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Intervista all'assessore della regione Zannier su siccità e incendi in regione Fvg

Danni all’agricoltura per almeno 250 milioni di euro, per ora, con un osservato speciale nel Friuli Occidentale: l’asta del fiume Meduna i cui bacini a monte già nelle scorse settimane erano agli sgoccioli (Cà Zul, Cà Selva, Ponte Racli). "Probabilmente dovremo tagliare l’irrigazione di alcune colture già intorno al 10 di agosto invece che il 15 come ipotizzato" ha dichiarato Zannier

Intervista all'assessore della regione Zannier su siccità e incendi in regione Fvg

Danni all’agricoltura per almeno 250 milioni di euro, per ora, con un osservato speciale nel Friuli Occidentale: l’asta del fiume Meduna i cui bacini a monte già nelle scorse settimane erano agli sgoccioli (Cà Zul, Cà Selva, Ponte Racli). "Probabilmente dovremo tagliare l’irrigazione di alcune colture già intorno al 10 di agosto invece che il 15 come ipotizzato. Le poche precipitazioni e le elevate temperature di questi giorni stanno facendo abbassare a vista d’occhio il bacino del Meduna" commenta allarmato Stefano Zannier, assessore regionale alle Risorse agroalimentari e forestali.

Cosa significa taglio delle irrigazioni?
Che non verranno irrigate le coltivazioni in secondo raccolto, come ad esempio molta soia. Esiste una lista di priorità: le colture a cui garantire l’acqua sono quelle pluriennali, poi le foraggere e quelle specializzate, le annuali e infine quelle in secondo raccolto.
Quali sono le coltivazioni più in sofferenza?
Mais e soia sicuramente. Vedremo più avanti come andranno le cose per la viticoltura e per la frutta, anche se in questi casi solitamente gli impianti sono più avanzati.
Esiste una mappa dei punti maggiormente critici?
In tutto il Fvg a soffrire di più è la bassa pianura alimentata da falda o da corso d’acqua. Preoccupa molto il Torre e nel pordenonese l’asta del Meduna. Il Cellina è in una situazione migliore, le riserve d’acqua sembrano essere garantite fino a fine agosto e per allora intercetteremo delle precipitazioni. Quanto alle falde è difficile fare una mappatura, in generale parliamo di bassa pianura, ma le cose cambiano spostandosi anche solo di poco. Quello che possiamo dire che in alcuni punti abbiamo già iniziato a pescare sabbia.
Come viene gestita la situazione?
Abbiamo un monitoraggio costante e continuo, in base al quale attiviamo dei provvedimenti mirati. Esiste un piano di irrigazione che prevede dei turni. Tra siccità ed elevate temperature si crea anche l’effetto lente: quando si bagna a 40 gradi l’irrigazione per aspersione crea uno stress sulle piante. Ma è inevitabile, dipende dai turni di irrigazione, non si possono aprire tutte le utenze solo di notte.
C’è una stima dei danni?
È ancora prematuro, abbiamo calcolato oltre 250 milioni di euro di danni, ma è provvisorio. Solo a fine emergenza potremo avere una stima reale. Tenendo conto che il Fvg non è tra le Regioni in condizioni peggiori perché il sistema dei bacini ci ha consentito di resistere di più. Ci sono Regioni messe peggio con stime di oltre un miliardo di euro di danni.
Lo scioglimento delle Camere e la caduta del Governo Draghi avrà ripercussioni sullo stato di emergenza?
No, perché è una questione tecnica, ha un suo iter e procederò a prescindere senza conseguenze.
Le precipitazioni montane possono comportare rischi?
I disagi riguardano le infrastrutture e la viabilità non di per sé l’agricoltura. Il grande acquazzone in Val Cellina ha creato danni ma dal punto di vista della siccità ha alimentato i bacini. Dipende poi anche dal tipo di precipitazioni: trenta millimetri in montagna vengono assorbiti dal terreno e di fatto non sono di grande beneficio. La medesima quantità in pianura invece equivale a un turno di irrigazione. Ci sono poi i "furti" d’acqua di chi si collega abusivamente a monte che così oltre a togliere l’acqua fa calare anche la pressione a valle.
Al flagello della siccità si affianca quello degli incendi (sono circa 3500 gli ettari bruciati tra Carso e montagna) compresi quelli provocati dai fulmini a Claut (in Val Settimana) e quello preoccupante sul Monte Raut (sopra Frisanco). Nel fine settimana scorso alcuni focolai sono scoppiati anche a Montereale, Pulfero e Drenchia. Cosa è stato attivato?
Abbiamo dichiarato la massima pericolosità su tutto il territorio. Siamo intervenuti contemporaneamente su diversi focolai, tra cui quelli pordenonesi. Come assessorato alle risorse Forestali, abbiamo dislocato una trentina agenti del Corpo forestale regionale che hanno seguito le operazioni sul campo poiché in caso di incendio boschivo spetta ai Forestali la responsabilità di DOS, direttore operazioni spegnimento, lavorando con Vigili del Fuoco e Protezione Civile. Abbiamo visto bruciare nel Carso ettari di pineta. Poi i boschi, con il fronte di maggiore preoccupazione in Val Resia. I danni ambientali sono evidenti.

Per far fronte all’emergenza l’assessore alla Protezione Civile Riccardo Riccardi ha impegnato ulteriori 838mila euro per fronteggiare l’emergenza: per rafforzare la presenza di mezzi aerei (un ulteriore elicottero è stato prestato dal Trentino, sono cinque quelli utilizzati oltre a due Canadair), mettere in sicurezza le strade dal rischio caduta massi, creare collegamenti alternativi con i nuclei abitati isolati. L’assessorato all’Agricoltura ha stabilito un supplemento di 50 litri di gasolio/ettaro agli agricoltori che hanno dovuto sostenere interventi straordinari di irrigazione.
Valentina Silvestrini

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