Pordenone
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Pordenone dice NO alla Guerra

La città di Pordenone e il suo territorio hanno risposto con grande partecipazione alla “Marcia di solidarietà per il  popolo Ucraino” organizzata martedì 2 marzo alle 18. Da piazza Cavour è partito un serpentone, aperto da una lunga bandiera dell’Ucraina portata a mano dal sindaco Alessandro Ciriani, il presidente di confindustria altoadriatico Michelangelo Agrusti, da don Roberto Tondato in rappresentanza della Curia, da rappresentanti della comunità ucraina in città e da alcuni sindaci della Destra Tagliamento.

Pordenone dice NO alla Guerra

La città di Pordenone e il suo territorio hanno risposto con grande partecipazione alla “Marcia di solidarietà per il  popolo Ucraino” organizzata martedì 2 marzo alle 18. Da piazza Cavour è partito un serpentone, aperto da una lunga bandiera dell’Ucraina portata a mano dal sindaco Alessandro Ciriani, il presidente di confindustria altoadriatico Michelangelo Agrusti, da don Roberto Tondato in rappresentanza della Curia, da rappresentanti della comunità ucraina in città e da alcuni sindaci della Destra Tagliamento. A seguire tantissimi altri sindaci, rappresentanze di artigiani, commercianti, esercenti, sindacati e la popolazione. Popolazione italiana e ucraina insieme, tante donne anche con bambini. Bandiere. Un percorso silente, emozionante, rispettoso. Giunti di fronte al palazzo municipale hanno preso la parola  il sindaco Ciriani che ha espresso con grande chiarezza la motivazione della marcia. Noi popolo libero democratico sovrano manifestiamo per un altro popolo democratico libero sovrano che è stato invaso. Non possiamo voltarci dall’altra parte. Non evochiamo colpe ma siamo con il popolo ucraino e crediamo solo a trattative di pace. Ha ringraziato tutti per la presenza. Il sindaco Ciriani ha comunicato che venerdì ci sarà una seconda riunione in Prefettura a Pordenone per coordinare gli aiuti che tanti cittadini si stanno offrendo di dare, anche abitazioni. Ha preso la parola quindi Michelangelo Agrusti, un rappresentante dei sindacati. Per ultima, tra la commozione generale, una giovane ucraina che ha chiesto un grande abbraccio per gli ucraini e i loro bambini. Ha chiesto lavoro perché anche se non conoscono bene la nostra lingua gli ucraini hanno mani e gambe per lavorare. La manifestazione si è conclusa con un grande lunghissimo  applauso. Maria Luisa Gaspardo Agosti

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