Commento al Vangelo
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Domenica 21 gennaio, commento di don Renato De Zan

Il tempo è compiuto, seguitemi per annunciare il vangelo

Parole chiave: Chiamata (1), Vocazione (1), Vangelo (126), Missione (12)
Domenica 21 gennaio, commento di don Renato De Zan

21.01.2024. 3° TO-B

 

Mc 1,14-20

14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15 e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». 16 Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18 E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19 Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. 20 E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

 

Il tempo è compiuto, seguitemi per annunciare il vangelo

 

Il Testo

 

1. Molti biblisti ritengono che Mc 1,1-13 sia una specie d’introduzione (titolo, il Battista, battesimo di Gesù, tentazioni) al ministero pubblico di Gesù. Il testo odierno (Mc 1,14-20) illustra l’inizio del ministero. Il brano è composto da due pericopi. La prima è un sommario della prima predicazione di Gesù (Mc 1,14-15). Vengono indicati il territorio in cui il Maestro iniziò il suo apostolato pubblico, la Galilea, e il contenuto della sua predicazione (“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”). La seconda pericope è un duplice racconto di vocazione (Mc 1,16-20). Si tratta della chiamata dei primi quattro discepoli: Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni.

 

2. Nella teologia di Marco, i chiamati sono coloro che continuano la missione di Gesù. Il gioco del testo evangelico è semplice: l’evangelista accosta il sommario della predicazione di Gesù alla vocazione dei suoi primi quattro discepoli (Mc 1,14-20). Si tratta del misterioso legame tra progetto di salvezza divino e coinvolgimento degli uomini da parte di Dio nell’attuazione di tale progetto. Per il chiamato, la vocazione consiste nel far proprio il progetto salvifico di Dio per gli uomini, ponendosi al servizio di Dio per la realizzazione di tale progetto di salvezza. È un ripetere il “sì” di Isaia: “Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!»” (Is 6,8).

 

L’Esegesi

 

1. La prima predicazione pubblica di Gesù si colloca in Galilea. È vero che Gesù viveva in Galilea, ma c’è anche qualche cosa di più. C’è un adempimento profetico: “In passato (Dio) umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 8,23-9,1). Gesù non incomincia la predicazione a Gerusalemme, in Giudea, terra degli Ebrei pii e religiosi, ma lì dove la gente era considerata miscredente.

 

2. Se dovessimo fare una traduzione accurata di Mc 1,14, il risultato potrebbe essere duplice. La prima proposta sarebbe la seguente: «“«Il tempo (di Dio) è compiuto» e «Il Regno di Dio si è fatto vicino: convertitevi» e «Credete (a me) per mezzo del vangelo»”». Una seconda proposta, fondata sul valore della paratassi semitica, potrebbe essere questa: «“Il tempo è compiuto poiché il Regno di Dio si è fatto vicino: convertitevi, credendo (a me) per mezzo del vangelo”». Anche Mc 1,17 meriterebbe una traduzione più aderente al testo. Mentre la CEI propone: “Venite dietro a me”, il testo greco dice più semplicemente: “Suvvia, dietro a me”. Il testo greco presuppone che i discepoli conoscessero già la predicazione di Gesù e il Maestro li incoraggia a seguirlo come discepoli.

 

3. La vocazione è una “chiamata” per una “missione”: sono due momenti distinti e complementari. Marco dice che Gesù ne scelse dodici perché “stessero con Lui” e “per mandarli” a predicare il regno, a scacciare i demoni e a guarire gli infermi (cfr Mc 3, 13-15). La chiamata non sceglie uomini eccezionali, ma persone comuni: i discepoli erano pescatori, Mosé era addirittura un omicida e un balbuziente. Amos era un contadino e Isaia un nobile. Geremia era giovanissimo e timido. Anche i tempi e i luoghi sono quelli della vita quotidiana. Nessuno può dire: “Questo non è il luogo”, oppure “Questo non è il momento”.

 

4. La risposta del chiamato implica una certa immediatezza (“E subito lo seguirono”) e una buona libertà nei confronti di cose (“lasciate le reti”) e di persone (“lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni”).  Il chiamato, infine, sa che la propria vocazione è il frutto di una chiamata continua che progressivamente specifica la sua missione. Abramo venne chiamato da Dio, ma Dio gli indicherà in seguito la terra dove dovrà fermarsi. Il chiamato è un “chiamato in continuazione”.

 

Il Contesto Liturgico

 

1. La prima lettura presenta la missione di Giona a Ninive (Gn 1-5.10): il suo compito era annunciare la conversione agli abitanti della grande città. Nella Colletta particolare il punto di vista non è dei chiamati che predicano il Vangelo, ma di chi ascolta tale predicazione: “Donaci la grazia di una continua conversione, per accogliere, in un mondo che passa, il Vangelo della vita che non tramonta”.

 

2 Per l’approfondimento: Focant C., Il vangelo secondo Marco, (Commenti e studi biblici) Cittadella Editrice, Assisi 2015, 92-102; Pesch R., Il vangelo di Marco. Parte seconda, (Commentario teologico del Nuovo Testamento, II.2), Paideia, Brescia 1982, 178-202; Standaert B., Marco. Vangelo di una notte, vangelo per la vita, (Testi e Commenti), EDB, Bologna 101-115; Yarbro Collins A., Marco. 2, (Commentario Paideia. Nuovo Testamento 2.2), Paideia, Torino 2013, 281-292.

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