L'Editoriale
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Sotto il manto di Maria: Russia e Ucraina

Le consacrazioni della Russia a Maria sono già avvenute. Dunque se da una parte per la Russia non sarà la prima volta, dall’altra va ricordato che i vescovi dell’Ucraina più volte avevano consacrato la loro patria alla Madonna.
Ciò che è nuovo è che la consacrazione del 25 marzo 2022 mette insieme Russia e Ucraina. Lo fa mentre imperversa la terribile guerra che ci riempie di sgomento

Sotto il manto di Maria: Russia e Ucraina

I vescovi dell’Ucraina si erano rivolti a papa Francesco il 2 marzo scorso con questa pressante richiesta: "Chiediamo umilmente a vostra santità di compiere pubblicamente l’atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria dell’Ucraina e della Russia, come richiesto dalla Beata Vergine a Fatima". Molte richieste simili erano giunte dalla cattolicità al papa. Che ha risposto disponendo che la consacrazione avrà luogo il 25 marzo in San Pietro durante una celebrazione penitenziale. Lo stesso atto sarà compiuto a Fatima dal cardinale Krajewski.
C’è un legame tra Maria e la Russia evidente dalle apparizioni ai messaggi della Madonna. Quello del 1917 a Fatima è esplicito: la Madonna aveva infatti paventato una catastrofe apocalittica, ma aveva aggiunto: "Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati".
Si tratta - è bene ricordarlo - di rivelazioni private, che non fanno parte delle verità di fede fondamentali della Chiesa. I papi comunque, pur avendo preso in considerazione tale richiesta, si erano mossi con cautela, per timore delle reazioni del regime comunista e per evitare attriti con la Chiesa ortodossa.
Le consacrazioni della Russia a Maria sono già avvenute tanto che come ha affermato Suor Lucia nel 1989: "É stata fatta così come Nostra Signora l’aveva chiesto, il 25 marzo 1984". Ecco il perché della scelta di Francesco del 25 marzo.
Dunque se da una parte per la Russia non sarà la prima volta, dall’altra va ricordato che i vescovi dell’Ucraina più volte avevano consacrato la loro patria alla Madonna.
Ciò che è nuovo è che la consacrazione del 25 marzo 2022 mette insieme Russia e Ucraina. Lo fa mentre imperversa la terribile guerra che ci riempie di sgomento. E’ una consacrazione che avviene in un contesto di suppliche per la pace che salgono continuamente da tutta la Chiesa e come tale va interpretata: come un raccogliere tutte queste preghiere e metterle nelle mani di Maria Santissima, confidando nel suo Cuore di Madre di Gesù e Madre nostra, affinché quelle preghiere da Lei siano presentate al Figlio e al Padre.
Per comprendere l’importanza di questo evento, possiamo riferirci a quanto ha scritto il pensatore francese Edgar Morin: "La planetizzazione significa ormai comunità di destino per tutta l’umanità. Le nazioni consolidavano la coscienza delle loro comunità di destino con la minaccia incessante del nemico esterno. Ora, il nemico dell’umanità non è esterno. È nascosto in essa. La coscienza della comunità di destino ha bisogno non solo di pericoli comuni, ma anche di un’identità comune, che non può essere la sola identità umana astratta, già riconosciuta da tutti, poco efficace a unirci; è l’identità che viene da un’entità paterna e materna, concretizzata dal termine patria, e che porta alla fraternità milioni di cittadini che non sono affatto consanguinei. Ecco che cosa manca: la coscienza che siamo figli e cittadini della Terra-Patria".
Ci si può chiedere se anche la proposta di Morin non abbia la stessa astrattezza che egli denuncia: la Terra-Patria, in quanto "cosa" e non persona, può davvero commuovere, motivare, penetrare nei cuori?

Come credenti noi pensiamo che l’appello necessario alla fraternità universale, di cui ha scritto pagine magnifiche papa Francesco, possa sorgere da un rapporto profondo di fiducia in Dio, Padre di tutti e che rende tutti fratelli, e da un rapporto colmo di dolcezza con Maria Santissima, affidataci come Madre da Gesù in croce.
Il poderoso slancio alla solidarietà verso ucraine e ucraini costretti a fuggire dalle loro terre martoriate, che vede in primo piano proprio i legami di fede e l’impegno di così tanti organismi ecclesiali, lo sta a testimoniare.
Il 25 marzo uniremo alle tante anche la nostra accorata preghiera, con nel cuore il disumano martirio di bambini, le sofferenze di anziani e malati, le assurde morti di civili e soldati, le distruzioni che solo una spaventosa follia può suggerire.

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