Veneto Orientale
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Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Covid-19

Osservato un minuto di silenzio

 Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Covid-19

Il minuto di silenzio, il racconto dei medici della terapia intensiva e delle malattie infettive al covid-hospital, le preghiere dei parroci per le 278 persone decedute nell’Ulss4 dall'inizio della pandemia ad oggi. Così, questa mattina, l'azienda sanitaria del Veneto orientale ha aderito alla “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Covid-19”. Lo ha fatto con un evento in formato “social” sul piazzale del covid-hospital di Jesolo, senza alcun invitato nel rispetto delle limitazioni attuali, ma trasmesso in diretta sul web.

“Il covid è ancora presente tra noi e l'ospedale di Jesolo è il simbolo di quello che stiamo facendo per combatterlo - ha esordito il direttore generale Mauro Filippi - purtroppo questa struttura si sta riempiendo, stiamo aggiungendo nuovi posti letto di malattie infettive dove ci sono 49 persone ricoverate e la terapia intensiva oggi raggiunte i 9 ricoveri”.

“Le 278 persone decedute in questa Ulss possono sembrare poche ma sono tantissime – ha poi continuato Filippi – su questo fronte l'Ulss 4 registra oltretutto uno dei più bassi tassi di mortalità in Veneto da Covid-19 e ciò è dovuto al buon lavoro dei nostri professionisti, bravi anche gli operatori delle case di riposo dove dall'inizio della pandemia si contano 46 vittime a causa del virus”. “Siamo usciti dalla prima e dalla seconda fase della pandemia – ha concluso Filippi -  usciremo anche dalla terza con maggiore esperienza nel gestire la malattia ma anche con una maggiore comprensione del valore del rapporto umano. In questo momento però dobbiamo tutti contribuire per uscirne quanto prima, vaccinandosi e adottando tutte le precauzioni per evitare il contagio”.

“Cosa possono fare i sindaci perché tutto questo finisca? Cercare di far rispettare le misure contro il contagio – ha aggiunto il primo cittadino di Jesolo, Valerio Zoggia – ma anche la politica deve fare tutto il possibile affinché i vaccini arrivino puntuali nel nostro Paese perché dobbiamo vaccinare tutti e prima possibile”. Sulla stessa lunghezza d’onda Silvia Susanna in veste di presidente della Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale, la quale ha ringraziato il personale medico e sanitari per l’impegno, allo stesso modo anche la protezione civile nel fornire assistenza ai contagiati ed ora anche nel recapitare gli inviti alle sedute vaccinali come da recente accordo tra Ulss 4 e i 21 sindaci del Veneto Orientale.

Il direttore delle terapia intensiva, Fabio Toffoletto, ha descritto il primo anno di pandemia per il personale medico e sanitario: “Siamo tornati ad una situazione che non si vedeva da decine di anni – ha detto – pazienti allontanati dalla famiglia e isolati, pazienti malati, soli, famiglie che soffrono. A questo cerchiamo rimediare con videochiamate ma spesso è difficile per le loro condizioni fisiche”.

Il direttore dell’area malattie infettive al covid hospital, dottor Lucio Brollo, ha illustrato le difficoltà a cui devono far fronte anche il personale medico e sanitario in questa pandemia: “Un medico che ha dedicato la vita a curare le persone trova un enorme disagio nel vedere tanta gente, anche giovane, star male e a volte muore”. “Cosa fare? – ha continuato Brollo – la gente deve sapere che oggi siamo in guerra quindi dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per difenderci dal virus, credendo in quello che stiamo facendo, vaccinandosi, ignorando negazionisti o chi propone cure fantasiose o miracolose”.

Non è mancata poi la testimonianza di una jesolana che ha perso il padre a causa del virus, la quale non ha potuto partecipare all’evento di commemorazione ma ha fatto pervenire una lettera. Un racconto dove ha spiegato il proprio senso di impotenza davanti al virus, la lontananza dal padre deceduto all'ospedale di Jesolo: “Senza potergli dare una parola di conforto, un abbraccio. Siamo attraversati da dubbi e speranze sul nostro futuro. Vorrei che tutte le vittime del covid non fossero morte solo per un virus ma che ci facessero riscoprire valori dati per scontati e migliorare i nostri stili di vita”.

La chiusura dell'evento con le riflessioni e le preghiere di Don Eros Pellizzari, Don Giovanni Volpato e Don Corrado De Fanti.

Fonte: Comunicato stampa
Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia da Covid-19
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