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Domani e sabato “Il gabbiano” di Cechov

Al Teatro Verdi di Pordenone venerdì 24 e sabato 25 marzo la rilettura che il regista Leonardo Lidi ha fatto del capolavoro di Anton Cechov con un grande cast e una prestigiosa produzione, unica data in Triveneto prima del Piccolo di Milano

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Domani e sabato “Il gabbiano” di Cechov

Attesa in esclusiva per il Triveneto venerdì 24 e sabato 25 marzo al Teatro Verdi di Pordenone alle 20.30 con l’innovativa rilettura di un grande classico come “Il gabbiano” di Anton Čechov a firma del giovane regista Leonardo Lidi (classe 1988), che ha saputo imporsi in questi anni sulla scena teatrale italiana con versioni potenti ed originali di grandi autori classici. Con “Il gabbiano, per la prima volta Lidi dirige un testo di Čechov, primo tassello di una futura trilogia: un dramma delle illusioni perdute, che è lo specchio del disagio esistenziale di un’umanità fin de siècle, sospesa tra arte e vita. Capovolgendo il punto di vista Lidi, racconta la storia di un gabbiano che viene ucciso per la mano vigliacca di un giovane in riva al lago. «Se il pennuto fosse ancora in vita, e soprattutto se potesse parlare – commenta il regista- avrebbe tutto il diritto di chiedere al suo assassino, il giovane Kostantin, il perché di tanta ingiustificata cattiveria. E Kostantin, dall’alto del suo misero dolore, potrebbe balbettare qualcosa sulla sua infelicità, sul suo continuo fallimento, e su quanto non sia corrisposto dalla giovane Nina». In questo allestimento essenziale, che vede al proprio centro l’interpretazione degli attori (Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna) e le parole del maestro russo, Lidi costruisce una cassa armonica per i sentimenti che muovono i personaggi della storia isolati sulle sponde del grande lago di una tenuta estiva. L’amore e la sua assenza, i ricordi e la nostalgia dell’infanzia, le illusioni perdute, il disagio esistenziale, compongono il mosaico della nostra umanità e ci spingono ad aprirci e a interrogarci sulla semplicità del nostro essere. Scritto da Anton Čechov nel 1895, per sua stessa ammissione «andando contro le convenzioni teatrali in un modo terribile», “Il gabbiano“ fu accolto da un fiasco clamoroso. La poesia racchiusa nel testo, quel suo mondo di amori non corrisposti e illusioni perdute non vennero compresi. Fortunatamente, già dalle repliche successive, le reazioni del pubblico furono via via più favorevoli e un vero e proprio trionfo salutò, due anni più tardi, la produzione diretta da Stanislavskij. «Il gabbiano è il testo che mi ha veramente fatto innamorare del teatro - conclude Lidi - il mio preferito di sempre: in questo lavoro riesco a identificare tutto quello che del teatro mi affascina».

Lo spettacolo riunisce un grande cast e una prestigiosa produzione con Teatro Stabile dell’Umbria, Emilia Romagna Teatro Ert, Teatro Stabile di Torino in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi, dove ha debuttato la scorsa estate. quella di Pordenone è l’unica data del Triveneto prima di approdare ad aprile al Piccolo Teatro di Milano.

Info e biglietti: www.teatroverdipordenone.it ; biglietteria@teatroverdipordenone.it Tel 0434 247624

Fonte: Comunicato stampa
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