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La vita ha mostrato tutta la sua fragilità

Nell’ultimo anno con la pandemia

La Giornata per la Vita ci raggiunge quest’anno in un clima del tutto particolare, quello della pandemia che ha tolto la vita a molti, ha leso la salute ad altri, ha limitato la libertà di tutti. Ci ha fatto toccare con mano che non possiamo dare per scontato niente, neanche la possibilità di uscire di casa, un abbraccio, una stretta di mano. Sono passati solo dei mesi e alcuni gesti abituali sembrano già parte di un’altra epoca, di un altro mondo. Questa situazione continua a sfidare gli affetti e le tasche, le relazioni e il rapporto con se stessi, i desideri e le reali possibilità. La vita mostra tutta la sua fragilità.

A voler cogliere quanto sta capitando come una pro-vocazione, cioè come una chiamata ad uscire da schemi che erano diventi prigioni, possiamo sentire che siamo stati risvegliati (bruscamente) da un sonno profondo, un incantesimo. Ci stiamo accorgendo che il marcato individualismo con cui conducevamo le nostre vite non è bello, non fa bene, non risponde alla realtà dell’essere umano. Genera solitudine. Nella maggior pare dei casi non ce ne accorgevamo, ma ora lo sappiamo: la solitudine di chi muore lontano dai parenti, di chi è costretto in casa, di chi deve isolarsi anche dai propri familiari, di chi non può raggiungere la persona amata, di chi dispera perché non ha più niente per mantenere la famiglia, è una brutta bestia. Per effetto di contrasto, oggi è più evidente che la vera libertà di ogni individuo è uscire dalla solitudine che isola, per coltivare il senso del Noi.

Un Noi che fa spazio a nuove vite. Perché ogni vita che viene concepita e che nasce è uno sguardo che incontra, smuove, stana. Un Noi che si prende cura. Perché ci siamo commossi e abbiamo sentito come autenticamente umano l’impegno di quanti negli ospedali e fuori hanno rischiato, fino a perdere la vita, per curare chi aveva bisogno. Abbiamo provato gratitudine, perché, anche senza conoscerci, ci siamo sentiti non dimenticati, non abbandonati. Un Noi che invita ad affacciarsi alla finestra e guardare chi abita nel palazzo di fronte, per riconoscere che condividiamo con tutti la stessa sorte, siamo insieme nella sventura, lo siamo anche nell’avventura dell’esistenza umana.

La Giornata per la Vita, oggi più che mai, ci invita a riflettere non solo sulle vite che sciupiamo in un sistema patologico che prosciuga chi può produrre e comprare, mentre scarta chi non è utile, ma anche e soprattutto su come impegnare la nostra libertà, per rigenerare il Noi dimenticato, la fraternità che è casa della vita.

Fonte: Redazione Online
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