Pordenone
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Vecchie e nuove povertà: gli italiani si confermano la prima nazionalità seguita

Presentata la relazione del Centro d'ascolto diocesano della Caritas

La Relazione 2021 del Centro di Ascolto diocesano, oltre ai dati che fanno il punto sull’attività del Centro stesso, mette in evidenza anche tutto il lavoro delle Caritas parrocchiali, dei Centri d’Ascolto inseriti all’interno di alcune di esse e dei centri di distribuzione, nonché altri progetti volti a supportare le differenti povertà presenti sul territorio.

Le parrocchie

I dati si riferiscono alle venti parrocchie che hanno tradotto il loro impegno in cifre: appare subito in evidenza il dato che la nazionalità che di più usufruisce degli aiuti è quella italiana. I nuclei famigliari supportati sono stati 1181, 758 stranieri e 423 italiani, per un totale di 3068 persone. Dopo i connazionali, si collocano i ghanesi, con 210 presenze, e i marocchini, con 205 persone assistite. In genere gli stranieri, rispetto al passato, sono diminuiti, un po’ perché molti di loro si sono inseriti nel tessuto sociale, altri se ne sono andati e la pandemia non ha certo favorito spostamenti in generale. Un dato significativo è quello che indica come le parrocchie siano in grado di intercettare più capillarmente le situazioni di bisogno della popolazione anziana che vive attorno alla chiesa, perché più attenta alle necessità che si esprimono vicino ad essa. Le fasce di età maggiormente seguite sono quelle tra i 41 e 60 anni, che superano la metà delle persone che si sono rivolte alle parrocchie durante lo scorso anno. Da segnalare anche l’impegno di 107 volontari che hanno seguito le persone in difficoltà.

Centro d’Ascolto diocesano

Il Centro di Ascolto diocesano di Casa Madonna Pellegrina ha intercettato, nel 2021, 186 nuclei famigliari, per un totale di 520 persone: singoli e famiglie in disagio economico, oppure caratterizzati da situazioni di multiproblematicità, nonché situazioni di precarietà abitativa. Coloro che si sono rivolti al Centro di Ascolto sono soprattutto persone giovani e in età lavorativa: 32 per cento sotto i 34 anni e 47 per cento con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni. Gli anziani si attestano sulla percentuale del 10 per cento. Le persone che vivono in famiglia sono il 52 per cento, ma è alta anche la percentuale di coloro che vivono da soli, che raggiungono il 30 per cento. La situazione lavorativa è un altro dato che caratterizza l’utenza del Centro di Ascolto, poiché il 60 per cento di loro è disoccupato, solo il 20 per cento occupati e il 7 per cento pensionati. Chi ha difficoltà a trovare un lavoro ha di solito una limitata scolarità e formazione professionale, competenze linguistiche limitate, mancanza di patente, problematiche di salute. Anche in questo caso la nazionalità italiana è quella maggiormente presente, seguita dal Pakistan e dall’Albania e il Marocco. Gli italiani sono soprattutto tra i 35 e i 64 anni, per il 48 per cento dei casi disoccupati, ma sono presenti anche il 20 per cento di occupati e il 15 per cento di pensionati, soprattutto con pensioni di invalidità.
Le richieste sono soprattutto di ascolto e sostegno concreto, poi di beni materiali, in particolare di alimenti, seguiti dalla necessità di essere orientati verso i servizi pubblici e la rete delle realtà caritative, mediazione e supporto per l’attivazione di percorsi di aiuto. Si segnalano casi di persone che hanno difficoltà ad accedere a cure sanitarie per problemi economici. I casi più complessi sono seguiti in sinergia con le parrocchie e i servizi sociali e sanitari.

Fondo diocesano di Solidarietà

Un importante strumento di aiuto è il Fondo diocesano di Solidarietà, che è sostenuto dalle mensilità dei sacerdoti della diocesi e da donazioni di privati. Durante il 2021 sono stati erogati 69 mila euro, in calo rispetto al 2020, anno in cui è intervenuta la pandemia a mettere in crisi tante famiglie, ma senz’altro una cifra rilevante, che attesta che la crisi innestata dal Covid 19 non si è arrestata. Ne hanno usufruito 65 nuclei famigliari, per un totale di 213 persone, 74 per cento sono state famiglie con figli, 26 per cento persone sole. I nuclei famigliari italiani sono stati 33, 32 quelli stranieri. Pordenone ha fatto la parte del leone, con 31.502 euro erogati, seguita da Portogruaro, con 8.500 euro. I nuclei che ne hanno usufruito sono stati 32 con persone disoccupate, 17 con un lavoro a tempo indeterminato, 6 con un lavoro precario, mentre 5 sono stati quelli con pensionati e 5 inabili al lavoro. Le spese che sono state coperte per i tre quarti hanno riguardato soprattutto la gestione della casa, con in testa il pagamento di affitti, seguito dalle utenze e poi dalle spese condominiali.

Progetto la comunità e la dimora in cammino

Il Progetto la comunità e la dimora in cammino è rivolto ai singoli e alle famiglie che non hanno un alloggio stabile: si declinano in più luoghi, quali l’asilo notturno la Locanda, appartamenti a Casa Madonna Pellegrina, appartamenti privati o parrocchie. Nel 2021 sono stati accolti 133 nuclei famigliari: 36 famiglie e 97 singoli, per un totale di 180 persone. La breve accoglienza della Locanda ha riguardato 74 uomini singoli. Casa Madonna Pellegrina ospita per periodo più lunghi, ed ha accolto 16 nuclei famigliari, 37 persone di cui 15 minori, 2 casi italiani e 14 stranieri. Gli appartamenti che ospitano per un lungo periodo sono 8 e hanno coinvolto 18 persone. Le canoniche sono quelle dell’Immacolata Concezione a Pordenone e quella di Malnisio, che hanno accolto 10 persone. Inoltre, 22 nuclei famigliari hanno usufruito di contributi per spese relative all’abitazione.

L’Emporio

L’Emporio solidale si rivolge a 309 nuclei famigliari, per un totale di 937 persone, con 333 minori di 16 anni: l’iniziativa è stata promossa dalle Caritas parrocchiali della forania di Pordenone, Croce Rossa di Pordenone, Chiesa Evangelica Battista di Pordenone e San Vincenzo de Paoli di Concordia-Pordenone.
Ci sono moltissime altre realtà che sostengono l’Emporio, con le loro donazioni di prodotti e non solo. Nel corso del 2021 molto numerosi sono stati anche i donatori privati, che hanno permesso a questo servizio di essere più efficace. Molto importati, per non rimanere senza prodotti a lunga scadenza, gli apporti del Banco Alimentare del Friuli Venezia Giulia, come di Siticibo per quelli freschi. Fondamentale, inoltre, è il contributo di molte realtà della grande distribuzione, che offrono soprattutto cibo a ridosso della scadenza. I dati del 2021 hanno visto distribuire merci per un valore totale di 127.528 euro. L’iniziativa coinvolge 22 volontari.

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