Pordenone
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Oltre i Vetri: contro la solitudine degli anziani

Fondazione Bcc, Don Giorgio Tonolo, grazie al lascito di Giovanna Maccaferri daranno vita al progetto “Oltre i Vetri: nonni in casa” anche a Pordenone, per contrastare l’isolamento e la solitudine

Oltre i Vetri: contro la solitudine degli anziani

Entrare nelle case delle persone anziane sole, portare loro non solo un conforto sporadico, ma prendersene cura con  continuità e calore. È l’obiettivo del progetto "Oltre i Vetri: nonni in casa", iniziativa nata da un’idea dell’Associazione San Pietro Apostolo ODV e portata avanti da qualche anno nel territorio del Servizio Sociale dei Comuni Sile-Meduna. Il progetto è stato presentato dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Bcc Pordenonese a don Giorgio Tonolo beneficiario di un lascito testamentario da parte della Sig.ra Giovanna Maccaferri di Pordenone da destinarsi a persone anziane bisognose. Don Tonolo ha ritenuto che il Progetto "Oltre i Vetri: nonni in casa" meritasse di essere sostenuto e ampliato anche nel Comune di Pordenone e ha messo a disposizione della Fondazione Bcc Pordenonese ben 70.000 euro di questo lascito in memoria di Giovanna Maccaferri. La Fondazione, oltre ad aver acquisito l’erogazione dal lascito testamentario, si sta attivando anche nel territorio del Comune di Pordenone. L’erogazione è stata accettata dalla Fondazione nei giorni scorsi in occasione della firma a opera di Giancarlo Zanchetta (presidente della Fondazione) e di don Giorgio Tonolo (fondatore dell’Iripes) con la partecipazione attiva di Pietro Fantin, consigliere della Fondazione Bcc Pordenonese. Il progetto Oltre i vetri: nonni in casa promuove iniziative che mirano a contrastare e prevenire situazioni di solitudine e isolamento di persone anziane (e non solo) attraverso l’attivazione di gruppi di volontari. Mira a prendersi cura delle persone e ha come obiettivo principale il miglioramento della qualità del vivere in solitudine, offrendo conforto e compagnia, risvegliando e recuperando i ricordi, le capacità e le aspirazioni delle persone per migliorarne la qualità della vita. Un’azione che diventa a beneficio per la società intera e indirettamente anche per le giovani generazioni. Le azioni del progetto sono rivolte quindi a chi vive in condizioni di isolamento o ai margini; i volontari vengono attivamente coinvolti per fornire diverse forme di relazioni o di aiuto, mettendo in rete e ottimizzando risorse già presenti, così da rafforzare i legami all’interno della comunità. Se il fine ultimo del progetto è contrastare la solitudine, si prevedono precise azioni: l’ascolto come forma di interessamento verso l’altro, il racconto della storia e dei ricordi per sollecitare attivamente la memoria; raccogliere altri bisogni (ad esempio trasporto). Si inizia quindi mappando il territorio, per capire quante e quali persone prendere in carico, prevedendo attività di compagnia e supporto alla vita domiciliare, la formazione dei volontari sul tema dell’invecchiamento e dei rischi di non autonomia collegati alla solitudine; assolvere a servizi di trasporto anche per favorire occasioni di incontro e socializzazione. Infine il monitoraggio costante anche telefonico periodico. Partner del progetto, che ha durata di cinque anni, sono l’Azienda sanitaria Friuli occidentale, i medici di Medicina generale, le Amministrazioni Comunali, i Servizi sociali, le parrocchie e gli enti del terzo settore operanti nel territorio.

Fonte: Redazione Online
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