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La forza del lavoro

Trovare un vaccino per il coronavirus significa anche dare una spinta psicologica alla ripresa della vita di tutti: scuole, fabbriche, negozi, trasporti.

La protezione della salute delle singole persone è diventata il problema assillante del nostro tempo: la salute propria, quella di chi ci sta intorno, quella delle nostre comunità.
Davvero questa pandemia sembra una barriera insormontabile per l’uomo.
La cura medica è una delle più importanti discipline nella nostra società, sin dai tempi di Ippocrate.
Il microscopico coronavirus avanza nel mondo con passi da gigante, e il vaccino resta l’unica speranza per allentare i contagi.
Trovare un vaccino per il coronavirus significa anche dare una spinta psicologica alla ripresa della vita di tutti: scuole, fabbriche, negozi, trasporti.
Il mondo occidentale deve trovarsi unito per fronteggiare il nemico invisibile.
Nessun Paese può pensare di salvare solo se stesso e di tenere il vaccino per sé.
La globalizzazione rende inefficace qualunque politica sovranista, egoista e miope.
Non si possono fermare i flussi di persone, merci.
Ha ragione Papa Francesco: la pandemia ci ricorda che nessuno si salva da solo.
Si aggiungano a questo i risultati di quanto affermato da una parte dell’Europa, ossia la necessità di fare vera “economia”, con licenziamenti dolorosi ma inevitabili per far ripartire il sistema.
Il problema economico e sociale in questo caso è la mancanza di sviluppo e di sguardo proiettato nel futuro.
La paura e la pressione psicologica di una possibile nuova ondata di contagi in autunno, unite alla oggettiva crisi dei consumi, determinano una necessità di contrazione dei costi.
Non essendo possibile abbattere i costi fissi se non in minima parte, si attacca inevitabilmente il personale e la manodopera.
Ciò costringe le aziende, in particolare quelle più piccole, a licenziamenti e cassa integrazione nel tentativo di tappare i buchi, di una falla che rischia di diventare voragine.
In realtà, contrarre l’attività può significarne la definitiva eliminazione dal mercato.
Gli attori più attenti nello scenario economico hanno già programmato un superamento dell’empasse da coronavirus, ammodernando organizzazione del lavoro, procedure e macchinari.
Come cosa già certa, i gestori di grandi banche e aziende si sono messi nell’ottica di realizzare questi movimenti, che sono l’unica forza trainante di strutture produttive complesse.
Se in una prima fase era giusto sostenere con aiuti di Stato il blocco forzato delle attività, adesso è il momento di dare incentivi e sgravi fiscali per le assunzioni, gli investimenti sulle nuove tecnologie, il commercio da e per l’estero.
Il lavoro è la vera forza della vita: dà dignità all’uomo, sostiene le famiglie, dà nuova linfa alle aziende, benessere alle società.
Il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, il suo valore primario è il bene della persona umana, perché gli dà libertà e dignità, la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità.
Il lavoro umano nelle aziende è sempre e ancora un indispensabile moltiplicatore della produzione.
Nessuna tecnologia, neanche la più avanzata, può prescindere dall’azione dell’uomo.
L’uomo è e resta saldamente al centro dell’universo.

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