Commento al Vangelo
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Domenica 29 gennaio, commento di don Renato De Zan

Beati: grande è la vostra ricompensa nei cieli

Domenica 29 gennaio, commento di don Renato De Zan

29.01.2023. 4° domenica T.O.-C

 

Mt 5,1-12

In quel tempo, 1 Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2 Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: 3 «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4 Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5 Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10 Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

 

 

Il Testo

 

1. Il testo delle beatitudini si trova in Mt 6,1-12. La Liturgia di proposito ha tolto Mt 5,12b (“Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”) perché intende presentare semplicemente le beatitudini senza nessun tipo di paragone. Inoltre la Liturgia intende sottolineare la grande ricompensa nei cieli (Mt 5,12a), espressione con cui si conclude la formula liturgica del vangelo.

 

2. La formula liturgica si può suddividere in tre parti: la presentazione della scena (Mt 5,1-2), le otto beatitudini (Mt 5,3-8) e la beatitudine personalizzata (“Beati voi”: Mt 5,11-12). Nella presentazione della scena Gesù sale sul monte, come Mosé, e rivolge il suo discorso (della montagna) ai suoi discepoli (non alla folla). Le otto beatitudini sono molto ben caratterizzate a livello letterario. Sono incluse dall’espressione “perché di essi è il regno dei cieli” (v. 3 e v. 10). Inoltre, sono divise in due strofe dalla ricorrenza della parola “giustizia”, alla fine della quarta (v. 6) e dell’ottava beatitudine (v. 10). La beatitudine personalizzata è una aggiunta fatta da Matteo a un brano, le Beatitudini, già molto elaborato.

 

L’Esegesi

 

1. Matteo pone in parallelo Gesù con Mosè, ma ciò indica solo che Gesù è il nuovo Mosè. Non intende assolutamente dire che le Beatitudini sono i “nuovi comandamenti” (nessuno può “farsi perseguitare”). Andrebbe contro la teologia di Gesù che in tutto il suo apostolato pubblico ha predicato contro la presunzione di salvarsi per i propri meriti, osservando la Legge (cf Gal 2,21: “Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano”). Le Beatitudini sono come uno specchio in cui i credenti possono ritrovarsi e sapere che sono candidati al “regno del cieli”.

 

2. L’interpretazione delle Beatitudini può essere desunta dalla struttura letteraria. È stato visto che le otto Beatitudini sono suddivise in due strofe regolari (4 beatitudini per ogni strofa) che vanno lette in parallelo. Questo aiuta a interpretare le Beatitudini. Chi sono i miti (terza beatitudine della prima strofa)? Sono gli operatori di pace (terza beatitudine della seconda strofa). E i poveri in spirito? Sono i misericordiosi. Questo tipo di lettura presuppone la buona conoscenza dei singoli vocaboli.

 

3. Una seconda linea interpretativa, forse più facile della precedente, si ha cercando di capire come Gesù ha vissuto ciò che ha detto. In Mt 11,29 Gesù dice: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita”. Chi è il mite? È Gesù. Così per le altre singoli beatitudini che rispecchiano un aspetto della persona di Gesù. La Chiave interpretativa, dunque, è “come Lui”.

 

4. Le varie motivazioni sono delle varianti per indicare il Regno dei cieli. Solo che la prima e l’ottava beatitudine garantiscono che i poveri in spirito e i perseguitati per la giustizia fin da subito appartengono al regno dei cieli. Tutti gli altri sono depositari di una promessa (i verbi sono al futuro).

 

Il Contesto Liturgico

 

1. Il profeta Sofonia si trova di fronte a un popolo di Giuda poco religioso e politicamente disinteressato. Siamo alla vigilia della grande riforma di Giosia (629-609 a.C.) attuata nel 622 a.C. Ma siamo anche vicini alla prima grande invasione di Nabucodonosor (597 a.C.). Nella formula eclogadica della prima lettura (Sof 2,3. 3,12-13) il profeta Sofonia tratteggia, anche se in modo incompleto, l’identità della nuova umanità.  

 

2. La Colletta generale è molto generica e può star bene in qualunque domenica del Tempo Ordinario. La Colletta propria, invece, evidenziando i poveri e gli umili (due categorie messe in luce dalla prima lettura), lega il testo profetico a quello evangelico. Nella petizione (più precisamente nella frase complementare della petizione) la Colletta chiede il dono per la Chiesa di seguire il Maestro “ sulla via delle beatitudini evangeliche”.

 

3. Un cenno particolare va fatto al versetto prima del Vangelo (“Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”). Si tratta della chiusura della Beatitudine rivolta ai discepoli insultati, perseguitati e calunniati (“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia”). La ricompensa è espressa al tempo presente: già da adesso sono garantiti della loro ricompensa nei cieli.

 

 

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