Commento al Vangelo
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Corpus Domini, Domenica 3 giugno

"Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo".

Parole chiave: Vangelo (126), Domenica (46), Diocesi (190)
Corpus Domini, Domenica 3 giugno

Il Sangue dell’Alleanza

Mc 14,12-16.22-26
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: "Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?".  Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: "Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi". I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo è il mio corpo". Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: "Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio". Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Tematica liturgico-biblica
La solennità del Corpus Domini (Ss.mo Corpo e Sangue di Cristo) nasce come "risposta" liturgica alle dottrine medioevali, teologicamente scorrette o erronee sull’Eucaristia, ma nasce anche, e principalmente, come risposta a un movimento nel nord dell’Europa. Nel sec. XIII si diffuse nella zona del Brabante e delle Fiandre una profonda e vivace venerazione eucaristica. Le principali protagoniste di questo movimento furono delle donne straordinarie come Odilia di Liegi, Cristina di S. Trond, Ida di Lovanio, Giuliana di Liegi, Eva di Liegi e molte altre. Nel 1209 Giuliana di Liegi ebbe una visione chiamata la "visione del disco della luna piena". In questa visione la santa vide in una luna piena un punto nero: era la mancanza di una festa in onore dell’Eucaristia. Giuliana confidò la propria visione al suo confessore, l’arcidiacono Jakob Pantaleon, che di lì a poco divenne papa con il nome di Urbano IV. In Germania la venerazione eucaristica si diffuse per merito del cardinale Ugo di S. Cher, legato pontificio, e di Pietro Capocio. Nel 1263 a Bolsena, il sacerdote boemo Pietro di Praga, dubbioso sulla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, vide sprizzare sangue dall’ostia che teneva in mano, durante la consacrazione. Urbano IV, sollecitato da Eva di Liegi, sostenuto dalla diffusione del culto in Germania e persuaso dal miracolo di Bolsena promulgò nel 1264 la bolla Transiturus de hoc mundo e istituì la solennità del Corpo e Sangue di Cristo.
Accanto alla sana devozione eucaristica nacquero altre devozioni che avevano poco di cristiano. Nel sinodo di Saluzzo (1516) vennero definite come "inhonestas seu ridiculosas" certe forme popolari legate alla processione del Santissimo. A Milano, nel 1572, fu proibita la benedizione impartita con la pisside per scongiurare grandine e tempeste di varia natura. Nel sinodo di Melfi e Rapolla (1635) si proibì l’appropriazione dei fiori che adornavano l’ostensorio perché adoperati in forme superstiziose. Nei sinodi di Urbino (1753) e di Urbania (1768) vennero condannate le consuetudini secondo le quali nel venerdì dell’ottava del "Corpus Domini" non si dovevano tagliare unghie, fare il bucato e pettinarsi i capelli.
La riforma liturgica del Vaticano II conservò la celebrazione arricchendola di tre temi importanti. Nell’anno A il tema biblico-liturgico dell’Eucarestia celebrata è "la Parola di Dio, diventata carne e nuova manna, che dà vita". Nell’anno C il tema biblico-liturgico assume un taglio un po’ più statico: l’Eucarestia come "Pane che è Cristo, assunto come vero cibo e vera bevanda e annunciato fino al suo ritorno". Nell’anno B, invece, l’associazione delle letture (1a lettura: celebrazione dell’alleanza sinaitica; 2a lettura: Gesù mediatore della nuova alleanza; Vangelo: il sangue di Cristo è il sangue dell’alleanza) sottolinea il tema dell’Eucarestia come "Sacrificio dell’Alleanza".

Dimensione letteraria
Il testo biblico-liturgico del vangelo (Mc 14,12-16.22-26) è un testo eclogadico (= composto da brani scelti). L’esegesi ci dice che il testo soppresso (Mc 14,17-21: dialogo tra Gesù e i suoi sull’identità del traditore) apparterrebbe a una tradizione diversa da quella rappresentata da Mc 14,22-26. Si tratta, dunque, di versetti che in qualche modo esorbitano dal tema pasquale dell’Eucaristia, evidenziato da Mc 14,12-16. Il testo biblico-liturgico del vangelo può essere diviso in due unità distinte: la preparazione della cena (Mc 14,12-16) e la cena stessa (Mc 14,22-26).

Riflessione biblico-liturgica
La salvezza avviene a causa dell’alleanza eterna tra Dio e l’umanità credente, realizzata nella morte e resurrezione di Gesù (cfr 2a lettura), dove l’uomo peccatore esperimenta la salvezza senza il castigo, secondo le parole del profeta Geremia: "Ecco verranno giorni - dice il Signore - nei quali... io concluderò una alleanza nuova… tutti mi conosceranno… poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato" (Ger 31,31-34).

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