Pordenone
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Pordenone e Pordenonese: posizionamento di altre Pietre d'inciampo

In totale sono 24 le pietre finora collocate a Pordenone, oltre a quelle nei comuni limitrofi, che raggiungono il numero totale di 54. Altre cinque pietre si aggiungono ora. Altre pietre saranno collocate in provincia di Pordenone: il 25 gennaio a Prata di Pordenone, il 26 e 27 gennaio a Maniago, il 27 gennaio a Caneva e sempre in gennaio a Brugnera, Budoia, Sacile.

Parole chiave: Giornata della Memoria (15), Shoah (16), Pietre d'inciampo (3)
Pordenone e Pordenonese: posizionamento di altre Pietre d'inciampo

Dal 18 gennaio 2020, grazie ad un Progetto del Liceo “G. Leopardi-E. Majorana”, Pordenone è diventata parte dell’ampio Museo Diffuso delle Pietre di Inciampo, distribuito in tutta Europa con oltre 80 mila “pietre” in ricordo di chi è scomparso, vittima della violenza nazi-fascista e dell’Olocausto.

Il progetto ha posato finora più di 100mila pietre in oltre 2000 città europee e in Italia ve ne sono più di 1000: le prime furono collocate nel 2010 a Roma, in Friuli Venezia Giulia le prime furono poste a Gorizia nel 2016, un anno dopo a Trieste e dal 2020 a Pordenone e Udine, conducendo ricerche spesso difficoltose e frammentarie per restituire alla memoria dei deportati e alle loro famiglie la loro storia, l’identità e la dignità strappata via dalla guerra e dalla violenza. Nel 2017 il progetto è approdato anche in Argentina, dove sono state posate le prime pietre nel Nuovo Mondo.

In totale sono 24 le pietre finora collocate a Pordenone, oltre a quelle nei comuni limitrofi, che raggiungono il numero totale di 54. Altre cinque pietre si sono aggiunte oggi a questo itinerario della memoria cittadina.

Nelle prime tre tappe della mattinata, alla presenza del prefetto di Pordenone Natalino Domenico Manno, del vice sindaco e assessore a Cultura e Istruzione Alberto Parigi, della preside del LeoMajor Rossana Viola, di Anpi e Aned e dei parenti dei deportati, un gruppo di studenti del liceo Leopardi Majorana, accompagnati dalle loro insegnanti, ha preso la parola per raccontare le storie – a tratti commoventi - di quei pordenonesi, così come emerso dalle ricerche svolte presso l’Archivio storico e l’Anagrafe comunali, ricostruendo le vicende storiche ed umane dei deportati: vicende comuni, vite spezzate in modo tragico.

Afferma il vicesindaco Parigi: «La Shoah e la sua memoria hanno una portata e un significato universale. Allo stesso tempo, pensare a questi cognomi così familiari stampati nelle pietre di inciampo della nostra città, dei nostri quartieri, rende il ricordo ancora più vivo e tangibile. Sono cognomi della nostra comunità, che hanno pagato con la vita le persecuzioni nazi fasciste. Sono convinto che dobbiamo accompagnare le celebrazioni del giorno della memoria al pieno riconoscimento dello stato ebraico e alla condanna senza alcuna ambiguità di chi, come Hamas, ha come unica dichiarata opzione l'annientamento di Israele, un attacco alla nostra civiltà, alle nostre libertà, al nostro occidente rappresentato in medio oriente da Israele. Non è forse figlio del razzismo e dell'odio per l'occidente anche il gesto di chi, qui a Pordenone, ha estirpato la bandiera di Israele? Ecco perché credo che il ricordo dei concittadini strappati alle loro case e portati nei campi di concentramento, debba farci riflettere su quanto succede anche oggi».

I ragazzi hanno ricostruito la storia familiare e l’evento della deportazione subita da Olivo Reposi Muzzin, 20 anni, apprendista, rastrellato e soppresso dai nazisti a Dachau il 18 febbraio 1945, che abitava in via Stradelle 44; Antonio Lionello Rossi detto “Volpe”, 19 anni, della 15^ Brigata Osoppo, operaio, assassinato dai nazisti a Flossenburg il 23 febbraio 1945, che abitava in via Molinari 30; Umberto Perissinotto, 46 anni, della Brigata Garibaldi – Dante Di Nanni, meccanico, deceduto a Dachau a guerra finita, il 14 maggio 1945, per le privazioni patite nel lager nazista, che abitava in vicolo Molinari 8.

Due Pietre d'Inciampo verranno poste nel pomeriggio, a partire dalle ore 15, in via Portogruaro 3 per Mario Vendrame detto “Berto”, 19 anni, della Brigata Garibaldi - Veneziano, apprendista, assassinato nel campo di sterminio nazista a Flossenburg il 9 marzo 1945 e in via San Gregorio Bassa 17 per Rodolfo Marcuz, 45 anni, carpentiere, internato e assassinato a Linz il 18 aprile 1944.

Altre pietre saranno collocate in provincia di Pordenone: il 25 gennaio a Prata di Pordenone, il 26 e 27 gennaio a Maniago, il 27 gennaio a Caneva e sempre in gennaio a Brugnera, Budoia, Sacile.

Parte quest’anno anche un nuovo progetto, sotto l’egida di Aned, che coinvolge i bambini delle scuole primaria e secondaria di primo grado della città: «“Adotta una pietra” – spiega la presidente dell’Aned Pordenone Patrizia Del Col - si prenderà cura, grazie ai ragazzi, del controllo e della manutenzione delle pietre finora posate, regalando loro attenzione e commemorando il ricordo delle persone i cui nomi sono incisi, anche fuori dalla settimana annuale deputata a questa memoria. Un insegnamento per la nuova generazione, a riscoprire storia, radici, consapevolezza e a promuovere proprio l'idea di una vera e propria “società della cura”, per sviluppare da subito attaccamento alla propria città, cittadinanza attiva e partecipazione pubblica».

Erano infatti presenti questa mattina alcuni studenti della scuola secondaria Pasolini e della scuola primaria De Amicis.

Sabato 27 gennaio, alle ore 11 per le scuole e alle ore 15 per tutti, Aned ripropone la passeggiata audioguidata “Ritratto di una città in pezzi”, una performance realizzata nell’ambito del progetto “Le vie della Libertà”, finanziato dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, che nasce dall’idea di precorrere i luoghi della memoria simbolo della deportazione pordenonese.

Un’evoluzione arricchita del percorso, realizzata dagli studenti del Liceo “Leopardi Majorana” di Pordenone che, sotto la guida del regista Riccardo Tabilio e dell’Associazione 4704, hanno riunito in un’esperienza immersiva racconti, biografie, testimonianze, drammaturgia, musiche e suoni per raccontare e conoscere la città com’era nel periodo dell’occupazione nazifascista. 

Il percorso a piedi partirà dalla Sede Aned presso le Casermette di via Molinari 35 (oggi oggetto di lavori) e si snoderà attraverso la città per terminare al muro dei fucilati nell’area dell’ex Caserma di via Montereale (vicino alla Cittadella della salute), avrà una durata di quasi 2 ore e un massimo di 45 partecipanti. Per partecipare è necessario prenotarsi inviando una mail a info@deportatipordenone.it

Il programma completo è disponibile online alla pagina comune.pordenone.it/memoria

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