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L'immortalità tecnologica

Aladura porta a Pordenone il 31 gennaio e il 1° febbraio Giovanni Ziccardi per parlare di Immortalità tecnologica ovvero: esiste un diritto all'oblio? E soprattutto: viene rispettato?

Parole chiave: Pordenone (796), Aladura (31), Tecnologia (4)
L'immortalità tecnologica

Doppio incontro per parlare di Immortalità tecnologica con Giovanni Ziccardi a Pordenone: il 31 Gennaio 2019 ore 20,30 in sala Degan (Biblioteca civica) e il 1° febbraio alle 9 (per le scuole) in auditorium al Grigoletti.  

La diffusione di Internet ha reso possibile un dialogo ininterrotto, che si alimenta sui blog, sui forum, nelle chat, sui display degli smartphone. All'interno di questo dialogo globale, sono approdate le espressioni di odio razziale e politico, le offese, i comportamenti ossessivi nei confronti di altre persone, le molestie, il bullismo e altre forme di violenza che sollevano la curiosità del giurista. Come è nato il concetto di hate speech? Anche odiare è un diritto e quali sono i limiti che pongono gli ordinamenti giuridici? È mutato il livello di tolleranza e sono cambiati irreversibilmente i toni della discussione? Non solo. Se Internet, Facebook, Twitter, WhatsApp e i social network hanno completamente trasformato la vita, il modo di comunicare, le relazioni e gli affetti delle persone, perché non dovrebbero fare lo stesso con l'idea di morte, di immortalità, di lutto e di ricordo? Lo hanno già fatto, in realtà, come dimostrano la nostra quotidianità digitale e le ultime notizie tecnologiche: i profili commemorativi si alternano nelle nostre home ai profili attivi, mentre ci rifiutiamo di cancellare i contatti di persone care, e li custodiamo nelle rubriche dei telefoni; intanto, le manifestazioni di lutto collettivo virtuale diventano di celebrità in celebrità sempre più partecipate, spuntano i primi funerali trasmessi in streaming e si testano le prime chat che permettono di dialogare in tempo reale con amici morti. Superando la più sfrenata fantasia romanzesca, la tecnologia si è ormai spinta fino a quelle zone tradizionalmente considerate le più private e intime dell'esistenza umana, le più lontane dal caos e dall'informalità del web, dal chiasso dei social network. Cosa resterà, allora, della nostra vita online? Che fine faranno tutti i nostri dati - e-mail, tweet, status, fotografie e video - dopo la nostra morte? Rimarranno in cloud per sempre, intatti ed eterei, o si potrà ancora aspirare a un oblio delle informazioni? Che forme prenderà, in definitiva, la nostra eredità digitale?

Da sempre attento agli aspetti più controversi della società dell'informazione, esperto di criminalità informatica e investigazioni digitali, Giovanni Ziccardi affronta il tema della violenza verbale e della sua diffusione nell'era tecnologica, inoltrandosi senza timori nell'intricato rapporto tra morte e vita nel ciberspazio, tra diritto all'oblio e minacce (o desideri) d'immortalità tecnologica.

Giovanni Ziccardi è professore di Informatica giuridica presso l’Università di Milano. Insegna Criminalità informatica al Master in diritto delle nuove tecnologie dell’Università di Bologna. Ha fatto parte degli ambienti hacker nazionali e internazionali, studiandone l’evoluzione. Tra i suoi lavori ricordiamo: “L’odio online” (Raffaello Cortina, 2016), “Social media” (Giuffrè-Corriere della Sera, 2017), “Il libro digitale dei morti (Utet, 2017). Di prossima pubblicazione “Tecnologie per il potere. Come usare i social network in politica” (Cortina ed.)

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