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Cet: un Natale Inedito

Natale da vivere con fede, speranza e necessaria prudenza: andare al cuore della festa cristiana.  
Sacramento della confessione: i Vescovi diocesani, in caso di necessità e a loro giudizio, potranno valorizzare la forma straordinaria con assoluzione comunitaria e generale

Parole chiave: Confessione (1), Natale (57), Covid (66)
Cet: un Natale Inedito

I Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto si sono incontrati lunedì 7 dicembre u.s., in
videoconferenza, per fare insieme il punto su come accompagnare sul piano spirituale e
sacramentale le comunità ecclesiali del Nordest in vista del prossimo Natale, con
specifico riferimento allo svolgimento delle celebrazioni liturgiche, ad iniziare dall’Eucaristia
e all’amministrazione dei sacramenti, in particolare della confessione.
I Vescovi confermano vicinanza, sostegno e solidarietà alle persone, alle famiglie e alle
comunità più colpite e messe a dura prova dall’attuale situazione di pandemia -
oltretutto aggravata ulteriormente, in queste ore, dal maltempo che sta flagellando molte
zone di quest’area - e invitano ora a preparare e vivere con fede e speranza ed anche la
necessaria prudenza i prossimi “inediti” giorni del Natale per cogliere soprattutto
l’opportunità - offerta forzatamente dalle odierne circostanze - di apprezzare il carattere
fondamentale e il cuore essenziale della fede cristiana, che è incontro autentico e
sempre nuovo con il Dio che in Gesù Cristo si fa Bambino, assume anche le povertà e le
fragilità dell’uomo e ridona a tutti il senso della comune umanità e fraternità.
I Vescovi hanno espresso la loro preoccupazione circa l’effettiva possibilità per molti
fedeli - causa il protrarsi della pandemia - di accedere al sacramento della confessione
nella tradizionale forma “individuale”, per una serie di oggettive difficoltà ed anche per
evitare altri contagi e mettere ad ulteriore rischio la salute dei fedeli e dei ministri del
Sacramento. Consultata la Penitenzieria Apostolica in proposito, hanno quindi
convenuto che tale situazione di pandemia possa configurare quei casi di grave
necessità previsti dal Diritto Canonico e tali da portare, ad esclusivo giudizio del
Vescovo diocesano e secondo modalità da lui stabilite, a valorizzare e rendere
praticabile la cosiddetta “terza forma” del rito della confessione con assoluzione
comunitaria e generale, sia per gli adulti che per i bambini e i ragazzi. Tutto ciò è
nell’intento di valorizzare la dimensione cristiana del Natale.
Ciò potrà avvenire in un tempo ben determinato e limitato (dal 16 dicembre 2020 al 6
gennaio 2021), avendo cura di separare la celebrazione penitenziale comunitaria dalla
celebrazione dell’Eucaristia ed accompagnando il segno sacramentale con
un’adeguata catechesi e opera di formazione che metta in rilievo la straordinarietà
della forma adottata per il sacramento, il dono del perdono e della misericordia di
Dio, il senso del peccato e l’esigenza di una reale e continua conversione con l’invito a
vivere - non appena sarà possibile - il sacramento stesso nelle modalità e forme
tradizionali e ordinarie (confessione individuale).
Durante la stessa riunione della Conferenza Episcopale Triveneto, i Vescovi hanno inoltre
preso in considerazione la difficile situazione in cui versano attualmente, per più
motivi, molte case di riposo e strutture di cura di queste Regioni. Manifestano perciò
la preoccupazione per lo stato di solitudine (soprattutto spirituale) che parecchi ospiti
si trovano a vivere, talora impossibilitati ad avere relazioni frequenti con i loro familiari e a
ricevere il necessario accompagnamento religioso e spirituale nei momenti di malattia o
finali della vita poiché risulta difficile anche poter amministrare loro il sacramento
dell’unzione dei malati.
Nel contempo vi sono parecchie strutture socio-sanitarie che risentono fortemente delle
conseguenze della pandemia anche a livello lavorativo, gestionale ed organizzativo
evidenziando, in particolare, gravi problemi di carenza e turnazione del personale. I Vescovi
esprimono vicinanza e solidarietà a dirigenti e personale socio-sanitario di tali
strutture e rinnovano l’auspicio che quanti hanno competenze e responsabilità ai vari
livelli - politico, istituzionale, economico ed imprenditoriale - possano affrontare,
sbloccare e risolvere tali problematiche - che interessano non solo la sanità e le
istituzioni socio-sanitarie di questi territori ma toccano profondamente la vita di
tante persone e famiglie - mettendo sempre e di nuovo al centro la cura e la dignità delle
persone, la maggiore tutela e formazione dei lavoratori impegnati nel settore, il reale
rilancio e sostegno dell’attività fondamentale svolta da tali realtà socio-sanitarie.
Info: cetufficiostampa@patriarcatovenezia.it .

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