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Ciclismo, De Marchi: «Mi concentrerò sulla Vuelta»

Salterà Olimpiadi e Tour de France. «Il percorso del mondiale non è adatto a me»

Ciclismo, De Marchi: «Mi concentrerò sulla Vuelta»

Il vincitore morale del Giro d’Italia, almeno per tutti gli appassionati friulani e veneti, è Alessandro De Marchi. Il "Rosso di Buja" ha regalato emozioni incredibili con la splendida rincorsa di Sestola culminata nella conquista della maglia rosa, ma anche con la rovinosa caduta che ha provocato il ritiro dal Giro del campione dell’Israel Start-Up Nation. Abbiamo contattato Alessandro a casa sua, appena rientrato dall’ospedale di Udine.

Alessandro, quante volte hai ricostruito quel maledetto incidente?

Di per sé non è successo niente di particolare. Davanti a me due corridori hanno sbagliato la curva e me li sono trovati davanti quando ormai era impossibile correggere la traiettoria. Ho rimediato la frattura composta della clavicola destra, la frattura di sei costole e l’infrazione di due vertebre oltre al trauma toracico, per fortuna senza sversamento polmonare. Dopo il ricovero a Firenze, mi hanno trasferito all’ospedale di Udine.

Una dannata sfortuna…

E pensare che poteva andare a finire anche peggio. Per guarigione dalla frattura alla clavicola fisiologicamente è necessario un mese, per le vertebre più o meno lo stesso tempo, sulle modalità del mio rientro decideranno le costole. Forse riprenderò prima sui rulli ma non posso fare niente se non aspettare.

Come cambierà la tua stagione a seguito dell’incidente nella 12ª tappa Siena-Bagno di Romagna?

Sarà quasi impossibile partecipare alle Olimpiadi, di sicuro salterò il Tour de France. Mi concentrerò sulla Vuelta e sulle gare del finale di stagione. Con il ct Davide Cassani il rapporto è ottimo, ma il percorso del mondiale non è adatto alle mie caratteristiche. Comunque, se mi chiamerà, mi metterò a disposizione della nazionale.

Veniamo alle cose belle: l’attacco della Piacenza-Sestola lo avevi studiato a tavolino?

Le sensazioni alla vigilia erano buone, anche se non le avevo condivise con nessuno. La mia idea era di fare una bella crono alla prima tappa visto che sulla specialità sto investendo molto in chiave futura e per le Olimpiadi. Nelle prime tappe la classifica è rimasta sostanzialmente invariata così nella quarta frazione volevo approfittare del percorso mosso per entrare in una fuga da lontano.

È stata la giornata più bella della tua carriera?

Più che una giornata, sono stati tre giorni di grande intensità e di continue emozioni. La cosa più bella è stata assistere a come la gente ha reagito positivamente alla mia gioia. È stata quella la soddisfazione più grande.

Baratteresti oggi la maglia rosa con la rovinosa caduta?

L’infortunio mi ha portato via tanto ma, pur di rimettere la bilancia in positivo, sul piatto metto anche la mia mano. Non tornerei indietro, anche se avrei voluto festeggiare in Friuli tra la mia gente. Rimango sereno perché a 35 anni ho dato la conferma che, in condizioni normali, riesco ancora a essere competitivo. Mi aspettano ancora diversi anni di carriera.

Fonte: Redazione Online
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