Pordenone
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A rischio chiusura in 400 tra ristoranti e bar in Fvg, il 25% è nel Pordenonese

Marchiori (Ascom) chiede alla Regione di dare corso ai decreti attuativi di SviluppoImpresa

A rischio chiusura in 400 tra ristoranti e bar in Fvg, il 25% è nel Pordenonese

Sono circa quattrocento le imprese del settore del terziario nel Friuli occidentale a fortissimo rischio chiusura, a un anno dalla pandemia scoppiata nel marzo 2020. Sono ristoranti, bar, negozi, attività legate al turismo e ai servizi. Attualmente, sopravvivono solo grazie agli aiuti economici e ai ristori e potrebbero chiudere nei prossimi mesi. Tra queste ci sono circa 200 attività legate al commercio, cento nell’ambito della ricezione turistica e altre cento nei servizi più in generale. Una "fotografia" del comparto mercantile è emersa nei giorni scorsi durante l’assemblea provinciale dell’Ascom organizzata online, alla presenza anche del presidente regionale Massimiliano Fedriga. Dall’indagine emerge che la provincia di Pordenone concentra il 25% di tutte le imprese del Friuli Venezia Giulia. Oltre il 63% delle imprese di Pordenone sono imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Nel corso del 2020 è stato registrato un forte calo delle nascite delle nuove imprese: -16% rispetto al 2019. La diminuzione è stata pressoché identica sia in Regione sia nella provincia di Pordenone. Nel 2020 si è assistito anche ad un brusco calo delle cessazioni di impresa: -8% di imprese cessate a Pordenone, a fronte delle quali tuttavia si stimano circa 400 imprese cosiddette "zombie", imprese ormai non più operative ma che non hanno ancora formalizzato la propria condizione. Il dato di Pordenone (Indicatore=19 su una scala da 0 a 100) tuttavia è superiore sia rispetto alla media delle imprese a livello regionale (indicatore=15), sia alla media delle imprese del terziario a livello Italia (indicatore=13). Pur restando drammatica, va leggermente meglio la situazione per la fiducia degli imprenditori del terziario nell’andamento della propria impresa". Il presidente dell’associazione Alberto Marchiori rileva che "la crisi sanitaria e le chiusure a intermittenza nel corso di quest’ultimo anno hanno messo in ginocchio le imprese del terziario; queste, però, dimostrano di avere coraggio e di voler ripartire con voglia di futuro". Marchiori chiede alla Regione un ulteriore impegno: "Adesso è il momento di correre con i decreti attuativi della legge SviluppoImpresa. Lì ci sono i ristori per i proprietari che abbassano i canoni di affitto e una serie di provvedimenti per la rigenerazione urbana". A dare un segno di speranza dal momento che campagna vaccinale è partita più velocemente, l’analisi dell’economista e presidente di Friuladria Credit Agricole Chiara Mio che, partendo dalle previsioni del Pil, ha detto che "comunque, per recuperare ci vorranno due anni".

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