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Chiusura del centenario del Seminario: sabato 30 aprile dalle 10.30 la giornata celebrativa

Prolusione del Prefetto del Dicastero per il Clero, S.E. Mons. Lazzaro You Heung Sik dal Vaticano e relazione dello storico prof. Agostino Giovagnoli dall’Università Cattolica. Sarà presentato il III Volume sulla storia del Seminario del prof. Bruno Fabio Pighin.

Presenti anche i Vescovi Ovidio Poletto e Livio Corazza. A conclusione la consegna dei Diplomi di Baccalaureato a 10 studenti dello Studio Teologico. 

Chiusura del centenario del Seminario: sabato 30 aprile dalle 10.30 la giornata celebrativa

 

Nel logo che campeggia sulla porta d’ingresso del Seminario di Pordenone c’è scritto: Deinde Feraces, ovvero, quindi diano frutto. Da 100 anni la Comunità educativa e lo Studio Teologico del Seminario sono i due polmoni che permettono di portare frutto a coloro che vogliono spendersi per una vita di donazione e di servizio nella Chiesa. La Diocesi di Concordia-Pordenone è in festa per il secolo di vita del Seminario Diocesano in Pordenone. Sabato 30 aprile 2022, con inizio alle ore 10.30 nell’Aula Magna del Seminario, si terrà la giornata celebrativa nell’attuale sede con i saluti di benvenuto del Vescovo Giuseppe Pellegrini. Il tema della formazione è al centro di questa giornata con la presentazione del III° volume sulla storia del Seminario scritto con competenza periziale dal docente prof. Pighin. Una formazione declinata in quattro aree trasversali: 1. vocazionale; 2. teologica; 3. pastorale; 4. inclusiva.

Formazione vocazionale.

Uno dei servizi del Seminario è quello esercitare il discernimento. In 100 anni sono passati in Seminario giovani che sono stati ordinati preti, ed altri che nel non semplice compito dell’accompagnamento hanno capito che la loro strada non era quella del sacerdozio. Ora sono papà di famiglia, imprenditori, docenti, medici e operai inseriti nella società grati al tempo vissuto in Seminario, ovviamente con i limiti che ogni realtà educativa ha in sé. La recente decisione della Conferenza Episcopale Italiana di avviare una riflessione sull’adeguamento per i Seminari alla luce della Ratio è proprio nel ripensare la formazione del prete nel contesto antropologico e culturale attuale. Prezioso in tal senso, sabato 30 aprile, sarà l’intervento del Prefetto del Dicastero per il Clero il Vescovo Mons. Lazzaro You Heung Sik dalla Città del Vaticano.

Formazione teologica.

La dimensione della teologia per il nostro Studio Teologico Celso Costantini, affiliato con la Facoltà teologica del Triveneto, respira a tre polmoni: a. l’unità con il Vescovo e il popolo; b. il potenziamento dello Studio Teologico; c. l’attenzione alle metamorfosi culturali della Chiesa perché lo studio della teologia si incarna e matura in una società che la storia ci consegna. Per una lettura attenta e contestuale del III° Volume sul Seminario, dal titolo Sull’onda riformatrice del concilio Vaticano II 1962-2020, interverrà lo storico prof. Agostino Giovagnoli, Ordinario di storia contemporanea dell’Università Cattolica di Milano. Nel Volume si traccia il governo pastorale di cinque Vescovi, ciascuno con polso unico e stile singolare: da Vittorio De Zanche (1962-1970), Abramo Freschi (1970-1989), Sennen Corrà (1989-2000), Ovidio Poletto (2000-2011) a Giuseppe Pellegrini (2011-2020) che prosegue il suo ministero episcopale.

Formazione pastorale.

I sacerdoti che si sono formati in questi 100 anni sono stati pastori a partire dai tratti identitari nei quali sono cresciuti. Il seminarista entra con la valigia e il Seminario consegna, per usare un’immagine, la “cassetta degli attrezzi” al futuro prete, perché sia padre per e con tutti. Il Seminario, come ha sottolineato recentemente il Rettore don Roberto Tondato nella pagina diocesana di Avvenire, «è la casa in cui trovano accoglienza svariate proposte e attività. Ciò permette ai seminaristi di entrare in contatto fin da subito con una pastorale dinamica e dialogante, per diventare i preti di quella Chiesa esperta in umanità».

Formazione inclusiva.

Inclusiva come la recente accoglienza dei profughi ucraini in Seminario, e la collaborazione attiva da anni con l'Azienda Sanitaria Friuli Occidentale per persone in difficoltà, testimonia che l'amore si deve porre più nelle opere che nelle parole, come dice S. Ignazio di Loyola. Tutto ciò per imparare ad affrontare ogni criticità ed essere Chiesa sinodale e in uscita indicata da papa Francesco. L’espressione Deinde Feraces, dunque, è la buona sfida che attende la Comunità educativa e lo Studio Teologico del Seminario per gli anni futuri.

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