Commento al Vangelo
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Domenica 7 novembre: commento di don Renato De Zan

Gli scribi vogliono solo farsi vedere. La vedova, all’opposto, si colloca nella dimensione dell’essere. Per lei l’offerta non è una recita. E’ una privazione che si traduce in un dono

Parole chiave: Obolo (2), Vangelo (126), Vedova (2)
Domenica 7 novembre: commento di don Renato De Zan

2021.11.07.  32a domenica del TO- B:

 

Mc 12,38-44

In quel tempo, Gesù nel tempio 38 Diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40 Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». 41 Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42 Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43 Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

 

Ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri

 

Tematica liturgica

 

1. Gli scribi vogliono solo farsi vedere: “Amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti”. Poi, come lupi famelici, “divorano le case delle vedove”, cioè delle persone più povere e indifese della società ebraica. Infine, una cosa gravissima: non pregano Dio per entrare in dialogo con Lui, ma “pregano a lungo per farsi vedere”. In poche pennellate, il Gesù del vangelo di Marco dipinge la filosofia del “sembrare”.

 

2. Si tratta di un modo di pensare che nell’odierna società va per la maggiore in ogni ambito della vita: nella politica, in ambito giuridico, per non parlare in ambito finanziario o sportivo, ecc. Purtroppo anche l’ambito religioso non è immune. Ci sono dei cristiani ai quali, purtroppo, si potrebbe applicare la massima: “Molto devoti e per niente credenti”.

 

3. Ancora tre domeniche e l’anno liturgico si conclude. La Liturgia si premura di toccare temi che riguardano la situazione finale della storia, la Parusia (ritorno finale di Gesù) e l’escatologia. Nel brano evangelico di oggi (Mc 10,38-44), sia nelle parole di Gesù contro i comportamenti degli scribi sia nella riflessione del Maestro sull’offerta della vedova, traspare il tema fondamentale del testo biblico: altro è il “sembrare” altro è l’ “essere”. Di fronte a Dio ciò che vale è l’essere. Il “sembrare” appartiene ai “commedianti”, cioè agli “ipocritai” (= ipocriti), direbbe Gesù.

 

4. La vedova, all’opposto degli scribi, si colloca nella dimensione dell’essere. Per lei l’offerta non è una recita. E’ una privazione che si traduce in un dono. La donna offre ben poco al tempio (l’equivalente di circa 20 centesimi di euro), ma ciò che offre se l’è tirato fuori di bocca per donarlo: “nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.

 

5. Infine, l’insegnamento di Gesù mette in evidenza un dato ulteriore: “Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri”. Si può rimanere stupiti. La nostra matematica dice che 20 centesimi sono ben poco di fronte a cento euro. Eppure, agli occhi di Dio la vedova ha gettato di più degli altri. Perché? Perché davanti a Dio esiste la giustizia proporzionale. E sarà con questa giustizia con cui Dio ci accoglierà alla fine della vita.

 

Dimensione letteraria

 

1. Il testo evangelico di Mc 12,38-44 inizia con una formula sobria (“Diceva loro nel suo insegnamento: Guardatevi dagli scribi…”). Il testo biblico-liturgico è più elaborato: “In quel tempo, Gesù nel tempio diceva alla folla nel suo insegnamento: Guardatevi dagli scribi…”. Ciò permette all’ascoltatore di collocare Gesù in una situazione delicatissima (nel tempio e davanti a una folla) nel dire ciò che sta per dire.

 

2. Il testo di Mc 12,38-44 è composto da due brani distinti. Il primo, Mc 12,38-40, presenta l’accusa di Gesù nei confronti degli scribi. Nel secondo, Mc 10,41-44, il Maestro evidenzia il valore del gesto della vedova. I due brani sono stati associati dalla Liturgia perché connessi da due dati. Il primo: l’invettiva di Gesù e l’episodio della vedova avvengono nel tempio. Il secondo: scribi e vedova sono due modelli di comportamento in perfetta antitesi.

Riflessione biblico-liturgica

 

1. “Guardatevi dagli scribi”. Marco riporta in modo sobrio il pensiero di Gesù. Nel passo parallelo di  Matteo (cf Mt 23,13-32) Gesù li chiama “ipocritai-ipocriti”, cioè commedianti, come un attore che recita un personaggio. Per Gesù, dunque, l’ipocrita è quella persona che appare giusto davanti alla gente, ma dentro è pieno di finzione e di iniquità (cfr Mt 23,28). Si tratta del credente che “recita” la fede e non la vive. Di questi credenti tra il laicato e tra il clero, purtroppo, ce ne sono stati (e ce ne sono?) molti. L’episodio di fragilità va capito e scusato. Il modo metodico di comportarsi da commedianti va rifiutato.

 

2. Di fronte alla limpida generosità di chi sceglie la logica dell’essere, Dio compie il miracolo. Il testo di 1Re 17,10-16 (prima lettura) presenta la figura della vedova di Sarepta. Povera e madre di un figlio, donò il suo servizio e il suo pane al profeta Elia. In restituzione ebbe olio e farina fino alla stagione delle piogge. Dio sa come ricambiare la generosità delle persone.

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