Cultura e Spettacoli
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Al parco del Castello di Torre: I Papu in “Il Conte alla rovescia” gioie e dolori del di Ragogna

Dopo l’anteprima di alcuni mesi fa, “i Papu” tornano per la loro estate nel Parco del Castello di Torre con il debutto ufficiale del loro spettacolo “Il Conte alla rovescia” gioie e dolori del di Ragogna, dedicato alla figura e l’opera del conte Giuseppe di Ragogna di Torre, realizzato assieme alla Storica Società Operaia di Pordenone. L’appuntamento è dal 2 al luglio (ore 21) nell’Arena OVS nel Parco del Castello ((in caso di maltempo nell’Auditorium S. Giuseppe a Borgomeduna).

Al parco del Castello di Torre: I Papu in “Il Conte alla rovescia” gioie e dolori del di Ragogna

 

Dopo l’anteprima di alcuni mesi fa, “i Papu” tornano per la loro estate nel Parco del Castello di Torre con il debutto ufficiale del loro spettacolo “Il Conte alla rovescia” gioie e dolori del di Ragogna, dedicato alla figura e l’opera del conte Giuseppe di Ragogna di Torre, realizzato assieme alla Storica Società Operaia di Pordenone. L’appuntamento è dal 2 al luglio (ore 21) nell’Arena OVS nel Parco del Castello ((in caso di maltempo nell’Auditorium S. Giuseppe a Borgomeduna).

Info: dalle 17.00 alle 21.00 - 371.3645055 - iduepapu@ipapu.it

Torre di Pordenone, 28 marzo 1951.
Giuseppe Conte di Ragogna viene incaricato dalla Soprintendenza alle Antichità delle Venezie di dirigere gli scavi presso la Villa d’epoca romana che egli stesso ha recentemente portato alla luce. I suoi concittadini lo percepiscono come un personaggio “strano”. È biasimato e deriso per la sua passione quasi maniacale per l’archeologia ma con questo incarico ufficiale può finalmente dimostrare a tutti i suoi detrattori di non essere un “bluff” e che l’attività di studio matto e disperato che ha svolto per molti anni in completa solitudine ha in realtà un alto valore scientifico.
E lui invece cosa fa? Si ritira dall’incarico e lascia tutto nelle mani della Soprintendenza. Perché? Perché nel ‘34 interrompe di colpo una discreta carriera di scrittore e drammaturgo? Perché, in tutte le foto ufficiali, complice forse un volto aquilino e un naso da sparviero, risulta sempre avere un’espressione un po’ così?
Uno spettacolo con tanti perché e nessuna risposta, chimerico, fluido e scoppiettante, a dispetto dell’età media del cast. Un tentativo di dipingere e descrivere la personalità complessa ed irrequieta di un uomo nato nobile e morto povero, alternando entusiasmi e riconoscimenti ad emarginazione e delusioni, caratterizzata da infiniti giri in bicicletta con il sogno di cercare risposte sul passato della sua regione, il suo amato ma poco riconoscente Friuli, ma soprattutto, e qui entriamo a piè libero e sospinti nel campo delle pure ipotesi speculative, per cercare risposte sul proprio destino di scrittore, letterato, storico, archeologo ma fondamentalmente di Uomo.

Al parco del Castello di Torre: I Papu in “Il Conte alla rovescia” gioie e dolori del di Ragogna
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