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Coldiretti Pordenone: situazione non ancora grave ma con segnali

Da circa due mesi non piove. E’ tuttavia evidente che i cereali autunno-vernini sono alquanto in sofferenza, come pure alcuni ortaggi.

Coldiretti Pordenone: situazione non ancora grave ma con segnali

Da circa due mesi non piove. Per quanto tanta parte della natura sia ancora a riposo, ci sono colture, quali alcuni ortaggi invernali in pieno campo e i cereali, questi ultimi da poco germinati, e pertanto in una fase molto delicata del loro sviluppo, che hanno molto bisogno di acqua. E’ noto a chi lavora la terra in ambiti specifici diversi che quasi tutti gli ortaggi sopportano meglio dei cereali la carenza di piogge. Per quanto sia un fatto acquisito, può accadere tuttavia che alcune varietà orticole soffrano in modo evidente per la mancanza di acqua, come sta avvenendo in questo periodo di diffusa siccità.
Parliamo di questa emergenza con il presidente della Coldiretti di Pordenone, Matteo Zolin. Come lui stesso osserva, da anni si registrano da noi inverni poco piovosi, come sta avvenendo anche attualmente, comunque oggi la situazione non è ancora grave.
E’ tuttavia evidente che i cereali autunno-vernini sono alquanto in sofferenza, come pure alcuni ortaggi. Nel mondo agricolo si continua a scrutare il cielo nella speranza che qualche perturbazione sia in arrivo. Ovviamente è pure attesa la neve in montagna: dopo una sola precipitazione abbondante in dicembre, ora è anche il turismo ad essere in attesa di una bella nevicata sulle nostre Dolomiti; ma è soprattutto la necessità di acqua per l’estate a farci desiderare anche la neve. Più a valle è ovviamente molto attesa la pioggia: se allo stato attuale non si registra ancora uno stato di allarme, in mancanza di precipitazioni è sicuramente in vista per il prossimo futuro.
Erica Da Pieve di Porcia, appartenente a una famiglia di orticoltori, ci racconta che l’aglio seminato a fine ottobre non è ancora germogliato e che il pregiato radicchio di campo sembra appassito, tanto che appena raccolto deve essere immerso nell’acqua per farlo rinvenire. Anche il cavolo nero è in sofferenza e così pure qualche altro ortaggio di stagione. Ovviamente non è possibile intervenire con l’irrigazione per il fatto che durante la notte si formerebbe il ghiaccio con effetti molto dannosi.
Michele Biscontin, florovivaista, pure di Porcia, spiega che la carenza di piogge non ha ancora messo in difficoltà le piante già radicate dei vivai, ma certamente quelle appena messe a dimora; inoltre anche le piante in vaso hanno bisogno di acqua circa ogni due settimane.
Gianluca Bortolin, che opera con le sue macchine agricole nel territorio di Polcenigo e Budoia, osserva che la mancanza di acqua piovana non rappresenta per il momento motivo di grave allarme, anche se il terreno è visibilmente assetato, pertanto si cerca di salvaguardare l’umidità dello strato che interessa le radici delle piantine dei cereali con interventi di rullatura. Ovviamente, se l’attuale situazione di siccità dovesse prolungarsi, il danno alle colture cerealicole sarebbe assicurato.
Nell’ Azienda De Munari di San Vito al Tagliamento non si registra allo stato attuale una situazione di emergenza idrica per le colture arboree, mentre sono in sofferenza i cereali. Ovviamente è impossibile praticare l’irrigazione perché il terreno nella notte gelerebbe. Può essere un provvedimento adeguato la possibilità di compattare i terreni rullandoli onde evitare la dispersione di umidità. La pioggia è comunque necessaria alle varie colture e pertanto molto attesa.
Giorgio del Rizzo, con il fratello Paolo allevatore di Azzano Decimo, osserva che i 40 mm di pioggia caduti in questo territorio il 5 gennaio sono stati sufficienti per alcune colture, ma non per il frumento, l’orzo e gli erbaggi che sono in sofferenza. Si rulla il terreno per dargli compattezza e perchè si mantenga l’umidità per le radici. Ci sono allo stato attuale previsioni meteorologiche che lasciano sperare. Le concimazioni effettuate a fine gennaio hanno bisogno di acqua per essere assorbite dal terreno, ma per il momento la situazione generale è moderatamente critica. Tutti aspettano anche la neve in montagna che favorisce l’accumulo di nubi in pianura. Purtroppo ora qui nella Bassa si temono i temporali che negli ultimi anni sono diventati devastanti uragani, per cui ci si preoccupa più del clima che della siccità.
In merito alle bizzarrie del clima, attualmente nelle ore pomeridiane fa molto caldo e le gemme si stanno ingrossando come a metà marzo. E poi di notte continua a fare freddo, per cui si bruciano. Le piante hanno bisogno di restare dormienti secondo il loro ritmo naturale.
Anche i bovini manifestano disagi in seguito a questi strani comportamenti della temperatura che ha una escursione termica di 10-11 gradi.
Attualmente ci si preoccupa della siccità, ma sarebbe necessario sottolineare anche altri gravi problemi che investono il mondo agricolo. Per citarne uno, il costo al dettaglio del latte di alta qualità si aggira intorno a 1,70 euro al litro, mentre al produttore sono corrisposti 41 centesimi (con l’aumento di un centesimo). Pertanto non fa meraviglia se ad Azzano Decimo si contano attualmente soltanto due allevatori e a Fiume Veneto nessuno. A loro danno non si configurano soltanto le anomalie del clima, ma anche lo scarso riconoscimento per le loro fatiche.
Flavia Sacilotto

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