L'Editoriale
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Giochi di potere sulla pelle dei civili

Pur credendo ai miracoli è difficile immaginare un Natale senza guerre, almeno senza le due che più preoccupano l’Europa e noi italiani: il conflitto Russia-Ucraina e quello Israele-Hamas. La martoriata Ucraina e la striscia di Gaza sono ricorrenti solo negli appelli di papa Francesco ad ogni angelus. Il mondo invece perde fiducia o, più tremendamente, si stanca di situazioni tanto aggrovigliate, tanto tragiche, tanto disperate (foto Ansa/Sir)

Parole chiave: Cessate il fuoco (1), Israele (42), Palestina (31), Hamas (8), Ucraina (124), Onu (3), Oms (3)
Giochi di potere  sulla pelle dei civili

Pur credendo ai miracoli è difficile immaginare un Natale senza guerre, almeno senza le due che più preoccupano l’Europa e noi italiani: il conflitto Russia-Ucraina e quello Israele-Hamas. La martoriata Ucraina e la striscia di Gaza sono ricorrenti solo negli appelli di papa Francesco ad ogni angelus. Il mondo invece perde fiducia o, più tremendamente, si stanca di situazioni tanto aggrovigliate, tanto tragiche, tanto disperate.

La differenza - abissale e ingiusta - sta nel fatto che, chi soffre rischia ogni giorno la vita, propria o dei familiari, e chi si stanca anche solo di sentire o vedere soffrire si consola con l’aria zuccherosa del Natale commerciale che spopola. Un Natale in sé bello, per quel suo richiamo alla vita di famiglia calpestata da ritmi quotidiani frenetici; un Natale per noi anche tanto fortunato, dato che possiamo viverlo per lo più in pace e armonia.

Riguardo ai due conflitti citati, il mondo risuona di campanelli d’allarme.

Sul fronte Russia-Ucraina il primo è venuto dal Senato statunitense, che ha bloccato l’ennesimo pacchetto di aiuti (oltre sessanta miliardi di dollari) chiesto da Biden. I repubblicani, rianimati da un Donald Trump in pre campagna elettorale e da sempre poco propensi a questa finalità di spesa, hanno condizionato il sostegno a Zelensky a un cospicuo contro-pacchetto, finalizzato a frenare la massiccia immigrazione dall’America Latina. Non va dimenticato che, fin dalle elezioni del 2016, Trump aveva inneggiato ad un muro (costruito solo in parte) con l’obiettivo di bloccare gli ingressi da sud. E anche se poi Zelensky è stato invitato alla Casa Bianca, la situazione dei finanziamenti americani all’Ucraina resta foriera di tensioni.

All’Ucraina non va meglio sul fronte europeo: nella riunione del Consiglio del 14 e 15 dicembre è prevista la discussione di un pacchetto di aiuti a Kiev da cinquanta miliardi di euro. I contrari non mancano, a partire dall’ungherese Orbán, vicino a Vladimir Putin (ricandidatosi per la quinta volta alle presidenziali russe). Sul tavolo c’è pure un’altra questione, non meno vitale per l’Ucraina: l’avvio del processo di adesione all’Ue. Senza questi due sì europei e senza il sostegno americano su chi potrà contare lo stato invaso per trovare la libertà, dopo quasi due anni di conflitto e tante atrocità subìte?

L’altro fronte di guerra è quello Israele - Hamas. Sull’immediato cessate il fuoco, proposto l’8 dicembre dal segretario dell’Onu Guterres, è arrivato il veto degli Usa, motivato dalla necessità di sostenere Israele contro i terroristi. Ma le organizzazioni umanitarie mandano rapporti tanto allarmanti da aver convinto Guterres prima a convocare d’urgenza il Consiglio di Sicurezza per "una minaccia al mantenimento della pace e alla sicurezza internazionale", poi a denunciare l’impossibilità di portare gli aiuti umanitari per i continui bombardamenti, per le restrizioni imposte dagli israeliani agli spostamenti, per la carenza di carburante, per le comunicazioni interrotte, mentre il sistema sanitario tracolla. Per questo, complice anche l’allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha parlato di “catastrofica situazione umanitaria”, per la sera di martedì 12 dicembre (quando questo giornale è già stampato) un’altra seduta dell’Onu.

“Gli occhi storia ci guardano – ha dichiarato Guterres –. È tempo di agire. La brutalità di Hamas non giustifica la punizione collettiva". Non tutte le orecchie hanno finora inteso.

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