Commento al Vangelo
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1 gennaio 2024, commento di don Renato De Zan

Entriamo nel nuovo anno come credenti che leggono  la storia come la Parola di Dio

Parole chiave: Don Renato de Zan (2), 2024 (2), 1 gennaio (3), Vangelo (126)
1 gennaio 2024, commento di don Renato De Zan

Lc 2,16-21

In quel tempo, i pastori 16 andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20 I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21 Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

IL TESTO

1. La formula evangelica odierna (Lc 2,16-21) è quasi uguale a quella proclamata nella Messa dell’aurora (Lc 2,15-20) del giorno di Natale. Mentre nella Messa dell’aurora il testo evangelico mirava a evidenziare il riscontro del segno (Lc 2,12) dato dall’angelo ai pastori (Lc 2,15: "Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: "Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere""), nel testo di oggi è fondamentale l’espressione di Lc 2,19: "Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore"

2. Il testo della formula è tagliato in modo non perfetto. Il testo, infatti, di Lc 2,16-20 ha una sua compattezza. Prima i pastori vanno, trovano e riferiscono (Lc 1,262-7) e poi tornano, glorificando e lodando Dio (Lc 1,20). Al centro, il testo presenta un "tutti" anonimo e, in particolare, la figura di Maria che custodisce e medita (Lc 1,18-19. Semplificando, la struttura appare concentrica: i pastori andarono (segmento a), Maria (segmento b), i pastori tornarono (segmento a’). Il versetto conclusivo (Lc 1,21) della formula evangelica è avulso dal racconto precedente e forma qualche cosa a sé stante (è un’inclusione ampia con Lc 1,31, versetto in cui l’angelo indica il nome di Gesù quale figlio di Maria)..

L’ESEGESI

1. Per il mondo biblico ogni avvenimento è una Parola di Dio che va decifrata. All’inizio dell’anno siamo al principio di un itinerario nel tempo che ci donerà avvenimenti, umanamente positivi e negativi. Sapere che, in ognuno di questi, Dio ha racchiuso una sua Parola per noi, diventa un modo per saper affrontare il tempo che ci sta davanti. Maria viene proposta dal testo evangelico come la Maestra che ci insegna a comprendere quello che accade. Davanti ai pastori Maria "serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (v. 19). Volendo essere più precisi, il greco dice che Maria serbava queste "rèmata". Il termine "rèma" non significa "cosa", ma "parola" o anche "avvenimento". È una possibile traduzione dell’ebraico "dabàr" che significa "parola, avvenimento".

2. Il processo di comprensione è fatta da più tappe. La prima consiste nel saper aspettare: un fatto non si interpreta subito. Deve passare del tempo per capire meglio cause e conseguenze dell’avvenimento. Ne risulta una seconda tappa: memorizzare il fatto. Il testo biblico dice che "Maria, da parte sua, custodiva queste cose". Infine la comprensione del fatto: Maria entrava nel significato di queste cose, "meditandole nel suo cuore". Il testo greco ci rivela una piccola sorpresa. Adopera il verbo "symbàllo" che significa, fra l’altro, "comparare". Che cosa Maria comparava? Gli avvenimenti con la Parola di Dio. Praticava ciò che i rabbini chiamavano il "Midràsh pèsher".

3. Il "Midràsh pèsher" era un procedimento di lettura della realtà attraverso la Scrittura. Il credente contempla l’avvenimento che gli è accaduto e cerca nella Scrittura un testo biblico che possieda caratteristiche simili all’avvenimento accaduto. Una volta trovato il testo, questo va interpretato e l’interpretazione data al testo viene applicata all’avvenimento. In questo modo l’avvenimento prende un significato alla luce della Scrittura. Mettere in dialogo quel brano biblico con l’episodio o gli episodi significa dare un significato di fede al vissuto storico.

IL CONTESTO
LITURGICO

1. La prima lettura (Nm 6,22-27) riporta la benedizione sacerdotale. Questo testo offre la certezza che, qualunque cosa succeda nel tempo, Dio è propizio e mostra il suo volto al credente. La seconda lettura (Gal 4,4-7) evidenzia come i credenti appartengano "alla pienezza del tempo" in cui Dio ha voluto incarnare suo Figlio per farli diventare a loro volta "figli" che chiamano Dio "Abbà".

2. Nel responsorio dell’ora di lettura oggi la Chiesa prega così: "Colui che i cieli non possono contenere, tu lo hai portato nel grembo, Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno". Poche parole per indicare la grandezza irraggiungibile di Maria, che accompagna l’assemblea celebrante in questo inizio di anno nuovo (la prima Colletta nella petizione chiede: "Fa’ che sperimentiamo la sua intercessione"). D’altra parte l’inizio di un anno nuovo costituisce un invito profondo ad accogliere il tempo come dono di Dio. Nel tempo Dio ci ha donato il Verbo, fattosi uomo nel grembo di Maria, e ci offrirà durante quest’anno ulteriori situazioni di gioia, ma anche di impegno. Per questo motivo, la seconda Colletta domanda il dono dello Spirito "perché tutta la nostra vita nel segno della tua benedizione si renda disponibile ad accogliere" il dono di Dio.

2. Per un approfondimento: BOVON F., Luca, 1, Paideia, Brescia 2005, 77-95; RADERMAKERS J. - BOSSUYT PH., Lettura pastorale del vangelo di Luca, EDB, Bologna 1991, 171-173; SCHÜRMANN H., Il Vangelo di Luca. Parte prima, Paideia, Brescia 1983, 128-163; SCHWEIZER E., Il vangelo secondo Luca, Paideia, Brescia 2000, 32-39.
don Renato De Zan

1 gennaio 2024, commento di don Renato De Zan
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