Commento al Vangelo
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6 gennaio, Epifania, commento di don renato De Zan

Vennero i Magi d'Oriente ed ecco una stella li precedeva

6 gennaio, Epifania, commento di don renato De Zan

06.01.2024 Epifania B

 

Mt 2,1-12

1 Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2 e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3 All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5 Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6 E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7 Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8 e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». 9 Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10 Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12 Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

Ed ecco, la stella li precedeva

 

Il Testo

 

1. Matteo ha articolato il vangelo dell’infanzia su tre racconti: il sogno di Giuseppe su Maria, il sogno sulla fuga in Egitto e quello sul ritorno dall’Egitto. Rispondono tutti e tre allo stesso schema narrativo: problema, apparizione dell’angelo in sogno a Giuseppe, soluzione del problema, ordine di esecuzione, esecuzione, esplicitazione dell’adempimento dell’AT. All’interno di questa struttura, l’evangelista colloca due glosse su Erode. Una di queste riguarda l’episodio dei Magi (Mt 2,1-12), che è il testo della formula evangelica odierna.

 

2. Il testo della pericope biblica e quello della formula liturgica sono identici. Il brano si colloca dentro a un’inclusione: “vennero da oriente” (Mt 2,1) / “fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12). Le scene sono presentate secondo il criterio dell’ambiente dove sono collocate. La prima scena si svolge presso la corte (Mt 2,1-8) dove i Magi incontrano Erode, i sommi sacerdoti e gli scribi che espongono l’informazione biblica riguardo al Messia. La seconda scena si svolge presso il luogo dove si trovava il Bambino (Mt 2,9-12) dove i Magi incontrano e adorano il Bambino.

 

L’Esegesi

 

1. Il testo biblico che ci parla dei Magi si articola in un racconto sostenuto da due assi semantici. Il primo asse si muove all’interno del campo del cammino umano ed è rappresentato da tutti i verbi di movimento (“giunsero dall’oriente”, “siamo venuti”, “li inviò”, “andate”, “partirono”, “entrati nella casa”, “fecero ritorno”). Il secondo asse, invece, si muove all’interno del campo semantico del cammino spirituale ed è rappresentato dai verbi che indicano un lavorio interiore (“domandavano”, “vedere la stella”, “provare una grandissima gioia”, “videro il bambino con Maria sua madre, “offrirono”, “adorarono”). All’interno di questi due assi si collocano due tipi di protagonisti. Da una parte troviamo i Magi e dall’altra, Erode.

 

2. I Magi sono protagonisti del dinamismo sia antropologico sia spirituale. Erode, invece, è protagonista dell’inerzia più totale. I primi sono i rappresentati della vera ricerca. Il secondo è rappresentante della finzione. Emblematica, infatti, è la frase di Erode: “«Andate e, quando avrete trovato il bambino, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». L’impegno della ricerca e del ritrovamento appartiene ad altri, non a lui. Egli appare come il parassita che sfrutta il risultato altrui. Non troverà Gesù. Anzi, cercherà di ucciderlo. I Magi, invece, alla fine del loro cammino umano e spirituale troveranno il Bambino e lo adoreranno.

 

3. I dati in nostro possesso (cfr: tavola di Berlino; almanacco astrale di Sippar; ecc.) ci dicono che tra il 7 a.C. e il 6 a.C. avvenne la congiunzione di Giove e Saturno con il passaggio vicinissimo di Marte. I dati di Giuseppe Flavio ci dicono che Erode morì dopo l’eclisse di luna (12-13 marzo) del 4 a.C. L’infanticidio di Betlemme si può collocare alla fine della vita di Erode. L’incontro dei Magi avvenne, allora due anni dopo il sorgere della stella (che non era una cometa), così come i Magi dissero ad Erode (cfr Mt 2,16: “Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi”).

 

Il Contesto Liturgico

 

1. Il testo della prima lettura (Is 60,1-6), in qualche modo, preannuncia la visita dei Magi, che rappresentano tutti i popoli pagani, al Bambino, luce del mondo. La seconda lettura (Ef 3,2-3a.5-6), con testo eclogadico, ribadisce l’universalità della salvezza: le genti sono chiamate a essere partecipi “della stessa promessa per mezzo del Vangelo” (Ef,3.6).

 

2. I Magi sono coloro che rappresentano tutti gli uomini che si sono messi alla ricerca di Dio, giocando il loro impegno umano e spirituale. Questa lettura è suggerita dal formulario della Liturgia della Parola e accennata sia nell’amplificazione della Colletta sia nell’embolismo del prefazio (“in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio” / “tu hai rivelato alle genti il mistero della salvezza”). I Magi, però, rappresentano anche i credenti, che, una volta incontrato il Signore, si sono messi in cammino verso l’escatologia. Questa è la lettura che ci viene offerta dall’embolismo del prefazio (“in lui apparso nella nostra carne mortale ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina”) e, in modo particolare, dalla Colletta della Messa (“conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria”).

6 gennaio, Epifania, commento di don renato De Zan
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