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Il pediatra: i bambini e il coronavirus

I bambini possono essere contagiati come gli adulti, ma i dati disponibili indicano che contraggano la malattia in forma più lieve.

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Il pediatra: i bambini e il coronavirus

n rete circolano informazioni frammentarie e a volte inesatte sull’emergenza sanitaria attualmente in corso. Possiamo trovare tutto e di tutto. Del coronavirus si è parlato e si parla abbastanza.
Sappiamo tanto o poco di lui. Fare attenzione alle notizie false e non accurate in circolazione e non condividere contenuti che non provengono da fonti attendibili.
I bambini possono essere contagiati come gli adulti, ma i dati disponibili indicano che contraggano la malattia in forma più lieve.
Il coronavirus non si trova sospeso nell’aria e conosciamo le modalità del contagio.
Non esistono farmaci, integratori o vitamine che migliorano l’immunità.
Non si devono interrompere o ritardare le normali vaccinazioni programmate.
Se una mamma risulta positiva può allattare il suo bambino (condizioni cliniche della mamma permettendo).
Non bisogna tacere ai bambini, ma parlarne, tenendo conto dell’età.
I provvedimenti e le misure di contenimento le conosciamo e dobbiamo ("dovremmo") rispettarle! Se si vuole saperne di più consultare il sito del Ministero della Salute.
Ma noi ci conosciamo? Ci conoscevamo? Abbiamo proprio bisogno di testimonials o influencer famosi, che devono dirci "loro", apparendo sugli schermi, cosa dobbiamo fare? Abbiamo bisogno dei loro inviti e consigli (magari retribuiti)? Non siamo forse noi che possiamo dire a loro: "Ma stai a casa tua anche tu!".
Il messaggio "stai a casa" non deve suonare come "sei in prigione, recluso, costretto a tante rinunce". Ma poi quali erano o quali sono queste rinunce? Pensiamoci! Cosa ci manca? O piuttosto ora che possiamo pensarci, cosa ci è mancato?
Di solito abbiamo poco tempo? No non abbiamo poco tempo, la verità è che ne perdiamo molto.
Di tempo, adesso, ne abbiamo più che abbastanza, invece di considerarci in prigione usiamo questa pausa come una libertà per conoscerci, allenare la mente, riflettere, leggere, studiare, usare la fantasia, imparare a stare da soli, imparare a stare con gli altri, dare nuovo valore alle relazioni. Utilizzare questo tempo per riscoprire tutte quelle cose che negli ultimi anni non abbiamo avuto modo di condividere in famiglia, specialmente con i nostri figli (spesso loro all’asilo o a scuola o coi nonni e noi al lavoro).
Rendere la permanenza a casa una possibilità per rafforzare i valori alla base della nostra cultura e tradizione.
Ora il tempo di stare in famiglia c’è e non dobbiamo sprecarlo.
O ancora la noia, l’apatia, la pigrizia costringeranno ciascuno nella "sua stanza", "nel suo pensiero", davanti a un televisore, a un computer, a un telefonino e sarà ancora una volta un’opportunità e una occasione perduta.
Se siamo persone di Fede accanto al nostro grido: "Fiat voluntas tua!", ascoltiamo la voce dell’Angelo: "Ne timeas".
Rassegnati no! Ma speranzosi e fiduciosi in noi (aiutati!) e in Dio (che il Ciel ti aiuta!). Ce la faremo a superare e a cambiare? Dipende da ognuno di noi.
Nota canzone di Guccini: "Perché noi tutti ormai sappiamo che se dio muore è per tre giorni e poi risorge".

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