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Pordenonelegge: primo giorno con la poesia in festa

Grandi festeggiamenti stamane a pordenonelegge per i primi 10 anni della “Gialla, la storica collana che impegna Fondazione Pordenonelegge.it al fianco di Samuele Editore per dare voce alle nuove generazioni di poeti italiani

Pordenonelegge: primo giorno con la poesia in festa

Grandi festeggiamenti stamane a pordenonelegge per i primi 10 anni della “Gialla, la storica collana che impegna Fondazione Pordenonelegge.it al fianco di Samuele Editore per dare voce alle nuove generazioni di poeti italiani, cosi come-attraverso la collana Gialla Oro -  per celebrare autori che hanno un posto di rilievo sulla scena poetica del nostro tempo. «A Pordenone abbiamo trovato terreno fertile per portare avanti il progetto – spiega il direttore artistico Gian Maro Villalta – e stiamo ora lavorando per una iniziativa editoriale che conferma il ruolo di  pordenonelegge quale punto di riferimento, in Italia, per quanto ruota intorno alla poesia». Alessandro Canzian, fondatore di Samuele editore, conferma che il lavoro lanciato nel corso del festival genera poi iniziative per tutto l’anno, incontri e contatti alla base dell’attività di produzione delle stagioni a venire».

 

Sono tre le nuove proposte in uscita per la collana “Gialla”: le opere di Alessandro Anil, Vincenzo Della Mea e Giuseppe Nibali, riunite in una comune intenzione, che è ancora una volta quella di ascoltare voci sincere e di “dare credito alla poesia”. E tre saranno gli autori di grande rilievo nel panorama nazionale e internazionale per la “Gialla Oro”, giunta all’ottavo anno: Mario De Santis, Martin Rueff e Tina Volarič, poetessa slovena per la prima volta pubblicata in Italia.Sono tutte disponibili da oggi, in occasione della 24^ edizione di pordenonelegge, Festa del Libro con gli Autori.

A pordenonelegge, sabato 16 settembre alle 18 alla Libreria della Poesia di Palazzo Gregoris, si presentano dunque i libri della “Gialla”, per la conduzione di Roberto Cescon e Augusto Pivanti. A cominciare da Clone 2.0, dove il poeta Vincenzo della Mea apre all’intelligenza artificiale come strumento della creatività poetica attraverso l’uso di GPT-2, che l’artista ha dapprima “addestrato” introducendo circa 12.000 poesie, poi lasciandola libera di creare poesia. quindi eliminando da questa super produzione le poesie che avevano troppi debiti o errori grammaticali, tramite software progettati dallo stesso autore umano. Infine scegliendo tra le rimanenti secondo il gusto dell’autore umano. lavorando quindi spalla a spalla tra macchina e uomo: la macchina si corregge dunque attraverso una scelta umana, autoriale nella sua unicità (e infatti Vincenzo Della Mea chiama sé stesso “Autore umano”).  in dialogo con i tre autori attorno alle loro opere. Terra dei ritorni, di Alessandro Anil, irrompe con estrema originalità nello scenario poetico attuale. Nel suo verso lungo, che attinge alla tradizione orientale, la materia si trasforma in vibrazione, fa germinare immagini, ripetute e variate, una sull’altra, che conducono una dominante melodia: la sera e l’auspicio dell’incontro.  Eucariota,offre uno sguardo sulla realtà vivente a partire dalla sua consistenza, sussistenza. La vita che Giuseppe Nibali descrive è fatta di giornate di crolli e sesso dove il linguaggio s’avviluppa alla vicenda, la riflette con la massima aderenza. Lo stesso autore si compone della liquidità di diversi soggetti parlanti, multipli io interiori in una focalizzazione che muta a seconda del punto di vista. Una biologia complessa, Eucariota, che approda a un “Non esiste più il male. Niente esiste”.

 

Il secondo appuntamento, sempre sabato 16 settembre, alle 21 alla Libreria della Poesia di Palazzo Gregoris, su “La Gialla Oro”, assieme ai tre autori di grande rilievo nel panorama nazionale e internazionale e ad Alessandro Canzian di Samuele Editore e il direttore artistico di pordenonelegge Gian Mario Villalta. In Corpi solubili, tra dissoluzioni e discioglimenti, la poesia di Mario De Santis certifica la provvisorietà del nostro tempo, in una sequenza incalzante di triloghi tra realtà, rappresentazione e metafora. L’ultima poesia di questo libro è lasciata “non-finita”, sospesa nel verso tronco. Apre sul vuoto, baratro o forse tra segni non visibili a stampa, spazio tra parola e parola come i codici digitali che le compongono. Senza altre parole a seguire, resta aperta la scena.

In Icaro grida in un cielo di creta, Martin Rueff si dedica a quello che succede al figlio di Dedalo dopo il suo bacio fatale con il fuoco chiaro e fresco. Icaro subacqueo? La poesia diventa strumento critico, strumento umano, di investigazione. Sul punto di annegare, Icaro si lascia andare a una visionarietà stralunata per ritornare su un passato fatto di ricordi, di versi e di speranze che risalgono in superficie sotto forma di bollicine soffici. Non si esclude che Icaro sia un figlio dei nostri tempi.

Silenzi a più voci - Večglasne tišine è l’opera che per la prima volta fa conoscere al pubblico italiano la poetessa slovena Tina Volarič, tradotta da Michele Obit. è composta da una prima parte di testi scelti dalla sua prima raccolta Cerchi di silenzi polifonici (Krožnice večglasnih tišin, JSKd, 2014), e da una seconda di inediti (Qui cresceva un albero). In questo percorso la poesia appare il “movimento” di una “tessitrice” che cuce le cose percepite “in nuove prospettive”, così che i paesaggi dove vive (le case di un piccolo borgo, una stanza, boschi, animali) si tengono insieme ai moti meccanici e alle galassie, in una successione di scene che si corrisponde più in là dello sguardo.

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