Commento al Vangelo
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Domenica 12 gennaio, comemnto di don Renato De Zan

Giovanni è consapevole della grandezza di Gesù; contemporaneamente riconosce il bisogno di essere salvato da lui; infine manifesta la difficoltà a comprendere come egli, nella sua piccolezza e nel suo bisogno di salvezza, possa essere utile a Gesù.

Parole chiave: Battesimo (2), Gesù (14), Vangelo (126), Diocesi (190)
Domenica 12 gennaio, comemnto di don Renato De Zan

Mt 3,13-17
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano, da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?". Ma Gesù gli disse: "Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia". Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: "Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento".

Tematica Liturgica
Nel quarto e nel V secolo d.C. - seguendo gli indirizzi di S. Ambrogio (+ 397), di S. Paolino di Nola (+ 431) e di S. Massimo di Torino (+423) - la Chiesa vedeva nel Battesimo una delle tre grandi "epifanie" di Gesù. Le altre due, ovviamente, erano i magi al presepio e il miracolo di Cana di Galilea. La riforma liturgica nata dal Concilio Vaticano II ha scorporato il Battesimo di Gesù dal 6 Gennaio e lo ha collocato nella domenica successiva all’epifania come festa che chiude il tempo liturgico del Natale. Nell’episodio del battesimo di Gesù, dove il Signore viene manifestato come "Figlio amato" e nel quale Dio si è "compiaciuto"., Matteo (Mt 3,13-17) vede l’adempimento di quanto era stato annunciato dal profeta Deutero-Isaia sul Servo di Yhwh (cfr la prima lettura: Is 42,1-4.6-7). Il Servo avrebbe avuto su di sé il compiacimento di Dio ("il mio eletto di cui mi compiaccio"), sarebbe stato pieno di Spirito divino ("ho posto il mio spirito su di lui"), avrebbe avuto nei confronti degli uomini un atteggiamento di comprensione e di misericordia ("non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta"), liberandoli definitivamente dalla morte e dal peccato. Il compito del Servo, infatti, è quello di caricarsi dei peccati di tutti gli uomini e di espiarli. La salvezza è per tutti e non a caso nella seconda lettura Gesù è chiamato "il Signore di tutti" (seconda lettura, At 10,34-38).
Il Battesimo di Gesù, dunque, è la "manifestazione" di Gesù e della sua missione salvifica. Ma c’è di più. Nell’embolismo del prefazio la Liturgia spiega la ragione della celebrazione odierna: "Nel battesimo di Cristo al Giordano hai operato segni prodigiosi per manifestare il mistero del nuovo lavacro". Il tema del nuovo lavacro o battesimo, ritorna anche nelle tre collette proposte per questa domenica. Nella petizione della prima Colletta l’assemblea prega che i figli di Dio, rinati nel battesimo, possano "vivere sempre" nell’amore divino. Nella seconda Colletta, si domanda che chi ha riconosciuto il Figlio di Dio come vero uomo, sia rinnovato interiormente a immagine del Figlio stesso. Nella terza, infine, si chiede che chi ha ricevuto il mistero del Battesimo del Signore, viva come "fedele imitatore" del Figlio prediletto in cui il Padre si compiace. Mentre la Parola di Dio manifesta l’identità di Gesù agli uomini, l’eucologia invita i credenti a vivere il loro battesimo nell’imitazione del Figlio.

Dimensione letteraria
L’espressione "In quel tempo" - spessissimo adoperata dalla liturgia come incipit di un brano evangelico - in Mt 3,13-17 non è un’aggiunta liturgica, ma fa parte del testo biblico originale. Il testo biblico di Mt 3,13-17, dunque, corrisponde esattamente al testo evangelico liturgico. Il brano è scandito da tre scene. Nella prima (Mt 3,13) Gesù va al Giordano per farsi battezzare dal Battista. La seconda scena (Mt 3,14-15) concentra l’attenzione del lettore sullo "strano" dialogo tra Giovanni Battista e Gesù. Si tratta di un particolare molto  importante per il valore storico dell’avvenimento. Fra i vari criteri di storicità che gli specialisti adoperano per autenticare un avvenimento (anche biblico) - oltre alla molteplicità delle testimonianze, al criterio della retroversione, al criterio di continuità, al criterio di discontinuità, al criterio di coerenza, ecc. - c’è anche il criterio dell’imbarazzo. Comparando i tre sinottici ai può notare come Marco descriva l’avvenimento senza imbarazzo, Matteo invece manifesti un imbarazzo evidente nel dire che Gesù (superiore) è battezzato dal Battista (inferiore). Luca, poi, non descrive il battesimo e neppure dice chi sia il battezzatore: il terzo evangelista scrive semplicemente "Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì…" (Lc 3,21). Nella terza (Mt 3,16-17), il battesimo viene narrato solo da una proposizione secondaria, mentre viene dato rilievo alla discesa dello Spirito e alla voce celeste che proclama Gesù "Figlio amato" e destinatario del compiacimento del Padre. Ambedue i fatti sono introdotti dall’espressione "ed ecco" (Mt,3,16.17).

Riflessione biblico-liturgica
Giovanni è consapevole della grandezza di Gesù; contemporaneamente riconosce il bisogno di essere salvato da lui; infine manifesta la difficoltà a comprendere come egli, nella sua piccolezza e nel suo bisogno di salvezza, possa essere utile a Gesù.
Gesù risponde da maestro e da compartecipe. Risponde da Maestro, invitando il Battista alla fiducia nel progetto divino ("Lascia fare per ora"), anche se tale progetto potrebbe sembrare strano e fuori misura. Risponde da compartecipe. Invitando il Battista all’obbedienza alla volontà di Dio ("conviene che adempiamo ogni giustizia.

Domenica 12 gennaio, comemnto di don Renato De Zan
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