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Il cielo cerca luce

"La vera medicina per i mali globali del terzo millennio (di natura economica, commerciale o sanitaria che siano) sono nuove regole per la gestione del mondo globalizzato."

Il cielo cerca luce

La polmonite atipica corre sull’onda della globalizzazione.
Un morbo sconosciuto al cui diffondersi possono contribuire gli uomini d’affari che senza sosta, su e giù dagli aerei, corrono sul filo del business senza confini.
"La vera medicina per i mali globali del terzo millennio (di natura economica, commerciale o sanitaria che siano) sono nuove regole per la gestione del mondo globalizzato."
Non stiamo leggendo Il Sole 24 Ore di oggi, ma un articolo pubblicato nel quotidiano economico il 15 aprile 2003 (!), in piena emergenza Sars, la polmonite atipica che dalla Cina minacciava di espandersi in Europa.
Possibile? Incredibile?
Già 17 anni fa si paventava il diffondersi di un virus insidioso che poteva trasformarsi in una pandemia di dimensioni gigantesche e di difficile estirpazione.
Oggi questa insidia divenuta realtà si chiama coronavirus.
Già 17 anni fa si era capito che l’unica medicina sarebbero state nuove regole per la gestione del mondo globalizzato.
Si affacciano ora gli stessi scenari paventati nel giornale polveroso ritrovato dietro gli scaffali: "è la catena delle attività promozionali, delle fiere, delle missioni di imprese la prima a spezzarsi".
E, infatti, le grandi manifestazioni internazionali sono state cancellate, gli eventi sportivi rinviati, il turismo resta la grande incognita dell’estate che non c’è.
Peraltro, con umiltà ammettiamo che governare il mondo è una frase facile a dirsi, ma è una fatica di realizzazione quasi infinita, quanto lo è il virus nella sua forza.
Il mondo oggi è diventato più raffinato sia nell’uso delle cose materiali, degli oggetti, sia nella tecnologia e nei mezzi di comunicazione.
Eppure, accanto a tanti risultati grandiosi ve ne stanno altri di drammatici, sia di ordine eminentemente economico, sia di ordine sociale.
Che cosa vogliamo dire?
Intendiamo dire che si tratta di una crescita che agli inizi del terzo millennio ha perso il criterio della moralità, dell’eticità, del rispetto dell’ambiente e dello scorrere del tempo.
Quello che l’umanità non vuole accettare è che dopo il secondo millennio, il terzo è iniziato con una serie di ribellioni della natura in forma virale.
In tutto questo, migliaia di persone hanno rimesso la vita.
Noi stiamo riempiendo il mondo che ci circonda di strade, ferrovie, infrastrutture, grattacieli sottraendo sempre più spazio all’ambiente.
Stiamo correndo come criceti sulla ruota, e non ce ne siamo resi conto finché un essere microscopico non ci ha costretto allo stop, a scendere dalla ruota, a fermare la giostra.
Occorre allora -e non siamo moralisti- che gli uomini imparino a creare delle forme di convivenza comunitarie con tutte le creature.
Ogni piccola cosa, ogni piccolo essere è sempre estremamente importante.
Lo ha dimostrato la recente pandemia e le pandemie dei decenni precedenti.
E’ purtroppo possibile che non si sia compresa la lezione dei primi anni del terzo millennio.
E’ ancora forte un post-moderno, anzi un post-millennio che non metterà al centro l’uomo, e forse neanche la vita.
Non possiamo dare una spiegazione totale di questo cadere nel baratro e poi tentare di rialzarsi con uno scatto veloce.
Ma intanto il demone dell’usurpazione sul mondo è già un fatto.
Neppure la superiorità dell’uomo -finché viene ammessa- potrà fermare l’orgoglio di un’umanità che è certamente "alta", ma che poi ha nel suo calendario futuro pandemie uguali a quella precedente.
Da questo si capisce come l’uomo non è tutto.
Non possiamo ignorare la distruzione dell’ecosistema, afferma Papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale dell’ambiente 2020 celebrata il 5 giugno (in modo virtuale proprio a causa del coronavirus).
La tutela dell’ambiente e il rispetto della "biodiversità" del pianeta sono temi che ci riguardano tutti.
Ha ragione il Papa: non possiamo fingerci sani in un mondo malato.
Il Cielo cerca luce.

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