Pordenone
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"Non sunu tutti rosi e ciuri" domani in Biblioteca incontro con l'autore

Gaspare Valenti presenta il suo libro domani a Pordenone in Biblioteca Civica alle 17.30. Relatore nell'incontro sarà anche il biblista mons. Renato De Zan. Interverrà anche l'assessore alla Cultura Alberto Parigi

"Non sunu tutti rosi e ciuri" domani in Biblioteca incontro con l'autore

Mercoledì 16 novembre alle ore 17.30 in Biblioteca Civica sarà presentato l’ultimo libro di Gaspare Valenti (foto): "Nun sunu tutti rosi e ciuri”. Relatore sarà mons. Renato De Zan. L’evento è patrocinato dall’Assessorato alla Cultura e dal Rotary club Pordenone Alto Livenza. In quest’ultimo lavoro, “Nun sunu tutti rosi e ciuri”, terza opera scritta da Gaspare Valenti, l’autore si propone all’attenzione dei lettori non come il redattore di un’analisi scrupolosa, bensì quella di un essere guidato dal forte desiderio di proiettare fuori di sé il personale e appassionato argomento che lo anima e che affronta una delle realtà più inconfutabili: l’aspirazione dell’uomo a penetrare il mondo del mistero, quello che è strettamente legato a particolari stati di coscienza interiore e, per un cristiano, intimamente connesso alla Parola di Dio. Un’aspirazione riconosciuta legittima all’umana genie, che ha percorso tutta la storia della nostra evoluzione e che ancora continuerà ad emozionare tutti quelli che verranno dopo di noi. Nascosti dietro ai nitidi e delicati racconti che l’autore narra si cela la sua innata aspirazione a fondersi con il vortice di voci supplicanti che vengono lanciate da un mondo colpito e immobile nelle sue angosce, soffocato e lacerato dalle maglie di un’epoca che stritola e non contempla nessun appello ai processi che gli s’incriminano. É così che riesce a conficcare la lama del suo stiletto e la fa penetrare in un affondo, amareggiato ma deciso, sui tormenti che il dolore infligge all’uomo durante la strada della sua vita. L’angolazione a cui si accosta, e che modella ben finemente come il cesello di una scultura, è quella dell’abituale quotidianità assurta, però, al ruolo di contraddittorio con il volere e i disegni di Dio Padre. "Ogni lettore, quando legge, legge se stesso” osserva Marcel Proust nella sua opera “Il tempo ritrovato” e in questo profondo concetto innesta le sue radici il testo dell’autore che, con pregevole autenticità, riesce ad avvolgere ognuno di noi fra gli impalpabili veli che coprono alcuni tenebrosi misteri in cui da sempre si avvinghia l’esistenza umana.

Fonte: Redazione Online
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