Pordenone
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La mostra sui carriolanti friulani alla corte del Kaiser

Inaugura sabato 11 novembre alle 11 l’esposizione con foto, cartoline originali e documenti provenienti dagli archivi della ditta di Angelo Baviera, organizzata dalla Storica Società Operaia di Pordenone e allestita a Palazzo Gregoris fino al 10 dicembre

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Angelo Baviera con famiglia, soci e lavoratori

Una vecchia casa chiusa da anni che custodisce fotografie, documenti, oggetti e memorie di un tempo illustre, ma ormai dimenticato. Il “fiuto” di un appassionato di storia locale, che svolge al contrario il filo di vicende che portarono generazioni passate di friulani a lavorare e vivere all’estero, non senza successo e onori. Sono questi i due ingredienti che fanno della mostra “Angelo Baviera e i carriolanti friulani alla corte del Kaiser” un’occasione da non perdere per fare un tuffo all’indietro di quasi 150 anni, avvicinandosi a quegli ultimi decenni dell’Ottocento nei quali anche la Storica Società Operaia di Pordenone muoveva i suoi primi passi, mentre molti italiani, e friulani, andavano già a ingrossare le liste degli emigranti, in Europa e altrove nel mondo. Proprio nel Centro Culturale di Palazzo Gregoris a Pordenone, sede della Società Operaia, sabato 11 novembre alle 11.00 è prevista l’inaugurazione di questa esposizione, che non mancherà di suscitare curiosità ed emozione nei visitatori, che potrebbero anche riconoscere i propri avi tra le foto, le liste dei lavoratori, i cimeli, le cartoline d’epoca che Alessandro Da Pieve, appassionato collezionista e ricercatore storico (sua la pagina Facebook “La storia è unire i puntini”), ha meticolosamente recuperato dall’oblio e scelto per illustrare una di quelle “Vite forestiere” che la SOMSI da qualche anno, sempre con grande interesse, rimette sotto i riflettori di oggi, perché il passato torni a vivere. 

Realizzata con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e di COSTAM, la mostra gode anche del patrocinio dei Comuni di Fontanafredda e di Cavasso Nuovo, di EFASCE-Pordenonesi nel mondo e dell’Ente Friuli nel Mondo, oltre che di Confindustria Alto-Adriatico, trattandosi di una storia di lavoro, di imprenditoria e di impegno nella società civile, spesa anche a sostegno di quelle stesse famiglie di emigranti che Angelo Baviera, insieme al socio Basilio Pezzutti, entrambi originari dei paesi dell’area di Fontanafredda, impiegavano nella loro avviata ditta in Austria, che negli anni di maggior espansione contava più di 1000 dipendenti. Una Società nota e rinomata, che tra la fine dell’Ottocento e la prima decade del Novecento fu protagonista della costruzione di importanti opere fluviali nei territori della Bassa Austria e in particolare nella zona di Sankt Pölten, tanto da ricevere un “encomio” ufficiale dallo stesso Imperatore Francesco Giuseppe, che nel 1910 personalmente si recò sul posto per visionare i cantieri di arginatura del fiume Traisen e incontrare gli imprenditori all’opera.

L’impresa Baviera e Pezzutti negli anni seguenti si distinguerà per l’accuratezza e la precisione in vari lavori idraulici, in bonifiche, arginature e centrali idroelettriche. Lo scoppio della Grande Guerra e il ribaltamento delle alleanze decreterà la fine dell’attività in terra austriaca, tuttavia l’impresa, negli anni del Primo Dopoguerra, avrà una parte importante nella costruzione della linea ferroviaria Sacile-Pinzano. 

Le maestranze della ditta, tanto in Austria quanto in Italia, erano composte da manovali, sterratori e carriolanti friulani (soprattutto dell’are pordenonese, ma non solo), spesso ritratti insieme agli imprenditori in meravigliose foto d’epoca, che in mostra saranno esposte in originale, molte ancora con la loro cornice ottocentesca. Alcune riemergono qui dal passato per la prima volta, dopo che furono stampate (anche in formato “ingrandimento”) per l’Esposizione Internazionale di Torino del 1911 (in celebrazione di 50 anni dall’Unità d’Italia), dove la partecipazione alla mostra “Il lavoro degli italiani all’estero" valse a Angelo Baviera il diploma d’onore, insieme al socio Basilio Pezzutti e a Giacomo Bearzi. Diplomi e benemerenze, medaglie e attestati originali saranno nelle bacheche della SOMSI, insieme a disegni e progetti tecnici, materiali e attrezzi di lavoro (compreso un raro tecnigrafo originale viennese della stessa epoca e il teodolite utilizzato dalle maestranze in molti dei rilievi per i lavori di costruzione), e ancora oggetti personali come registri e diari, e lo stesso elegantissimo cappello “a tuba” che Angelo Baviera indossò di fronte al Kaiser e a Torino, negli eventi ufficiali. Tra i documenti, anche le liste con i nomi dei lavoratori impiegati dalla ditta (con indicazione dei turni di lavoro e delle mansioni), zeppe di cognomi locali i cui discendenti, per via più o meno diretta, si trovano sicuramente ancora qui in Regione.

Un’ultima curiosità: sarà esposto in mostra, accuratamente ricomposto, un modellino originale in legno della forza elettrica per la filanda Harlander a Luggau, impianto da poco restaurato, che fornisce energia “verde” al territorio. Questa, insieme ad altre opere, come la piramide del Donaugraben, le canalizzazioni e i regolamenti fluviali che ancora oggi proteggono il territorio di Sankt Pölten dalle alluvioni, la centrale di Hohenberg e quella di Wilhelmsburg, ancora in funzione, restano a testimoniare il sacrificio e l’ingegno di queste “Vite forestiere”, degli imprenditori e dei carriolanti friulani, che nel mondo lasciarono un segno.

La mostra resterà aperta fino al 10 dicembre con ingresso libero nei seguenti orari: giovedì e venerdì 16.00-19.00, sabato e domenica 10.30-12.30 / 16.00-19.00. Possibili anche visite guidate (su prenotazione) per le scuole, con particolare, ma non esclusivo, invito agli Istituti tecnici del territorio.

 

Info sul web: www.somsipn.it

e sulle pagine social della Storica Società Operaia di Pordenone.

Fonte: Comunicato stampa

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