Commento al Vangelo
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Domenica 12 dicembre, commento di don Renato De Zan

Cosa dobbiamo fare? Praticare la condivisione, la giustizia, la non-prevaricazione

Domenica 12 dicembre, commento di don Renato De Zan

Lc 3,10-18
In quel tempo, 10 Le folle interrogavano Giovanni: "Che cosa dobbiamo fare?". 11 Rispondeva loro: "Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto". 12 Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: "Maestro, che cosa dobbiamo fare?". 13 Ed egli disse loro: "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". 14 Lo interrogavano anche alcuni soldati: "E noi, che cosa dobbiamo fare?". Rispose loro: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe". 15 Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17 Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile". 18 Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Tematica liturgica

1. Nella prima domenica di Avvento la comunità cristiana si è preparata all’incontro con il suo Signore, che verrà alla fine della storia come Figlio dell’uomo, giudice dell’umanità. Il tema era fortemente presente nel vangelo e nella seconda lettura. Nella scorsa domenica, la seconda di Avvento, il tema si è affievolito. Era presente solo nella seconda lettura.

2. Oggi, terza domenica di Avvento o domenica "Gaudete", il tema compare in modo molto leggero: nella seconda lettura (Fil 4,5b) dove c’è l’avvertimento "Il Signore è vicino". Primeggia, invece, il tema della gioia per il Natale ormai prossimo. Si veda la Colletta generale: "Guarda, o Padre, il tuo popolo che attende con fede il Natale del Signore e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza". L’Orazione dopo la comunione riprende il tema del Natale vicino con queste parole: "O Dio…, la forza di questo scramento….ci prepari alle feste ormai vicine".

3. Il tema della gioia risuona nella celebrazione. L’antifona d’ingresso dice: "Rallegratevi (in latino, "Gaudete", da qui il nome della domenica) sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino". Nella prima lettura (Sf 3,14-18a) il profeta annuncia: "Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia Israele, esulta….Il Signore…..gioirà per te…esulterà con grida di gioia". Paolo, nella seconda lettura (Fil 4,4-7) così invita i cristiani: "Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti…".

4. La triplice domanda ("Che cosa dobbiamo fare?") offre alla Liturgia la possibilità di continuare la riflessione sulla preparazione all’avvento del Signore (Parusia e Natale). La risposta del Battista alle folle (disprezzate dai "religiosi ebrei" di allora) invita alla condivisione, la risposta ai pubblicani (odiati da tutti) invita alla giustizia e la risposta ai soldati (anche loro odiati da tutti) invita alla non-prevaricazione.

Dimensione letteraria

1. Il testo evangelico dice: "Le folle lo interrogavano….". Il testo biblico-liturgico aggiunge l’incipit ed esplicita il pronome: "In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni…". La variante liturgica non tocca il significato del testo evangelico. La pericope, esegeticamente ben delimitata si divide in due parti. Nella prima parte (Lc 3,10-14) si legge per tre volte la domanda "che cosa dobbiamo fare?" (vv. 10.12.14). Nella seconda parte (Lc 3,15-18) viene presentata la predicazione del Battista e la chiarificazione della sua identità rispetto a quella del Messia.

2. Alcuni studiosi ritengono che la prima parte (Lc 3,10-14) costituisca la memoria di una primitiva catechesi cristiana dei catecumeni così come veniva praticata nella comunità di Luca. Non a caso a conclusione del brano, al v. 18 si dice che il Battista "evangelizzava". Il verbo "euanghelìzo" è un verbo tecnico del cristianesimo e, quindi, il Battista viene visto come anticipatore del cammino cristiano catecumenale.

Riflessione biblico-liturgica

1. La condivisione è un tema che ritornerà nella predicazione di Gesù (Lc 6,29: "A chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica"). La giustizia è un secondo tema che ritornerà, ma a un livello più alto, nella predicazione di Gesù (Lc 20,25: "Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio"). Anche la non prevaricazione è un tema che nella predicazione di Gesù ritorna a un livello più alto: "E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso….Amate invece i vostri nemici, fate del bene….e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi".

2. Il Battista confessa apertamente che egli non è il Messia. Il Messia battezzerà in Spirito Santo e fuoco. In altre parole, il battesimo di Giovanni è solo un gesto esterno per manifestare l’intenzione della conversione. Il battesimo del Messia sarà per ogni discepolo il rivivere in sé il battesimo del Maestro e l’esperienza della Pentecoste.

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