Veneto Orientale
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Bibione: l'incendio che si è mangiato oltre 40 ettari di pineta e migliaia di animali

Intanto si farebbe strada la pista dolosa, per il ritrovamento nell’area interessata dal fuoco di una tanica di metallo deformata dal calore. Le indagini sono condotte dalla Polizia Locale di San Michele al T., che si rapporta con la Procura di Pordenone competente per territorio. 

Bibione: l'incendio che si è mangiato oltre 40 ettari di pineta e migliaia di animali

Un incendio di vaste proporzioni si è mangiato in poche ore una larga parte della pineta ad est di Bibione, nella zona Faro, riducendo in polvere centinaia e centinaia di pini e tutta la vegetazione, facendo terra bruciata di una vasta area, costituita da una quarantina di ettari, tra le più rigogliose dell’Alto Adriatico. Una grande ferita per il Comune di San Michele al Tagliamento e per Bibione, ma anche per l’Italia e l’Europa intera: ci vorranno alcuni anni per rimarginarla.
Le fiamme si sono propagate in pochissimi minuti, complice la siccità dovuta al caldo torrido di questo luglio che non accenna a diminuire. Quello che più ha fatto male è stato vedere questa distesa verde, vanto di una natura incontaminata, distruggersi senza poterla salvare. Le fiamme, altissime nel cielo, per ore hanno interessano un’area di pineta lungo il Tagliamento, fino al passo barca Bibione - Lignano (reso inservibile), lasciando dietro cenere e carbone.
In breve sono giunti sul posto per spegnere l’incendio, i Vigili del Fuoco da Udine, Padova, Rovigo e Vicenza, coadiuvati dagli equipaggi di Latisana, Lignano e Mestre, che hanno operato con due autopompe, sei autobotti tra cui due cisterne chilolitriche, tre moduli antincendio boschivo, venticinque operatori con l’apporto anche dell’elicottero "Drago 7" decollato da Venezia. Sul posto anche squadre dell’antincendio boschivo della Regione Veneto a cui si è aggiunto un Canader, partito da Roma Fiumicino. La Capitaneria di Porto di Lignano Sabbiadoro ha tratto in salvo otto persone: un turista campano, uno di San Vito al T. e sei slovacchi, che rischiando di venire soffocati dal fumo si erano gettati nel Tagliamento.
Il vice sindaco di San Michele al T., Pierluigi Grosseto, ha traquillizato popolazione e turisti: nella zona dell’incendio non risultavano persone disperse. "Quello che è più tragico - ha dichiarato Grosseto - è che l’incendio ha distrutto un’oasi naturale di bellezza e importanza inestimabile. Si stimano migliaia di animali morti, migliaia di pini bruciati e circa cinque milioni di euro di danni. Danni irrecuperabili a breve, per la pesantissima alterazione della biodiversità. Un evento come questo è una vera calamità i cui danni non sono tutti monetizzabili". Ad andare in fumo è stata una parte considerevole dell’oasi naturalistica protetta che per le peculiarità vegetazionali è considerata sito di interesse comunitario (Sic).
Intanto si farebbe strada la pista dolosa, per il ritrovamento nell’area interessata dal fuoco di una tanica di metallo deformata dal calore. Le indagini sono condotte dalla Polizia Locale di San Michele al T., che si rapporta con la Procura di Pordenone competente per territorio. Momentaneamente è stato impedito l’accesso pedonale al Faro ed è interdetto il passo barca Bibione - Lignano, al cui ripristino si lavora.
A lanciare l’allarme sulla necessità di un presidio continuo della zona, è l’associazione "Foce del Tagliamento Odv", per bocca di Giosuè Cuccurullo, consigliere comunale a San Michele: "E’ necessario creare una riserva a protezione della pineta del Faro, la Riviera Nord e tutte le altre aree verdi della foce del Tagliamento". Cuccurullo esclude che dietro a questa tragedia ambientale possa esserci una eventuale speculazione edilizia, in quanto su questi terreni non si può costruire. "La ferita inferta alla località turistico balneare di Bibione, con l’incendio della pineta, vero polmone verde, è terribile. E’ stato un colpo al cuore - ha dichiarato Giuliana Basso, presidente del Consorzio "Bibione Life" -, una ferita che ci vorrà del tempo per guarire".
Franco Romanin

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