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Tre finalisti a Friulistoria

Sono tre i libri finalisti del Premio Friulistoria, proclamati mercoledì 23 maggio nella sede della Fondazione Friuli. La terzina è in lizza per l’unico premio di saggistica storica a livello nazionale ed è stata selezionata dalla giuria scientifica tra 79 libri, pubblicati da 31 editori.

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Tre finalisti a Friulistoria

  Sono tre i libri finalisti del Premio Friulistoria, proclamati mercoledì 23 maggio nella sede della Fondazione Friuli, che, insieme a Regione e Poste Italiane, sponsorizza la manifestazione, giunta alla sua 5 ° edizione.
Il volume In terra d’Africa. Gli italiani che colonizzarono l’impero di Emanuele Ertola, edito da Laterza "ricostruisce la storia degli italiani che risposero alla chiamata di Mussolini per trasferirsi nelle terre d’Africa conquistate dal fascismo. Faraonici progetti di colonizzazione, desiderio di avventura o di profitto , grandi ideali e necessità pratica si incrociano inseparabilmente in un affresco che restituisce al lettore la memoria di una epopea oggi dimenticata, ma che negli anni ’30 suscitò la speranza di decine di migliaia di Italiani."

Marco Morandini con il libro Il capo. La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna, edito da Il Mulino, ne racconta la formazione intellettuale e la scalata ai vertici del regio esercito all’alba della prima guerra mondiale, ricostruendo la storia di un personaggio chiave della storia d’Italia, osannato agli inizi del conflitto, demonizzato dopo la disfatta di Caporetto, inserito nella tradizione politico e militare, spazzata via dal conflitto.

Con il volume La grande carestia del 1813-1817 in Friuli. L’ultima grande crisi di sussistenza del mondo occidentale, Marco Monte "ci riporta nel Friuli dell’ inizio del XIX secolo colpito dalla carestia generata dal combinarsi di eventi naturali avversi, raccolti scarsi, precarie condizioni igieniche e continue occupazioni militari." Un libro che travalica le dimensioni regionali restituendo al lettore la memoria di un mondo preindustriale oggi scomparso in occidente.

La terzina di libri in lizza per l’unico premio di saggistica storica a livello nazionale è stata selezionata dalla giuria scientifica tra 79 libri, pubblicati da 31 editori.
Ora la parola passa a 200 lettori, tra cui numerosi studenti di licei e università, scelti proprio per appassionare alla lettura i giovani.
La novità di questo anno nella formazione della giuria è data dal 7% di studenti di lingua italiana residenti all’estero e più precisamente in Inghilterra, Slovenia e Croazia: sarà un modo efficace non solo per aumentare la partecipazione giovanile, ma per diffondere anche all’estero la saggistica italiana in materia.
I giurati avranno tempo fino alla fine di agosto per formulare il loro giudizio e il volume vincitore sarà premiato a Udine il 5 ottobre.
Al premio Friuli Storia si affianca da quest’anno quello Fondazione Friuli scuole, indirizzato agli studenti delle scuole secondarie di Udine e Pordenone.
Questi entro il 30 giugno dovranno presentare un testo fino a un massimo di 8.000 battute relativo a un libro di storia che li abbia colpiti.
Una giuria composta da Andrea Zannini, Liviana Covre e Gianfranco Ellero giudicherà gli scritti, che verranno premiati contestualmente a Friulistoria il 5 ottobre 2018 (informazioni più approfondite sul sito www.friulistoria.it.). Andrea Zannini, Direttore del Dipartimento di studi umanistici dell’Ateneo di Udine, ha osservato che la funzione educativa e formativa della storia è stata fatta propria dalla Fondazione Friuli rispondendo alla grande domanda di conoscenza storica da parte degli studenti e di un territorio in cui si avverte l’importanza della stratificazione delle vicende passate.
Attualmente la lettura di libri di carta è data per morta, vittima dei social network, invece la giuria del Premio Friuli Storia pensa che questa sia una rappresentazione comune a molti, ma errata. "Noi pensiamo - ha sostenuto Tommaso Piffer, docente a Cambridge e inventore del premio - che leggere libri di storia sia importante per i giovani e che la fisicità del libro di storia non sia sostituibile perché leggere un libro di carta permette un tipo di esperienza conoscitiva non sostituibile. Solo apparentemente operiamo in modo demodé, tentiamo piuttosto di fare una operazione educativa per rieducare gli studenti a una attività fondamentale, essenziale che si è smarrita e questo è il senso del premio dedicato alle scuole."
Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli, ha notato che l’attenzione alla storia data dall’istituzione bancaria vuole fornire strumenti nuovi di comprensione in "un periodo storico in cui gli avvenimenti si succedono e bisogna avere chiavi di lettura immediate, corrette e positive e poiché per guardare al futuro ci vuole positività, è nata l’idea di abbinare al Premio Friuli Storia quello indirizzato alle scuole. Abbiamo bisogno - ha continuato Morandini - delle indicazioni dei giovani che ci indichino cosa possiamo fare di più per migliorare la loro condizione, per fornire stimoli nuovi e una voglia costruttiva di fare" paragonando l’attenzione rivolta ai loro pareri all’atto di "attingere acqua fresca a una fontana nuova."
Gabriella Bucco

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