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Formazione clero: Abitare il digitale. Il Vescovo firma il Mnaifesto Parole O_stili

‘Abitare il digitale – nuove parole per comunicare’ è il tema affrontato da Rosy Russo, all’incontro di formazione permanente per preti e diaconi, tenutosi all’auditorium del Seminario, giovedì 15 febbraio scorso. Dopo il dibattito chiarificatore, il Vescovo Giuseppe ha sottoscritto il ‘manifesto’

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Formazione clero: Abitare il digitale. Il Vescovo firma il Mnaifesto Parole O_stili

‘Abitare il digitale – nuove parole per comunicare’ è il tema affrontato da Rosy Russo, all’incontro di formazione permanente per preti e diaconi, tenutosi all’auditorium del Seminario, giovedì 15 febbraio scorso. La relatrice è consulente di comunicazione e formatrice, promotore del ‘Manifesto della comunicazione non ostile’; collabora con la Chiesa, nel promuovere il ‘Cammino sinodale’ nei social; vive a Trieste ed è mamma di quattro figli.

Ha esordito usando una serie di termini tipo ‘droppare’, ‘cring’, ‘crus’, per incuriosire i presenti e suscitare la consapevolezza che ‘il digitale è bello! Ciò che conta è saperlo abitare’. Il ‘Manifesto’ vorrebbe essere uno strumento e una strada per condividere questa gioia. Si tratta di un ‘decalogo’ scritto a più mani e tradotto in 35 lingue.

Prima di presentarlo, ha fatto alcune premesse, per confermare che le relazioni sono il cuore della vita di ogni persona. La ‘relazione’ si esprime e si alimenta attraverso le parole. Oggi occorre grande creatività nell’uso di queste, nella consapevolezza che non sono ‘solo parole’, ma molto di più. Sono infatti divenute una ‘cultura’, da abitare nella propria interezza, ‘dalla testa ai piedi’. Ricordando che le nuove generazioni trascorrono circa sei ore al giorno, comunicando coi social. La ‘rete’ non va vissuta con ‘ostilità’, ma come una ‘opportunità’, per crescere le nuove generazioni, comunicare con loro; cogliendo e rispettando le diversità culturali e identitarie - vedi il linguaggio per distinguere la varietà degli orientamenti sessuali delle persone.

Oggi occorre sapersi fermare e mettere a fuoco il fatto che stiamo vivendo un cambiamento epocale, segnato da situazioni limite, come le guerre, i problemi del mondo del lavoro, quelli ambientali e la stanchezza che tali situazioni possono causare.

Torna utile anche la presa di coscienza del fatto che il mondo dei social è suddiviso tra ‘baby boomer’ (nati tra la seconda metà degli anni ‘40 e seconda metà anni ‘60); la ‘generazione x’ (1965-1980), i ‘millennial’ (1980-1996) e la ‘generazione z’ (1995-2010). Con tutti, per comunicare, servono le parole specifiche del rispettivo linguaggio. Per ogni categoria, Rosy ha proposto video e sottolineato i tratti che li distinguono. Come pure i social che frequentano: soprattutto tiktok; o la ‘maranza’, vale a dire lo stile con cui vestono. Occorre uno sguardo ampio, come quello sottolineato da Papa Francesco, che parlando alla Giornata Mondiale della Gioventù si è rivolto a ‘Todos, Todos, Todos’.

Questi i contenuti del ‘manifesto’, approfonditi uno per uno: 1. Il virtuale è reale. 2. Si è ciò che si comunica. 3. Le parole danno forma al pensiero. 4. Prima di parlare bisogna ascoltare. 5. Le parole sono un ponte. 6. Le parole hanno conseguenze. 7. Condividere è una responsabilità. 8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare. 9. Gli insulti non sono argomenti. 10. Anche il silenzio comunica.

Dopo il dibattito chiarificatore, il Vescovo Giuseppe ha sottoscritto il ‘manifesto’.

Sintesi a cura di Leo Collin

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