L'Editoriale
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L'infinita pazienza di ricominciare

Idee per le nostre parrocchie per una pastorale rinnovata

L'infinita pazienza di ricominciare

ivere è l’infinita pazienza di ricominciare. E quando sbagli strada, ripartire da capo. E là dove ti eri seduto, rialzati. Salpare a ogni alba verso isole intatte. Ma non per giorni che siano fotocopia di altri giorni, bensì per giorni risorti, passati al crogiolo di amore, festa e dolore che è la vita, e restituiti un po’ più puri e più leggeri. E poi utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza… Noi andiamo tutti di inizio in inizio, attraverso inizi sempre nuovi. Perché con Dio c’è sempre un dopo". E’ l’indicazione con cui si apre il piccolo libretto di padre Ermes Ronchi: L’infinita pazienza di ricominciare.
Come rincominciare nella pastorale parrocchiale?
Un semplice e concreto suggerimento ci è stato dato in una recente relazione di formazione per la nostra Diocesi, da don Paolo Bizzetti, Vescovo dell’Anatolia, dove i cristiani sono un’esigua minoranza. Situazione in cui probabilmente ci si ritroverà, non fra tanti anni, anche in occidente, nei nostri paesi.
Non ci rendiamo ancora conto che è finita la cristianità di massa. Reggono ancora alcuni aspetti culturali e di tradizione, che raggiugono le persone in alcuni passaggi della vita. Per questo nella nostra pastorale deve finire la pretesa dei grandi numeri e di raggiungere tutti allo stesso modo. Allora è arrivato anche per noi il tempo per ricominciare, di utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre…
Come? Questo tempo di pandemia ci insegni a ripartire sullo stile di Gesù: da un piccolo gruppo, da piccoli segni…
Non ci è data la possibilità di fotocopia ma di iniziare con qualche esperienza. Attraverso piccole cellule di tre, quattro persone adulte che non frequentano più la chiesa, ma che magari sentono il bisogno di ripensare la vita dopo esperienze, talvolta, di fallimento o prive di significato o non esaurienti. Vale la pena mettere un po’ di attenzione e di coraggio per cercarle e fare la proposta per raccontarsi la vita, gli interrogativi…
Ricominciare con un piccolo gruppo di catechiste che vogliono ripensare la propria fede, per raccontarla e condividerla in modo semplice e personale.
Ricominciare con due, tre famiglie che si ritrovano nelle case attorno alla tavola, per rileggere la vita alla luce della Parola. Per domandarsi: Che cosa ci dice Gesù in questo nostro vissuto? Sulle mie e nostre vicende?
Non mancano nelle nostre Parrocchie tre, quattro giovani che si interrogano sulla vita al di fuori degli attuali schemi ecclesiali. E’ possibile, come Gesù, fare un po’ di strada insieme calandosi nel loro linguaggio…
Nei Consigli pastorali parrocchiali dove sembra tempo perso se non si parla di attività da fare, potrebbe essere un altro luogo dove pensare e condividere la propria vita di fede, dove avere la pazienza di interpretare da cristiani le non facili vicende umane della comunità del nostro tempo.
Perché non riavvicinare qualche anziano ancora curioso o le persone single in progressivo aumento e di cui ancora non ci rendiamo conto?
Piccoli percorsi da iniziare senza pretese efficientistiche e immediate. Sarebbe sufficiente un solo tentativo per parrocchia per scrivere centonovanta esperienze che potrebbero diventare illuminanti per l’intera nostra Chiesa diocesana.

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