Pordenone
stampa

Dalla meditazione biblica alla Via Crucis

Le iniziative quaresimali della parrocchia San Marco a Pordenone. Alla Chiesa del Cristo la disponibilità dei confessori e l’appuntamento del mercoledì

Dalla meditazione biblica alla Via Crucis

Per vivere comunitariamente il cammino quaresimale, queste sono alcune delle proposte segnalate nella parrocchia di San Marco in Pordenone, col nuovo parroco mons. Orioldo Marso e collaboratori. Le messe festive, nel duomo concattedrale, si celebrano alle 9.30, 11.30 e 18.00 - anche la pre festiva. Alle 17.30, prima della messa, c’è il canto solenne dei Vespri, presente il ’Capitolo dei Canonici della Cattedrale’. Alla Chiesa del Cristo alle 20.00 - alle 20.30 col cambio dell’ora -, c’è la messa. Inoltre ogni mercoledì, alle 18.00, ci sarà una ’meditazione biblica’ o ’il Quaresimale’. È inoltre assicurata quotidianamente la presenza di uno o più confessori, essendo questa considerata: ’Chiesa penitenziale’. Tra le proposte di carità, risalta la colletta ’Un Pane per Amor di Dio’, finalizzata a sostenere le necessità delle missioni collegata alla diocesi. Anche la San Vincenzo, di settimana in settimana, segnala i generi alimentari che poi vengono distribuiti tra i poveri della città. I ’Venerdì di Quaresima’, alle 18.00 c’è la proposta della ’Via Crucis’, in duomo. Il tempio accoglie una serie di quattordici dipinti di ’Scuola Veneta’, eseguiti ad olio su tela, intorno al 1751, attribuiti a Gaspare Diziani, o alla sua Scuola. Si tratta di un pittore bellunese nato nel 1689 e morto a Venezia nel 1767. Qui maturò la sua sensibilità artistica, attenta al colore e alla plasticità delle forme. Nel 1956 furono restaurate da Tiburzio Donadon; nel 1970 dal professor Loberto e alcuni anni or sono da Renato Portolan, del ’Centro di restauro pordenonese’. Questa la descrizione riportata nell’inventario dei beni cul[1]turali della Cei, gentilmente inviata dall’archivista, a proposito della scena di ’Gesù inchiodato alla croce’: "Contenuta nella metà inferiore del riquadro, la scena lascia ampio spazio agli interni e al paesaggio, intesi come cassa di risonanza del dramma doloroso. Al centro si colloca il Redentore, caratterizzato dal candore della veste e dal raggio di luce che, direttamente, investe la figura". Nell’insieme, pare di poter dire che ci si trovi dinnanzi ad una serie di immagini, libere dagli schemi classicheggianti, nelle quali risalta la loro ’materiticità’. Anche la ’Via Crucis’ della Chiesa del Cristo merita l’attenzione dei fedeli, per cogliere degli spunti di meditazione personale. È stata realizzata dal noto artista e restauratore Giancarlo Magri, nato a Pordenone nel 1937. L’ha ideata, disegnata e dipinta, quando aveva 37 anni, proprio per questo luogo sacro, incoraggiato dal professor don Pietro Nonis, che amava frequentarlo e apprezzava le sue capacità, non solo come restauratore, ma anche come pittore. Attività appresa dal grande maestro Donadon. La scelta del tempio è indovinata, anche perché questa Chiesa si fregia di un antico privilegio, nel proporre la pratica della "Via Crucis", com’è documentato da un decreto esposto in sacrestia, che risale al 10 maggio 1742, a firma di frà Pancrazio Frigo, Ofm, Superiore della comunità, allora presente alla Chiesa del Cristo. L’inaugurazione avvenne domenica 4 aprile 1965, alla presenza dello stesso docente universitario, professor don Nonis, prima della messa delle 9.30, come attestano le cronache di questo settimanale. Si tratta di scene dipinte - olio su tela, di formato 40x25 cm. All’inizio erano 14, come da consuetudine. Successivamente, su invito di mons. Romanin, rettore di questa Chiesa, venne aggiunta la ’Risurezione’. Le varie ’stazioni’ furono donate dagli stessi fedeli, in ricordo dei propri defunti. Il noto artista rivela forza cromatica e abilità nel collocare, in uno spazio contenuto, le scene che narrano gli ultimi momenti della vita e morte di Gesù. Il linguaggio espressivo oscilla tra una trasparenza pittorica, che favorisce il sentimento religioso e una forza dinamica, carica dell’espressionismo utile a delineare la scena, rendendola leggibile, nella penombra che abitualmente distingue l’aula. Di lui scrisse il professor don Nonis, nel 1965: "I colori di una primaverile adolescenza, turgida di fermenti, fusi con la perizia consumata di un maestro. Il disegno guidato sino al limite trasfigurativo che rasenta l’astrazione, pur senza dissolversi in essa. Una tecnica esperta, che non riduce mai il tema a puro linguaggio, gelosamente conservando la volontà di esprimersi in accenti di bellezza"

Fonte: Redazione Online
Dalla meditazione biblica alla Via Crucis
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento