Pordenone
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Chiude lo storico supermercato Carlet

Un vero presidio sociale nel territorio. La merce rimasta sarà donata alla parrocchia di San Giorgio

Chiude lo storico supermercato Carlet

Sabato 18 gennaio sarà l’ultimo di apertura del supermercato Carlet di via Cavallotti a Pordenone. Si chiude un’altra pagina di storia pordenonese, che gravita tra piazzale Duca d’Aosta, un tempo Borgo Colonna, via Molinari, la chiesa di San Giorgio, viale Marconi, via Cavallotti, piazzale Ellero.
Silva e Angelo Carlet lasciano la propria attività per poter godere un meritato riposo, che siamo certi non sarà del tutto tale, dediti come sono sempre stati al volontariato, ProLoco, Festa in piassa, Ascom, Alpini, scuole. Angelo è in negozio in pianta stabile dal 1977, nell’attività che era del padre Aldo che l’aveva aperta 58 anni fa dopo aver lavorato sempre negli alimentari, per tradizione di famiglia. Nel 1979 è arrivata Silva, giovane commessa. Poi le nozze tra Silva e Angelo e la nascita di Marika e Roberta. Casa e bottega, figlie cresciute disponibili e solidali accanto ai genitori. Supermercato affiliato Conad, poi Crai dal 2005. Supermercato Carlet Angelo e C.s.n.c. dal 1986 con Silva. Ma non sono questi dati tecnici ad interessare particolarmente il lettore, quanto piuttosto il grande e qualificato servizio che i Carlet hanno dato a una vasta clientela di pordenonesi, dei quali tantissimi anziani. Gentilezza di proprietari e commessi potremmo definirla il loro marchio. Saluto a chi entra. Scambio di parole sullo stato di salute, sui figli che crescono, i nipoti che arrivano, chi è ammalato, chi non si vede da molto tempo, sugli eventi cittadini, nazionali e molto altro. Spesa con prodotti di qualità. Consigli per cucinare, conservare. E giunti alla cassa sempre una aiuto a mettere la merce in borse e nei carrellini. Quanti carrellini da Carlet, soprattutto il sabato! Qualcuno lo lasciava in deposito, e sentendosi più libero faceva un salto al mercato, un caffè e poi ritornava a far la spesa. Sempre un aiuto per scendere i due gradini all’uscita, quando le gambe vacillano. Quante spese portate a casa ai piani alti dei condomini, da Torre a Vallenoncello, con la mitica Fiat panda bianca. Potremmo continuare a lungo. In questi giorni una serie di cartelloni bianchi sono stati riempiti dai clienti affezionati con firme e ricordi. Tra i tanti quelli di alcune signore amiche pordenonesi che lasciavano mensilmente a Silva una cifra perché potesse preparare delle spese da recapitare alla parrocchia di San Giorgio per i meno abbienti. E lo facevano anticipatamente d’estate prima di partire per le vacanze. E ai meno abbienti hanno pensato anche i Carlet che destineranno la merce che resterà dopo la chiusura a quelli della parrocchia che hanno sentito un po’ come propria, quelli di San Giorgio. Qualcuno in questi giorni tra i commenti fatti ovunque, nella case, nella stampa, persino nelle litanie del falò e ci è stato detto anche in consiglio comunale, ha affermato che la chiusura di Carlet sarà vissuta come la chiusura di una realtà sociale dal volto umano. (m.l.g.a.)

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