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Mercoledì 8: il vescovo Pellegrini ha celebrato nella sede della Protezione Civile

Il vescovo ai volontari della Protezione civile: Voi il volto concreto della rivelazione. ha ricevuto in dono una giacca gialla che terrà nella sua cappella privata fino al fine della pandemia

Parole chiave: Protezione civile (24), Vescovo (143), Pellegrini (66), Coronavirus (232), Volontariato (8)
Mercoledì 8: il vescovo Pellegrini ha celebrato nella sede della Protezione Civile

Ovunque sono riconoscibili: giacche gialle, tute blu e gialle. Sono il distintivo degli uomini e delle donne della Protezione Civile. In diversi di loro hanno il cappello in testa degli alpini. La sede della Protezione Civile di Pordenone è il 3° luogo-simbolo scelto dal Vescovo Giuseppe Pellegrini per vivere la Settimana Santa durante la pandemia da coronavirus.

Ad accogliere il Vescovo, e dargli il benvenuto, il Sindaco di Pordenone dott. Alessandro Ciriani, l’Assessore Emanuele Loperfido con delega alle emergenze. Hanno concelebrato il Vicario Generale don Orioldo Marson. L’animazione del canto è stata curata da don Luca Basaldella. La S. Messa è stata celebrata, con cancello chiuso, all’aperto della sede della Protezione Civile.

 

Nell’omelia il Vescovo ha pronunciato la seguente riflessione:

«La frase che il profeta Isaia dice di sé, carissimi, credo che sia puntuale proprio per voi uomini e donne della Protezione Civile e del mondo del volontariato: «Non mi sono tirato indietro». Da quando è scoppiata in Italia la pandemia del coronavirus, le vostre giacche gialle hanno letteralmente abbracciato il nostro Paese e anche qui a Pordenone tocco con mano l’impegno concreto della Protezione Civile, della Croce Rossa Italiana (qui rappresenta da alcuni di voi e con tanti in diretta streaming) a stretto contatto con il cittadino chiuso in casa: consegnando le mascherine, portando il cibo a chi non può muoversi e tanti altri servizi nascosti.

Anche la parole che abbiamo ascoltato nel salmo sono certo che appartengono alla vostra vocazione come scelta controcorrente: «Mi aspettavo consolazione, ma non l’ho trovata». C’è paura tra la gente, ci si guarda con diffidenza, timore del contagio ed è naturale. Ma voi uomini e donne della Protezione Civile e tanti volontari in altre associazioni nel territorio, ci state dimostrando che la consolazione non solo è concreta, ma è possibile anche con il distanziamento sociale: uno sguardo, un saluto della mano, un sorriso da sotto la mascherina.

La nostra gente ha bisogno di consolazione e noi per primi tutti ne abbiamo bisogno. Non di una consolazione fasulla, ma vera. Per questo nel Vangelo abbiamo sentito con quale affetto Gesù parla del suo discepolo Giuda che lo tradisce: anche se ci appaiono parole dure, nascono da un cuore che vuole la vita e non la morte.

In questi giorni leggevo sul quotidiano cattolico Avvenire di un’intervista a un medico che diceva: “Prima ci chiamano angeli, eroi e poi ci denunciano”. È vero, non dobbiamo nascondere la realtà. Ma una parte non è il tutto. Il medico continuava dicendo: “Come medico rispondo alla mia vocazione e non all’applauso della gente che può certo incoraggiare, ma la radice è nel dare la vita come professionisti”.

Ecco, carissimi qui presenti, e tutti voi che seguite mediante la diretta streaming da casa: vi invito a fare vostre le parole di questo medico, nel rispondere con la vocazione del servizio totale in questo tempo di pandemia. Giuda ha consegnato Gesù ai farisei; e Gesù si è lasciato consegnare. Voi, uomini e donne della Protezione Civile, vi consegnate ogni giorno uscendo di casa e girando per la strade sapendo di consegnare la vita anche al pericolo del contagio. Questo pensiero, però, non offuschi mai la vostra passione e la vostra dedizione. E so bene che anche il Sindaco qui presente, il primo vostro responsabile nel Comune, è testimone di tutto ciò.

In conclusione faccio mio le parole che abbiamo ascoltato nel salmo: «Fatevi coraggio perché il Signore ascolta i miseri». Fate coraggio alle persone che incontrate e sappiate che la ricompensa è già nel vostro cuore, con la pace che Dio vi dona».

 

I segni dei 4 luoghi-simbolo

 

Al termine della S. Messa l’Assessore Emanuele Loperfido ha donato al Vescovo una giacca gialla della Protezione Civile, (cfr. foto) «ringraziandolo per la concreta discesa in campo che sta mostrando in questi giorni difficili per tutti scegliendo 5 luoghi-simbolo, tra cui la Protezione Civile di Pordenone. Sapere che questa giacca è nella sua cappella dove prega ogni giorno, infonde coraggio a tutti gli uomini e le donne volontari».

Il Sindaco, a conclusione della S. Messa, ha ribadito «di fare nostro il messaggio che il Vescovo in questi giorni vicini alla Pasqua ci sta infondendo, ponendo la sua attenzione – e persona – su luoghi cari a tutta la cittadinanza: azienda, scuola, ospedale».

 

Aggiornamenti dei Video sintesi nel canale YouTube

 

I video aggiornati dell’omelia del Vescovo, dei brevi interventi sono on line nel canale YouTube

Comunicare la speranza”: https://www.youtube.com/channel/UCr1NVWyuBwwjkhhARZhs-Ng

Mercoledì 8: il vescovo Pellegrini ha celebrato nella sede della Protezione Civile
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