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Pordenonepensa: l'8 luglio la Bruzzone, il 9 luglio Veneziani

Dopo la nota criminologa Bruzzone è di turno Marcello Veneziani e parlerà di Dante

Pordenonepensa: l'8 luglio la Bruzzone, il 9 luglio Veneziani

 

Venerdì 9 luglio alle 20.45 nel cortile di Palazzo Scolari (al teatro comunale in caso di maltempo), è di scena Marcello Veneziani: “Dante nostro padre” è il titolo dell’incontro durante il quale delineerà la figura del sommo vate, del quale ricorre il 700simo anniversario della morte”. Ingresso gratuito senza prenotazione.

Roberta Bruzzone è stata invece la apripista della manifetazione, giovedì 8 luglio. La criminologa investigativa, intervistata dalla giornalista Marianna Maiorino, ha raccontato alcuni dei misteri più famosi d’Italia tra i quali il caso Logli e il delitto di Noemi. Agghiaccianti le ricostruzioni e le analisi fatte dalla Bruzzone che ha dato alcune dritte per riconoscere i manipolatori: “Inizialmente si parla di love bombing, ovvero una sorta di bombardamento amoroso che ti dà la sensazione di aver incontrato la persona migliore del mondo, che ti copre di attenzioni, che è la soluzione a tutti i tuoi problemi – ha delineato – ma il campanello d’allarme è la sensazione che ti fa pensare che “è troppo bello per essere vero”. Questa fase inziale termina poi quando il manipolatore affettivo è riuscito ad acquistare la tua fiducia. Ognuno di noi, in momenti della vita di particolare debolezza, può esserne vittima”.

Nella piazza Roma di Roveredo in Piano, di fronte ad un parterre gremito (nutrito soprattutto il pubblico femminile) la criminologa ligure ha delineato quanto possano incidere gli stereotipi di genere nella formazione di una personalità disfunzionale. “In Italia, purtroppo, già alla nascita le strade si dividono tra giochi e colori da maschio e da femmina. Ciò contribuisce a creare una visione dell’uomo il cui compito è lavorare e fare carriera, e della donna che bada alla casa e ai figli. Le disfunzioni della personalità, poi, iniziano presto, già da bambini, e solitamente corrispondono ad una bassa autostima, bassa tolleranza alle frustrazioni e alla costituzione di un “io” fragile”.

Durante la serata - realizzata dal Circolo culturale Eureka in collaborazione con il Comune di Roveredo in Piano e la ProRoveredo – la profiler ha raccontato anche di sé, della sua famiglia matriarcale, della passione per motociclette e il rock, della sua tendenza a fidarsi poco degli altri proprio a causa del lavoro e della necessità di lasciar sbagliare i figli: “Sono child-free per scelta perché ne ho abbastanza dei figli degli altri – ha detto con ironia – i figli vanno lasciati liberi di sbagliare perché si possano misurare con la frustrazione e con la sua tolleranza. I tratti disfunzionali di un “io” fragile iniziano da bambini si cristallizzano e poi si fossilizzano, e allora non è più possibile tornare indietro”.

La Bruzzone ha chiuso la serata con il firma-copie del suo ultimo libro “Favole da incubo”, scritto a 4 mani con Emanuela Valente.

 

Info su www.pnpensa.it

 

 

 

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