Commento al Vangelo
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Domenica 3 febbraio, commento di don Renato De Zan

La pretesa di conoscere già è rifiuto di conoscere: Gesù viene rifiutato come Elia ed Eliseo. Però coloro che accolsero, i profeti come la vedova di Sarepta e il pagano lebbroso Naaman, esperimentarono l’intervento miracoloso di Dio.

Parole chiave: Domenica (46), Vangelo (126), Diocesi (190)
Domenica 3 febbraio, commento di don Renato De Zan

Lc 4,21-30
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è costui il figlio di Giuseppe?". Ma egli rispose loro: "Certamente voi mi citerete questo proverbio: "Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!"". Poi aggiunse: "In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro". All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Tematica liturgica. I profeti dell’Antico Testamento hanno sempre dovuto affrontare disattenzioni, rifiuti e addirittura persecuzioni da parte degli Ebrei ai quali erano mandati. Solo Dio era il sostegno del profeta. I profeti ci hanno lasciato sufficienti informazioni su questo tema. Re, sommi sacerdoti e perfino lo stesso popolo di Dio si sono opposti alla predicazione profetica. In modo particolare va ricordato Geremia (cfr la prima lettura: Ger 1,4-5.17-19), il quale ci riferisce la garanzia datagli da Dio di fronte alla durissima opposizione che dovrà sopportare: "Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti". Geremia ebbe paura nell’accettare la vocazione profetica. Era giovane e come tale sarebbe stato giudicato "immaturo". Il vecchio era ritenuto "saggio". La gente si sarebbe fermata a ciò che appariva. Non lo avrebbe ascoltato. Ma Dio disse a Geremia: "Di’ loro tutto ciò che ti ordinerò". Nonostante le apparenze, il "giovane" Geremia stava dicendo le Parole che Dio gli suggeriva. L’errore fatto dagli abitanti di Gerusalemme con Geremia è lo stesso che gli abitanti di Nazaret fanno con Gesù: "Non è costui il figlio di Giuseppe?". I nazaretani pensavano di conoscere il loro compaesano perché conoscevano alcuni dati anagrafici. E cadono in errore. Allo stesso modo, oggi, sono caduti e cadono in errore i molti pensatori che "sanno tutto" e che si avvicinano a Gesù Cristo come fosse un puro reperto della fantasia o, bontà loro, dell’archeologia religiosa. Non possono accogliere Gesù dentro ai loro stretti schemi mentali. È già successo agli abitanti di Nazaret.

Dimensione letteraria. Il testo di Lc 4,16-30 narra l’episodio di Gesù alla sinagoga di Nazaret. Domenica scorsa è stata letta la prima parte (Lc 4,16-21). Oggi viene letta la seconda parte (Lc 4,21-30) riprendendo il racconto con la ripetizione dell’ultimo versetto del vangelo di domenica scorsa (v. 21), quasi a voler creare un legame un legame con il testo della domenica precedente. Sotto il profilo testuale, il testo biblico-liturgico di Lc 4,21-30 e quello biblico sono uguali. Solo l’incipit, è stato modificato (originale biblico: "Allora cominciò a dire loro…:", testo biblico-liturgico: "In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga…").
Il testo evangelico di Lc 4,21-30 si suddivide in tre unità minori. La prima (Lc 4,21-23) comprende un dialogo tra Gesù e i suoi interlocutori, presenti in sinagoga. Nella seconda unità (Lc 4,24-27), Gesù presenta due esempi che manifestano la sua simpatia per i pagani. La terza unità (Lc 4,28-30) è caratterizzata da un tentativo di azione ostile dei presenti contro Gesù, che passa in mezzo a loro con sovrana autorità.

Riflessione biblico-liturgica. a. Gesù viene rifiutato come Elia ed Eliseo. Coloro, però, che accolsero, i profeti come la vedova di Sarepta e il pagano lebbroso Naaman, esperimentarono l’intervento miracoloso di Dio. Non si può pretendere di avere i miracoli senza accogliere colui che li compie.
b. Secondo gli abitanti di Nazaret Gesù è solo "il figlio di Giuseppe". Eppure conoscono i miracoli operati da Gesù a Cafarnao e restano meravigliati delle parole di grazia che Gesù diceva. Non riescono ad andare oltre i propri schemi mentali. Fossero riusciti, avrebbero visto in Gesù adempiersi le profezie messianiche.
c. Gesù, con sovrana autorità "passando in mezzo a loro, si mise in cammino". Il suo compito è compiere la volontà del Padre, non discutere sullo sdegno dei suoi compaesani.

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