Commento al Vangelo
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Domenica 15 marzo, commento di don Renato De Zan

L’itinerario della samaritana - Gesù uomo, Signore, Profeta, Messia, Salvatore del mondo - è la traccia dell'itinerario di ciascuno di noi

Parole chiave: Samaritana (1), Vangelo (126), Diocesi (190), De Zan (47)
Domenica 15 marzo, commento di don Renato De Zan

 3° di Quaresima

 

Gv 4,5-42 (forma riassunta)

Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar. Gesù, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere. Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». La donna lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: « Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città. E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

 

Tematica liturgica

Dopo le prime due domeniche di Quaresima, chiamate “domeniche cristologiche” (tentazioni, trasfigurazione), il Lezionario presenta nelle domeniche successive tre brani evangelici che i Padri della Chiesa proclamavano durante la Quaresima ai catecumeni per prepararli al battesimo che sarebbe stato impartito loro durante la veglia pasquale del sabato santo. Oggi il Lezionario propone alla comunità cristiana un itinerario attraverso il quale si rivisita il significato del proprio battesimo per poter andare alla radice della conversione. La comunità compie il suo percorso attraverso tre grandi icone tratte dal vangelo di Giovanni: l’incontro di Gesù con la samaritana (terza domenica), la guarigione del cieco (quarta domenica), la risurrezione di Lazzaro (quinta domenica). Sono testi non presenti nella Quaresima del messale di Pio V.

Il cristiano sa che nella tentazione ha come modello Gesù (prima domenica di Quaresima). Questo modello va, però, interiorizzato, va ascoltato (seconda domenica): Gesù diventa la fede e la morale del cristiano. Ciò implica una conoscenza profonda del Maestro. L’episodio della samaritana offre un percorso per conoscere il Maestro. In un primo momento, infatti, la donna identifica “storicamente” Gesù: è un uomo ed è un giudeo. Dopo che Gesù le ha offerto l’acqua viva - continuando a leggere il vangelo di Giovanni, il lettore imparerà che l’acqua donata da Gesù è il simbolo dello Spirito -  la donna fa il percorso di fede che il cristiano è chiamato a fare. Riconosce Gesù prima come “Signore” (Gv 4,11.15.19), poi come “Profeta” (Gv 4,19) ed infine - con la conferma esplicita di Gesù - come “Messia” (Gv 4,25-26.29). Il percorso di fede della samaritana viene completato dalla confessione di fede della comunità samaritana che proclama Gesù “salvatore del mondo” (Gv 4,42). Il percorso va dalla conoscenza storica, alla conoscenza-esperienza teologica e di fede. I titoli cristologici, adoperati fin da subito dalla Chiesa nascente, sono una sintesi fortissima dell’identità di Gesù e contemporaneamente del legame tra il discepolo e il Maestro.

 

Dimensione letteraria

La Liturgia propone la forma lunga del vangelo (Gv 4,5-42) e quella breve (Gv 4,5-15.19b-26.39a.40-42). La forma lunga propone nella sua integrità tutto il “cammino” battesimale. La forma breve mantiene inalterato il “cammino” della Samaritana, ma fa perdere il motivo per cui la samaritana chiama Gesù con il titolo di “profeta” (Gv 4,16-18), fa perdere anche il dialogo tra Gesù e i suoi discepoli (Gv 4,27-38) e la confessione di fede finale dei samaritani di Sicar (Gv 4,42: “salvatore del mondo”) che completa il cammino della samaritana. Il dialogo tra Gesù e la Samaritana tocca fondamentalmente tre temi: il tema dell’acqua (vv. 5-15), quello del culto (vv. 16-24) e il tema dell’identità messianica (vv. 25-26). Nella lettura “battesimale” che la Liturgia fa, diventa chiaro che nel tema dell’acqua vanno visti il tema del Battesimo e del dono dello Spirito (cfr Gv 7,37-39), nel tema del culto si vede il tema del “culto spirituale” di ogni credente (cfr Rm 12,1) che è continuamente “cercato” da Dio (purtroppo, la traduzione CEI di Gv 4,23c è fuorviante: “così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano”, perché il testo greco dice: “perché il Padre “cerca” tali adoratori”, come il pastore cerca la pecora in Mt 18,12 o Lc 15,8)  e nel tema della proclamazione di Gesù “salvatore del mondo” il tema della confessione di fede cui segue la coerenza della vita.

 

Riflessione biblico-liturgica

a. I rabbini ritenevano che la Toràh fosse un “pozzo” ricco di acqua (= sapienza). Per Gesù, l’acqua è simbolo dello Spirito di Verità (cfr Gv 7,39), fonte della vera sapienza. Lo Spirito dà la certezza di essere figli e il dono di chiamare Dio “Abbà” (cfr Gal 4,6).

b. Dopo la risurrezione, c’erano in Samaria dei simpatizzanti di Gesù. Con il battesimo e l’imposizione delle mani  (At 8,12-17) divennero cristiani. I discepoli hanno mietuto dove Gesù aveva seminato.

 

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