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Vaccini e scuole: il punto tra Veneto e Friuli

Per i genitori inadempienti, lo scorso 10 marzo è scaduto il termine per sottoporre i figli alle vaccinazioni previste dalla normativa sanitaria. vediamo come è la situazione delle scuole tra Veneto e Friuli - Pordenonese.

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Vaccini e scuole: il punto tra Veneto e Friuli

FRIULI E PORDENONE

  Per i genitori inadempienti, lo scorso 10 marzo è scaduto il termine per sottoporre i figli alle vaccinazioni previste dalla normativa sanitaria.
"Noi, in quanto pubblici ufficiali, non possiamo permetterci di non applicare la legge - osserva la dirigente Teresa Tassan Viol, presidente regionale dell’Anp (associazione nazionale presidi) - . Certo non sta a noi entrare nella questione dell’obbligatorietà delle vaccinazioni, comunque  la legge in materia  è molto chiara ed è stato senz’altro molto ampio il lasso di tempo consentito ai genitori per assumere adeguate informazioni e prendere  decisioni".
Riprendendo altri passaggi dalle considerazioni della dirigente, si può constatare che alcune famiglie hanno intrapreso la copertura vaccinale giusto in tempo per non cadere nei provvedimenti della legge, altre hanno solo dilazionato appuntamenti mai rispettati, pertanto è stato necessario fare chiarezza per tutti. Certo, non è mai troppo tardi per una adesione alla normativa e per i più restii è sempre possibile ritornare sulle eventuali decisioni di rifiuto, ma nel frattempo i piccoli della Scuola dell’Infanzia non vaccinati non possono essere ammessi nella comunità scolastica dopo la citata scadenza del 10 corrente.
Purtroppo ci sono genitori irriducibili che non hanno accolto né le ragioni della legge né della scienza, per cui si devono arrendere al fatto che la scuola non possa accogliere i loro figlioletti. Ci sono peraltro famiglie  che in vista dell’ultimatum hanno provveduto a organizzarsi con modalità di tipo familiare, aggregandosi tra loro per dare vita a forme alternative alla scuola pubblica. Certo, non è piacevole interrompere la frequenza in corso d’anno.
Negli ordini scolastici successivi, a partire dalla scuola primaria e fino al sedicesimo anno, è garantito a tutti il diritto allo studio, ma è prevista una sanzione per la quale sarà la Regione a decidere circa l’entità dell’importo.
La Scuola in questo periodo ha svolto  un compito che non rientra nella sua specificità; ha inviato all’anagrafe dell’Azienda sanitaria i dati dei nuovi iscritti e comunicato agli interessati l’esclusione dalla frequenza. Continua a svolgere il proprio compito educativo anche sul piano della tutela della salute per sé e per gli altri, tenendo conto che per quanto riguarda la particolare tematica delle vaccinazioni è necessario far arrivare un chiaro messaggio in merito alla speciale attenzione dovuta ai soggetti più fragili e vulnerabili.

Nel Pordenonese. Presso il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Friuli Occidentale gli ambulatori per le vaccinazioni sono sempre a disposizione dell’utenza, ultimamente anche senza prenotazione. Sta svolgendo su questo fronte un lavoro incredibile, anche perché alcuni genitori hanno portato i figli per la pratica vaccinale all’ultimo momento; la mole di lavoro riguarda in particolare l’aspetto anagrafico in relazione ai necessari controlli dei nominativi inviati dalle varie scuole del territorio. Sono obbligatorie la quadrivalente (morbillo, rosolia, parotite, varicella) e l’esavalente (difterite, tetano, epatite b, pertosse, polio, emophilus influentiae).  Nel nostro territorio sono 82 i minori non vaccinati  e 45 non in regola con l’esavalente. Flavia Sacilotto

IN VENETO: copertura al 95%

  Un’intera classe di scuola primaria, le tre maestre ed anche un gruppo di genitori, hanno deciso di farsi vaccinare contro l’influenza per proteggere una compagna immuno-depressa, che non lo può fare. E’ successo nei mesi scorsi in un comune dei Colli Euganei in provincia di Padova. Il fatto ha avuto una certa rilevanza sui media veneti, anche se a prima vista il fatto sembrerebbe non riguardare i vaccini obbligatori per la frequenza scolastica. Il vaccino antinfluenzale infatti non è prescritto per legge, ma bambini, genitori e maestre si sono fatti carico della buona salute della compagna di classe. La loro vaccinazione ha avuto un valore reale proteggendola dall’influenza, ma ha avuto anche un significato simbolico, evidenziando il legame di solidarietà interpersonale tra i componenti della piccola comunità. Si stima che in Italia, tra quanti sono in età scolare, ci siano circa diecimila allievi immunodepressi, che sono a rischio in caso di epidemia. Le vaccinazioni obbligatorie dei compagni di classe proteggono anche coloro che non possono vaccinarsi: è la cosiddetta "immunità di gregge" che impedisce il diffondersi delle epidemie.
In questi giorni è uscito il rapporto annuale relativo al 2018 della Regione Veneto sull’attività vaccinale. Il documento tecnico è complesso: fotografa in maniera precisa l’andamento della copertura vaccinale in Veneto sulla base dei dati elaborati dal software unico regionale SIAVr (Sistema Informativo Anagrafe Vaccinale regionale), che dal 2009 monitora con continuità la gestione dell’attività vaccinale delle Aziende Ulss. La lettura dei dati evidenzia che finché i vaccini erano obbligatori (anno 2007) la copertura vaccinale era altissima (in media il 97%). Poi con la fine dell’obbligo c’è stata un flessione nell’adesione ai programmi vaccinali di circa 6 punti. Nel 2013 è stata raggiunta la quota minima. Negli anni successivi c’è stata un’inversione di tendenza, ma il recupero è stato solo parziale. Nel 2018, a livello regionale, la copertura vaccinale più alta si registra nelle province di Venezia e Rovigo, con la Ulss 4 Veneto Orientale nelle posizioni di testa: è stata raggiunta per la maggior parte dei vaccini l’immunità di gregge (copertura attorno al 95%). Nelle altre province venete questa copertura ancora non c’è. La situazione più critica si registra nell’Ulss di Bassano del Grappa (Pedemontana vicentina). Antonio Martin

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