinte: le tentazioni (Mc 1,12-13) e il sommario (Mc 1,15-16). Il motivo sembra chiaro. Dopo che Gesù ha dimostrato, superando le tentazioni, di essere l’uomo nuovo, il nuovo Adamo, inizia il suo apostolato. Il sommario è già stato visto nella terza domenica del tempo ordinario, anno B (= 21.01.2024). Per questo motivo basta ricordare la traduzione dei concetti: “Il tempo è compiuto (l’attesa dell’Antico Testamento) poiché il Regno di Dio si è fatto vicino (attraverso la predicazione e i miracoli di Gesù). Convertitevi, credendo in me per mezzo del Vangelo”.

 

L’Esegesi

 

1. Il deserto è il luogo in cui l’uomo è “solo” e quello che sceglie di fare è merito o colpa sua. Non può scaricare responsabilità su altri. Il “peirasmòs” (tentazione) è il momento in cui l’uomo sceglie se stare dalla parte di Dio o no. Gesù sceglie di stare dalla parte di Dio, diversamente da quanto ha fatto Adamo.

Il vangelo di Marco concepisce tutta la vita di Gesù come una grande tentazione. Egli continuamente sceglie di stare dalla parte di Dio.

 

2. Nel testo apocrifo (= non appartiene all’elenco dei libri ispirati della Bibbia) la “Vita di Adamo”, viene detto che i primogenitori vivevano in pace con il creato, in mezzo alla fiere, e gli angeli li servivano. Dopo il peccato vennero cacciati dal Paradiso, entrarono in conflitto con il creato e non vennero più serviti dagli angeli. Gesù, invece, viene servito dagli angeli e vive in mezzo alla fiere: è un ripristino della condizione paradisiaca in una creazione riconciliata. Gesù è il nuovo uomo, così come Dio lo aveva da sempre sognato.

 

3. Dopo le tentazioni, Gesù inizia la sua predicazione tra la gente ritenuta più lontana da Dio. Secondo i teologi di Gerusalemme, la Galilea era abitata da ebrei semi-atei. Isaia aveva profetizzato che una grande luce (il Messia) avrebbe illuminato quelle regioni. Gesù propone il suo messaggio a chi è convinto di dover cambiare (i cosiddetti “lontani”), non a chi è compiaciuto di sé e delle sue convinzioni. Il suo messaggio è chiaro. Non c’è più da attendere perché in Gesù il regno di Dio si è fatto vicino. Non resta che convertirsi. Ciò non significa un generico “passare dal male al bene”, ma un cambiamento di mentalità, assumendo quella di Gesù attraverso il vangelo.

 

Il Contesto Liturgico

 

1. La Quaresima è tempo di conversione, di preghiera, di ascolto della Parola, di “rinuncia per donare”, di perdono e di amore evangelico per gli altri. Le letture bibliche delle cinque domeniche e della domenica di Passione propongono un itinerario, percorrendo il quale ogni credente può crescere  “nella conoscenza del mistero di Cristo” e “testimoniarlo con una degna condotta di vita” (Colletta generale). Tutto ciò che il tempo della Quaresima propone (conversione, preghiera, astinenza, perdono, ecc.) è importante, ma non va dimenticato quanto dice S. Leone su questo periodo liturgico: “è conveniente che il popolo cristiano, per quanto dedito all’astinenza, desideri maggiormente alimentarsi con la parola di Dio che con il cibo corporale”. Come dire: tutto è importante, ma alla sommità collochiamo l’ascolto della Parola. Dalla Parola, infatti, nasce la vera conversione.

 

2. Per la Quaresima dell’anno B, la Liturgia ha disposto un ciclo di letture articolato in cinque tappe, seguendo una triplice tematica. I vari testi del Vangelo domenicale svolgono sempre il tema della imitazione di Gesù, il tema del “come Lui”. I brani delle prime letture, invece, articolano attraverso le varie domenica il tema dell’alleanza. I testi delle seconde letture, infine, per il valore pastorale-morale che hanno, presentano il tema del Battesimo.

 

3. Dio ha voluto, infatti, offrire all’uomo gratuitamente (come gratuita è l’alleanza unilaterale di Dio con Noé nella 1° lettura: Gen 9,8-15) per mezzo del Battesimo (secondo l’illustrazione della 2° lettura: 1Pt 3,18-22) l’esperienza di essere uomo nuovo che pensa e agisce nell’imitazione del suo Maestro. La Colletta particolare evidenzia sia il tema dell’alleanza sia quello dell’ascolto della Parola: “Dio paziente e misericordioso, che rinnovi nei secoli la tua alleanza con tutte le generazioni, disponi i nostri cuori all’ascolto della tua parola…”.

 

4. Per l’approfondimento: Focant C., Il vangelo secondo Marco, (Commenti e studi biblici) Cittadella Editrice, Assisi 2015, 90-96; Pesch R., Il vangelo di Marco. Parte seconda, (Commentario teologico del Nuovo Testamento, II.2), Paideia, Brescia 1982, 170-173.178-189; Standaert B., Marco. Vangelo di una notte, vangelo per la vita, (Testi e Commenti), EDB, Bologna 85-94; Yarbro Collins A., Marco. 2, (Commentario Paideia. Nuovo Testamento 2.2), Paideia, Torino 2013, 278-286.

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