La Parola del Papa
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Domenica 5 maggio: il papa in Bulgaria

Papa in Bulgaria: Regina Coeli, “adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio”. 

Parole chiave: Bulgaria (1), Dialogo (4), Papa (243), Francesco (46), Pace (87)
Domenica 5 maggio: il papa in Bulgaria

“Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, lui è con te e non ti lascia mai. Lui cammina con te”. Lo ha detto il Papa, prima di recitare il Regina Coeli - domenica 5 maggio - nella piazza antistante la cattedrale di San Alexander Nevsky, dove si trova l’icona di Nessebar, che significa “Porta del cielo” – “tanto cara al mio predecessore San Giovanni XXIII, che ha cominciato a venerarla qui, in Bulgaria, e l’ha portata con sé fino alla morte”, ha ricordato Francesco subito prima di recitare la preghiera mariana – davanti alla quale il Papa si è raccolto in preghiera silenziosa, mentre in piazza lo aspettavano circa 3mila persone. “Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il risorto, che continuamente ti chiama e ti aspetta per ricominciare”, ha proseguito Francesco: “Lui non ha paura mai di ricominciare, sempre ci dà la mano per alzarci, per ricominciare”. “Quando ti senti vecchio per la tristezza – la tristezza invecchia – i rancori, le paure, i dubbi e i fallimenti – ha assicurato il Papa – lui sarà lì per ridarti forza e speranza”. “Questa fede in Cristo risorto viene proclamata da duemila anni in ogni angolo della terra, attraverso la missione generosa di tanti credenti, che sono chiamati a dare tutto per l’annuncio evangelico, senza tenere nulla per sé”, ha detto il Papa: “Nella storia della Chiesa, anche qui in Bulgaria, ci sono stati Pastori che si sono distinti per santità della vita”. “Tra essi mi piace ricordare il mio predecessore, che voi chiamate ‘il santo bulgaro’, San Giovanni XXIII, un santo pastore, la cui memoria è particolarmente viva in questa terra, dove egli ha vissuto dal 1925 al 1934”, ha sottolineato il Papa, che ha citato il suo predecessore fin dall’arrivo a Sofia: “Qui ha imparato ad apprezzare la tradizione della Chiesa Orientale, instaurando rapporti di amicizia con le altre confessioni religiose. La sua esperienza diplomatica e pastorale in Bulgaria lasciò un’impronta così forte nel suo cuore di pastore da condurlo a favorire nella Chiesa la prospettiva del dialogo ecumenico, che ebbe un notevole impulso nel Concilio Vaticano II, voluto proprio da Papa Roncalli”. “In un certo senso, dobbiamo ringraziare questa terra per l’intuizione saggia e ispiratrice del ‘Papa buono’”, l’omaggio di Francesco. “Nel solco di questo cammino ecumenico, fra poco avrò la gioia di salutare gli esponenti delle varie confessioni religiose della Bulgaria – ha annunciato a proposito del gesto che farà subito dopo – che, pur essendo un Paese ortodosso, è un crocevia in cui si incontrano e dialogano varie espressioni religiose”. Secondo il Papa, “la gradita presenza a questo incontro dei rappresentanti di queste diverse Comunità indica il desiderio di tutti di percorrere il cammino, ogni giorno più necessario, di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio”, l’auspicio sulla scorta del documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi. “Ci troviamo vicino all’antica chiesa di Santa Sofia, e accanto alla chiesa Patriarcale di San Aleksander Nevskij, dove, in precedenza, ho pregato nel ricordo dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi”, ha proseguito Francesco: “Nel desiderio di manifestare stima e affetto a questa venerata Chiesa ortodossa di Bulgaria, ho avuto la gioia di salutare e abbracciare, in precedenza, il mio Fratello Sua Santità Neofit, patriarca, come pure i metropoliti del Santo Sinodo”.

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