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Cei e Cet scrivono a proposito dell'ora di religione a scuola

Scrivono i nostri vescovi "Scegliere è un verbo che esprime maturità e interesse. È un verbo essenziale per progredire nel cammino della vita..."

Parole chiave: Irc (7), Ora di Religione (6), Avvalenti (1), Scuola (133), Famiglia (16)
Cei e Cet scrivono a proposito dell'ora di religione a scuola

Nel novembre scorso la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha inviato un messaggio a tutte le famiglie e a tutti gli allievi/e in vista della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della Religione cattolica nell’anno scolastico 2023-24. Un messaggio denso di indicazioni utili per riflettere sull’importanza e centralità educativa di questo insegnamento.
Com’è consuetudine il mese di gennaio è il tempo delle iscrizioni, utile anche per scegliere di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Genitori e allievi sono chiamati a riflettere significativamente e con ponderazione, non si tratta solo di mettere una crocetta su un modulo.
Così scrivono i nostri vescovi "Scegliere è un verbo che esprime maturità e interesse. È un verbo essenziale per progredire nel cammino della vita. Lo ha ricordato papa Francesco parlando agli studenti di una scuola, durante il suo viaggio apostolico nel Bahrein: "Non esiste una vita senza sfide da affrontare. E sempre, di fronte a una sfida, come davanti a un bivio, bisogna scegliere, mettersi in gioco, rischiare, decidere. Ma questo richiede una buona strategia: non si può improvvisare, vivendo solo di istinto o solo all’istante!". Per imparare a scegliere - ha aggiunto il Papa - occorre "affinare lo sguardo interiore, imparare a giudicare le situazioni, a cogliere l’essenziale" e "lavorare sul cuore", così da non restare indifferenti o mostrarsi insofferenti agli altri, ma reagendo "con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole".
Avvalersi significa partecipare al progetto educativo della Scuola italiana, così ci dicono i nostri vescovi.
Conoscere, apprendere e rielaborare tutta una serie di nuclei culturali che vanno dall’antropologia, alla dimensione religiosa, alla centralità della figura di un certo Gesù di Nazaret, all’apporto straordinario offerto dalla Chiesa nella storia culturale (teologia, filosofia, arte, musica, architettura ecc.) per ogni sua parte dell’occidente non è dato minimale e trascurabile.
Senza questi strumenti conoscitivi come comprendere Dante, Petrarca, Boccaccio sino a Claudio Magris, Herry Potter, Andrea Camilleri, Roberto Benigni, Lucio Dalla e … e la lista di nomi, eventi e concetti è sterminata. Si ricorda che la cultura infatti si definisce come la padronanza di un sistema di segni (Cassirer), e richiede quindi una capacità di rappresentazione concettuale più che il contatto o l’uso pratico delle cose.
Mediante questo insegnamento la Chiesa, attraverso la figura dell’insegnate di religione, partecipa all’educazione dei nuovi cittadini, tali perché più consapevoli di ricevere una fenomenale eredità che non va dissipata, ma va rielaborata, integrata, vivificata. Proprio per questa azione educativa e culturale "l’IRC costituisce un’esperienza di grande rilievo nel panorama formativo, in quanto espressione di un "patto condiviso" fra enti e persone diverse, un patto stretto per il bene dei ragazzi e dei giovani e, di conseguenza, della società intera. Un patto che non li vede solo destinatari ma coinvolti in prima persona." (Ivi). Non manca un riferimento di grande valenza al ruolo dei docenti e che a fare la differenza sia l’insegnante di religione per far crescere la partecipazione e soprattutto a intercettare le domande dei ragazzi stessi; il docente non è erogatore di risposte preconfezionate, ma è chiamato a far emergere in modo adeguato le domande che sgorgano dal cuore dei discenti. L’atto educativo posto in essere, così delicato e necessario, avviene grazie alla presenza di quei professionisti qualificati e autentici educatori che sono gli insegnanti di Irc, a cui vogliamo esprimere sincera gratitudine, così termina il Messaggio della CEI.
I vescovi del Triveneto hanno accompagnato questo Messaggio con una specifica lettera indirizzata sempre agli allievi/e e alle famiglie per un atto di vicinanza e per rafforzare la percezione della centralità dell’ora di Religione nel cammino formativo come possibilità data per una maturazione libera, responsabile e aperta alle domande di senso, dentro un confronto culturale corretto e rispettoso. Così si attivano coscienze morali mature e si affinano atteggiamenti di solidarietà, legalità e giustizia, di sensibilizzazione all’ambiente e alla natura, educandoci tutti al bene universale della pace.
diac. G Mauro Dalla Torre
Direttore Ufficio Scuola Diocesan

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