Portogruaro
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Francescon, il no alla chiusura dell’Hospice è bipartisan

Futuro a rischio: la Regione Veneto punta a «una struttura unica a livello aziendale»

Francescon, il no alla chiusura dell’Hospice  è bipartisan

La quinta commissione del Consiglio Comunale di Portogruaro, in data 22 gennaio, ha proseguito l’esame del futuro dell’Hospice di Portogruaro alla Residenza Francescon. Maggioranza e minoranza hanno espresso un secco "No" all’ipotesi della sua chiusura. Sotto la presidenza del consigliere Mario Pizzolitto (Lega), c’è stata l’audizione della consigliera regionale Francesca Zottis e della presidente della IPAB Francescon, Sara Furlanetto, che hanno dato un notevole contributo all’approfondimento di una tematica complessa e molto rilevante per le famiglie dei pazienti bisognosi di cure palliative.

«L’Hospice è un servizio di prossimità - ha spiegato Zottis - inserito nella rete delle cure palliative a carico della sanità pubblica gestita dalla Regione Veneto, dedicato sia ai pazienti che alle loro famiglie». Nel Veneto orientale ne sono stati aperti due (17 posti letto in totale) in convenzione con l’Ulss 4, nelle storiche Case di Riposo di Portogruaro e San Donà di Piave, che oggi sono degli avanzati Centri Servizi per Anziani. «Va garantita la sostenibilità economica delle strutture» ha aggiunto la consigliera regionale, ricordando poi che una delibera della Giunta Regionale del Veneto del luglio 2020 ha indicato per il futuro di realizzare nel Veneto orientale "una struttura unica a livello aziendale, collocata in posizione barticentrica, con 12 posti letto, progettata secondo i più elevati standard". La nuova struttura dovrebbe essere gestita dall’Ulss 4, il cui  direttore ha di recente affidato l’incarico per la predisposizione del progetto di fattibilità. Su questo tema dovrebbe esprimersi anche la Conferenza dei Sindaci del territorio.

La presidente Furlanetto ha ricordato la storia dell’Hospice presso la Residenza per Anziani, attivo nel padiglione "Santo Stefano" dal 2008 (10 camere singole con un letto aggiuntivo per un familiare), poi confermati per 8 posti letto in convenzione con l’Ulss 4. Il servizio è molto apprezzato dalle famiglie che devono assistere un malato terminale. La presidente ha posto con forza il tema della sostenibilità economica della convenzione con l’Ulss: «La Francescon - ha affermato - garantisce gli standard previsti per il servizio a fronte della corresponsione da parte dell’Ulss 4 di 190 euro al giorno per degente effettivo. Nei primi anni la copertura dei posti-letto si aggirava attorno al 90%, coprendo sostanzialmente i costi. Dal 2015 è scesa, (64% nel 2016, 56% nel 2017%, 51% nel 2018 e 39% nel 2019%). Con così tanti posti vuoti per la Francescon non c’è la sostenibilità economica. L’Ulss deve coprire tutti i costi collegati all’Hospice». Da marzo 2020 è stata sospesa l’accoglienza dei pazienti causa Covid 19. Oggi il terzo piano del "Santo Stefano" è vuoto, perché il reparto è stato riservato all’isolamento di eventuali ospiti della Francescon colpiti dal contagio. La convenzione con l’Ulss è stata rinnovata, ma non è attiva. Riaprire l’Hospice, una volta passata la pandemia, porrà notevoli problemi organizzativi ed economici.

Fonte: Redazione Online
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