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La quarantena fa crollare il gioco d'azzardo

Grazie anche alle chiusure imposte dalle misure anti covid c'è stata una considerevole riduzione nel gioco anche se resta possibile quello online. Nel 2019 giocati 110 miliardi di euro

La quarantena fa crollare il gioco d'azzardo

a forzata permanenza in casa che la diffusione del Coronavirus ci impone ha un effetto non previsto: la riduzione considerevole del gioco d’azzardo.
Senza che il fenomeno susciti particolare attenzione, essendo relegato allo studio scientifico, apprendiamo che nel 2019 in Italia sono stati giocati più di 110 miliardi di euro. In Abruzzo, Lombardia e Campania la Raccolta pro-capite è stata la più alta.
I dati pubblicati dall’Agenzia delle Dogane – Monopoli (ADM) ci dicono che la “raccolta” è aumentata del 3,5 % rispetto all’anno precedente e che il giocato pro-capite è stato di 2.180 euro. Nell’ultimo decennio si è verificato un aumento del 132%.
Per i giochi online gli italiani hanno speso 1.853.332.084 euro con un aumento del 70% negli ultimi quattro anni.
Il fenomeno del gioco coinvolge in modo preoccupante i giovanissimi.
Tra le città metropolitane Milano è al 12°posto (1.774), Napoli al 29° (1.595), Venezia al 30° (1.592), Roma al 37° (1.541), Bologna al 40° (1.522), Bari al 45° (1.441), Firenze al 51° (1.403), Genova al 61° (1.330), Cagliari al 67° (1.304), Reggio Calabria al 72° (1.268), Messina all’81° (1.203), Torino all’82° (1.192), Palermo all’84° (1.170) e Catania all’89° (1.115)
Questi dati si riferiscono al gioco legale, regolarmente registrato dai canali dell’ADM, ma non possiamo dimenticare che esiste, soprattutto sui territori a forte presenza mafiosa, una quota piuttosto elevata – di difficile calcolo – di gioco illegale.
Ci viene spiegato che per “Raccolta” si intende l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori. La “Spesa” corrisponde alle perdite dei giocatori ed è data dalla differenza tra “Raccolta” e “Vincite”.
Quello che rimane è quanto hanno ricavato i concessionari e i rivenditori, detratte le somme che lo Stato ha prelevato per le tasse o quanto ha incassato direttamente.
Da un’analisi dei dati, appare chiara la sproporzione tra quanto guadagnano le grandi società concessionarie e gli operatori economici dell’industria dell’azzardo e quanto rientra effettivamente nelle casse pubbliche.
Come ha evidenziato uno studio della Caritas di Roma: “anche bambini e adolescenti, che per legge non dovrebbero avere alcun accesso al gioco d’azzardo, spesso rivelano invece una familiarità preoccupante, a cui sembrano contribuire anche tutte quelle modalità subdole, che pur non rientrando nel novero del gioco d’azzardo, ne riproducono i meccanismi: dai “gratta e vinci” che mettono in palio buoni spesa, distribuiti in supermercati e persino nei negozi di giocattoli, alle macchinette diffuse in centri commerciali e sale giochi, in cui i bambini inseriscono gettoni per vincere ticket e ottenere piccoli oggetti, proprio come gli adulti inseriscono denaro nelle slot per ottenere altro denaro”.
Se riferiamo al nostro territorio i dati del 2019, constatiamo che nella provincia di Pordenone la “raccolta”, cioè la somma giocata, è stata di 374.984.782, 84 di euro e la spesa di 882.248,44. Nella provincia di Venezia la raccolta è ammontata a 1.171.070.429,74 di euro e la spesa a 595169,46.
A Portogruaro la somma di denaro giocato è stata di 49.745.729,82 di euro, mentre la spesa è stata di 305.678,756.
Sono cifre che nel momento di estrema difficoltà economica che stiamo attraversando dovrebbero farci riflettere e dovrebbero indurre chi ci governa ad affrontare il problema in modo efficace.
Con la legge di bilancio 2020 sono state disposte alcune misure in materia di giochi e lo stesso era stato fatto con il decreto legge 124 del 2019. Si tratta di interventi che fanno leva sugli aspetti impositivi ma non affrontano in modo globale il problema.
La scienza medica ormai elimina, negli atti e nelle comunicazioni ufficiali, le diciture “ludopatia”, “gioco patologico” e simili e le sostituisce con la locuzione “disturbo da gioco d’azzardo” (DGA), più precisa da un punto di vista scientifico e rispondente ai criteri della ricerca in psichiatria. Ad essa ed alle sue conseguenze fisiche ed economiche dobbiamo fare riferimento.
Si rende necessaria una seria campagna di informazione sui danni che il gioco cagiona e, nello stesso tempo, un efficacie controllo su tutti i locali ove sono presenti macchinette per il gioco, riducendone il numero, Un controllo efficace si dovrebbe attuare sui siti internet dedicati al gioco, attraverso i quali le persone, ed i giovani in particolare, possono scommettere facilmente, evitando di doverlo fare pubblicamente.

* Già Presidente del Tribunale di Pordenone

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