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2 ottobre Festa degli angeli custodi e dei nonni

Cinque testimonianze di nipoti: i nonni una risorsa di affetto e stabilità

2 ottobre Festa degli angeli custodi e dei nonni

UN MONDO DI AFFETTO

desso che ho quasi 30 anni posso raccontare alcune cose… I nonni sono sempre stati presenti nella mia famiglia, abitavano vicini ed era normale vederli ogni giorno. Da piccoli era la nonna a portarci tutte le mattine all’asilo, il nonno invece era quello che giocava un po’ il pomeriggio e poi ci portava a fare gli allenamenti.
La nonna, bravissima cuoca, faceva buonissime pizze e ottimi pasticci che il nonno ci portava ancora fumanti.
Poi nelle feste grandi tutti a mangiare dai nonni, anche gli zii e i cugini che arrivavano da Portogruaro.
Ma il bello è stato quando siamo cresciuti, se mamma o papà ci sgridavano erano sempre i nonni a dare ragione ai nostri genitori, ma dopo ci consolavano:"Non fare arrabbiare la mamma…". E dopo arrivava un "premio di consolazione" cioè, soprattutto la nonna, ci rifaceva la predica e poi ci dava una piccola mancia e ci diceva "prometti che ti comporterai bene" e tutto sommato noi ci impegnavamo.
Poi arrivò la stagione del motorino, io lo volevo, ma la risposta di mamma fu un secco NO, perché era pericoloso. Allora è successa una cosa simpatica, il nonno non ha contradetto la mamma, ma si è ricordato che in fondo al garage c’era un suo vecchio motorino e mi ha proposto di smontarlo, sverniciarlo e riverniciarlo, un lavorone, alla fine ha convinto la mamma a farmi fare il patentino per poter usare il suo vecchio motorino!
I nonni sono sempre stati un ponte con i miei genitori che erano un po’ severi e sono stati anche i miei confidenti.
Poi il nonno si è ammalato, io avevo quasi 18 anni e la mamma mi chiese di andare a fargli compagnia il pomeriggio in ospedale.
E’ stata un’esperienza molto particolare, entrare in medicina (allora si poteva) e stare lì accanto alla poltrona del nonno. Un tumore gli impediva di stendersi e vedere che cosa è la malattia sul serio.
Il nonno sapeva la sua diagnosi, non si parlava di questo, ma mi raccontava degli aneddoti della sua gioventù, quasi volesse lasciarli proprio alla mia memoria.
E’ stato un mondo di affetto quello dei miei nonni, ma anche una grande lezione dalle filastrocche della nonna, alle storie di vita del nonno.

IO HO SCELTO LA NONNA

nni fa io avevo 8 anni, la mia mamma si separa dal papà, ricordo che ogni tanto litigavano e così siamo rimaste sole io e la mamma per qualche anno, non andava male per quel che ricordo.
Ma il brutto doveva venire. Arriva a casa un uomo, la mamma me lo presenta e dopo poco, adesso posso dire troppo poco, questo viene a vivere da noi.
Passa qualche anno e questo sparisce, ho pensato meglio così, ma non era finita.
Ne arriva un altro, questo più complicato, aveva 2 bambini piccoli e ogni tanto arrivavano anche questi prima il pomeriggio, poi il fine settimana. Poverini erano buoni, ma toccavano le mie cose, erano piccoli, la mia mamma li teneva in braccio.
Poi anche questo se ne va, ma non c’è il due senza il tre. Arriva il terzo, io ero già alle superiori, questo proprio non mi è mai piaciuto, si muoveva come a casa sua, mi dava ordini, si sedeva sempre sulla sedia dove si sedeva mio papà e io me lo ricordavo ancora, papà viveva da solo e lo vedevo poco, qualche domenica.
Allora vado dalla nonna, la mamma della mamma, e le chiedo se posso andare a vivere con lei, lei mi dice di sì, ma non sa se si può.
Con la mamma non avevo parlato e allora vado in Consultorio, a scuola erano venute le psicologhe, e mi parlano del consenso della mamma o del Giudice tutelare.
La faccio breve io ho scelto di parlare con il Giudice e così con il suo permesso sono traslocata dalla nonna.
Grande la mia nonna! Non voleva fare arrabbiare mia madre, cioè sua figlia, ma aveva ben capito il mio malessere.
Aveva paura di non farcela con i soldi perché la sua pensione era piccola.
E così sono andata a vivere dalla nonna, che controllava molto se studiavo, ma mi ha fatto sentire a mio agio, mi permetteva poca tv e ha imparato da me a usare il cellullare. Una volta al mese invitava a pranzo mio padre che arrivava con i pasticcini, invitava anche mia madre che non è mai venuta.
Posso dire che aver i nonni è proprio una grande grazia. Ancora mi ospita, ho iniziato a lavorare, mi prepara ottimi pranzi e mi chiede con chi esco, come impegno il mio stipendio, tutte domande che mi fanno capire quanto ci tiene a me

I NONNI LA MIA ROCCIA

Per me i nonni sono delle "rocce", dei punti fissi su cui puoi sempre contare e a cui puoi confidare tutto.
I miei nonni sono tre ma, lo stesso io mi sento al sicuro quando sono con loro.
La mia fortuna è avere i nonni disponibili a tutto e soprattutto averli ancora "giovani" rispetto ad altri…
Io spero che rimangano sempre così, anche se so che non potrà essere così in eterno.
Grazie a loro avrò un riferimento a cui ispirarmi quando toccherà a me accudire i miei nipoti. Come ultima cosa voglio semplicemente dire a loro, dal profondo del mio cuore: Grazie nonni!

CHE BELLO: NONNA BIS!

La mia nonna quando diventò bisnonna, o meglio nonnabis come si faceva chiamare, fu felicissima. Credo lo venne a sapere tutto il paese. La vita con lei era stata piuttosto severa: nata agli inizi del secolo aveva vissuto la prima guerra mondiale con l’esproprio della casa diventata quartier generale degli austriaci, poi l’emigrazione in Belgio, poi la seconda guerra mondiale con il marito richiamato nell’esercito e il figlio in campo di concentramento in Germania, poi la vedovanza a 50 anni… poi diventa nonna e a quasi 80 anni bisnonna. Lucidissima, perfettamente autonoma (lo sarà fino a 94 anni) raccontò l’essere bisnonna come benedizione di Dio, sorriso della natura, motivo di mettersi in viaggio per visitare e coccolare il pronipote.

CHE BELLO ANDARE DAI NONNI

I miei nonni sono proprio simpatici, quando stiamo da loro un giorno intero vediamo che bisticciano spesso: il nonno protesta perché la nonna gli dà troppo da mangiare e la nonna lo sgrida perché entra in cucina con le ciabatte dell’orto. Ma poi alla sera si siedono vicini sul divano e si capisce che si vogliono bene. Sono tanto contenti quando noi li andiamo a trovare, io e mia sorella, e anche noi siamo contenti perché c’è sempre qualche vantaggio: un gelato, una gita in montagna, un giornalino nuovo.
Prima c’era anche la mia bisnonna ma è volata in cielo perché era tanto vecchietta e noi alla sera diciamo una preghierina per lei.

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